Nella rubrica "L'angolo dell'Osservatorio", pubblicato sulla rivista Manutenzione T&M del gennaio dello scorso anno, avevo descritto come viene affrontata una nevicata in aeroporto, dalle prime fasi di allerta in previsione di un'incipiente precipitazione nevosa, al momento in cui viene attivata la procedura di emergenza neve ed infine quando viene decretata la sua chiusura. Punto focale delle attività connesse a tale emergenza è la fase di intervento sulle infrastrutture di volo con i mezzi sgombraneve. E' in questa fase che si consuma la sfida fra uomini e mezzi per mantenere sempre attivo l'aeroporto, nonostante le avverse condizioni meteorologiche.
Questa passata stagione invernale non ha dato luogo a significative nevicate ed i mezzi sgombraneve aeroportuali sono rimasti inoperosi. Questi mezzi, tuttavia, avevano partecipato all'esercitazione che si svolge tutti gli anni all'inizio della stagione invernale, in cui viene simulata un'emergenza neve in caso di nevicata, dopo di che essi erano stati schierati nelle postazioni strategiche dell'aeroporto, con il pieno di carburante, pronti ad intervenire in caso di necessità.
Periodicamente, nel corso dell'inverno, detti mezzi sono stati messi in marcia e controllati per verificare la funzionalità dei principali azionamenti. Nell'attuale periodo dell'anno, lasciata alle spalle la stagione invernale, vengono rimossi dalle zone di presidio e portati nei capannoni di ricovero per iniziare il lungo "letargo" estivo.
Ai mezzi sgombraneve, tipicamente aeroportuali, appartengono anche i veicoli speciali dotati di spazzatrice e soffiante, ed i veicoli spargiliquidi. I primi, normalmente, utilizzano un telaio di autocarro commerciale sul quale vengono allestiti lo spazzolone ruotante, la soffiante ed un motore ausiliario. Il mezzo opera percorrendo le aree da snevare con lo spazzolone rotante posizionato obliquamente rispetto all'asse del veicolo, e premuto sulla superficie pavimentata. In questo modo la neve viene spazzata completamente dalla superficie e proiettata lontano dalla soffiante, posta posteriormente allo spazzolone. Anche i mezzi spargiliquidi normalmente utilizzano veicoli commerciali dotati di cisterna ed impianto di irrorazione sulla pista di liquidi antighiaccio. Nella parte posteriore del mezzo sono montati dei bracci regolabili sui quali sono installati gli ugelli di uscita del liquido. A bracci chiusi, la larghezza della fascia di azione è di circa 3 metri, mentre a bracci completamente aperti la larghezza della suddetta fascia può superare anche i 40 metri. Gli spargiliquidi vengono impegnati in pista in coda al convoglio di mezzi sgombraneve, la loro velocità di lavoro può arrivare attorno ai 50 km/ ora.
Chiudo l'articolo con una curiosità: del parco mezzi sgombraneve di un aeroporto fa parte anche un vero e proprio gatto delle nevi, come quelli usati sulle piste da sci. Esso viene utilizzato per intervenire sull'area dove sono installate le apparecchiature per la guida planata. Detta area deve essere perfettamente liscia e piana per non creare distorsioni del segnale trasmesso, inoltre, per gli stessi motivi, lo spessore di neve non può superare i 25 cm. Quando viene superato questo limite si deve intervenire, ma non si possono usare i tradizionali sgombraneve perchè rovinerebbero la planarità della superficie. Si utilizza quindi il suddetto gatto che, compattando la neve, riporta lo spessore sotto i valori stabiliti di 25 cm, senza danneggiare la planarità della superficie dell'area interessata. Sarà forse per non confondere le piste da sci con le piste degli aeroporti che il "gatto delle nevi" in aeroporto l'abbiamo sempre chiamato "veicolo compattatore".
Ing. Felice Cottino, Presidente associazione "Osservatorio sulla Manutenzione degli Aeroporti"