Solitamente, quando ci imbattiamo in nuove disposizioni di Legge, lo stato d’animo è un equilibrio tra la diffidenza verso un elemento nuovo che potrebbe comportare ulteriori scocciature oppure un rinnovato entusiasmo poiché la nuova imposizione potrebbe migliorare le vecchie carenze.
Siamo ormai al giro di boa di questo 2022, e l’anno ci porta nuovi provvedimenti, ancora in fase di graduale attuazione, scaturiti da più situazioni: da un lato era auspicata e necessaria la risposta a eventi tragici accaduti negli ambienti di lavoro, dall’altro è normale che l’evoluzione della tecnica e dell’approccio organizzativo sospinga a una logica di adattamento e, come deve essere, miglioramento.
Oggi parlare di processi produttivi e della loro efficienza/efficacia esige anche che l’ambiente, interno o esterno all’azienda, garantisca benessere ed incolumità delle persone coinvolte: anche se la corsa tecnologica sta portando velocemente all’epoca dell’Intelligenza Artificiale, la risorsa umana rimane insostituibile e preziosa.
Siamo purtroppo informati quotidianamente di eventi tragici, che colpiscono lavoratori di giovanissima età ma anche lavoratori di consolidata esperienza, eppure le aziende sono dotate di sofisticati sistemi di gestione, di tecnologia proattiva, sono dotate di strumenti di informazione che fino a pochi anni fa erano impensabili. Non si capisce come possa accadere con una ricchezza simile.
Molta strada, quindi, deve essere ancora percorsa, vedo purtroppo molte aziende dove il motto “Safety First” viene sostituito dal motto “Fatturato First”: nulla di sbagliato per carità, visto che l’obiettivo di una organizzazione aziendale è realizzare profitto, tuttavia, va considerato che la serenità e la motivazione delle persone diventa un importante “driver” per raggiungere buone prestazioni. Non è sufficiente dotarsi di buoni strumenti o di solide regole se poi non abituiamo i lavoratori a pensare alla sicurezza come ad un valore collettivo.
Sul fronte legislativo, dopo quasi un ventennio dall’entrata in vigore del Testo Unico Sicurezza (D.Lgs 81/08), possiamo affermare che esso abbia raggiunto la sua massima fase di maturità ed in quanto tale scattano interrogativi sulla necessità di effettuare una “manutenzione migliorativa”, proprio come un ingegnere di manutenzione applica all’evoluzione degli impianti: significa ricercare i necessari adattamenti e modifiche in funzione di nuovi scenari produttivi, tecnologici , ma anche sociali ed economici, forze esterne che condizionano il mondo del lavoro.
Va detto che il testo, pur avendo nei suoi vent’anni di vita ottenuto effetti complessivamente positivi, ha mantenuto alcuni profili non proprio aderenti alle necessità, lasciando dei vuoti che quotidianamente vengono colmati grazie alla capacità organizzativa e resiliente (ma anche creativa) delle imprese.
A mio parere si sarebbe potuto osare di più nella direzione delle misure atte a favorire la vera attività di prevenzione, costatando che in un certo modo è passata ancora una linea piuttosto rigida impostata sull’ispezione e sul potere sospensivo dell’attività.
Ritengo tuttavia che le modifiche introdotte debbano essere accolte con una nota positiva, soprattutto in vista di una Rimodulazione delle norme in materia di Formazione/Addestramento, che prenderà forma con la revisione dell’Accordo “Stato Regioni” di cui al nuovo articolo 37 e di cui siamo in febbrile e speranzosa attesa.
Si sono profilate anche altre riforme grazie ai nuovi Decreti Antincendio, alla revisione della Direttiva Macchine, di cui potremo leggere, nelle prossime pagine, dettagli nei due contributi della D.ssa Anna Leoni e Ing. Luca Reppele.
Poco sopra ho usato volutamente il termine “Creatività”: si tratta di una caratteristica che apparentemente stride con il nostro quotidiano fortemente strutturato da Leggi ed Imposizioni, se tuttavia riusciamo a combinare sapientemente gli strumenti tecnologici a disposizione abbiamo la possibilità di aumentare quel grado di consapevolezza sempre inseguito e mai raggiunto appieno. Per questo attraverso i contributi raccolti ho voluto raccontare ai lettori del come sia possibile aggirare gli ostacoli imposti dal processo adottato o dalla particolare struttura utilizzata: è il caso di una semplice scaffalatura metallica con la quale normalmente conviviamo, senza particolare attenzione alle tensioni interne liberate nel materiale, oppure il caso di un banalissimo caso di pulizia e sgrassaggio componenti, insidia nascosta dal punto di vista chimico (più avanti, nel numero, sarà possibile leggere due approfondimenti riguardanti questi specifici argomenti, uno di A-Safe e uno di Safetykleen).
Ultimo, ma non meno importante, è il ruolo del comportamento umano che rappresenta la vera leva per impostare una “cultura della sicurezza”. Di questo si è occupato il nuovo Decreto che attribuisce al preposto un obiettivo di più alto valore, rispetto al semplice ruolo di controllore, ne ha parlato L’avv. Manuela Salvalaio nel Suo contributo.
Credo che il termine “Cultura” sia a volte abusato, se poi constatiamo che nell’ambito delle organizzazioni vi sono antagonismi e diversi modi di vedere. Se vogliamo ottenere risultati concreti l’unica strada da percorrere è quella della comunicazione e condivisione dei valori a tutti i livelli aziendali, ne parliamo con l’ing. Riccardo Borgetto nel Suo contributo… con la speranza di vedere sempre meno la parola “morte” sui giornali.
A cura di Fabio Calzavara, Responsabile Sezione Sicurezza, A.I.MAN.