Asset Management e certificazione del personale di manutenzione

Un’importante opportunità di fronte alla crescente esigenza di dotarsi di operatori sempre più qualificati

  • Gennaio 17, 2017
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  • Figura 1 – Livelli, funzioni e obiettivi nell’Asset Management (IAM, https://theiam.org/products-and-services)
    Figura 1 – Livelli, funzioni e obiettivi nell’Asset Management (IAM, https://theiam.org/products-and-services)

Introduzione

Il riconoscimento delle professionalità ed il mantenimento delle competenze sono esigenze mondiali e, in Europa, costituiscono la premessa alla libera circolazione delle professioni.

Tali professionalità possono essere dimostrate mediante la certificazione effettuata da un Organismo di Certificazione (OdC) di terza parte indipendente accreditato da ACCREDIA (Ente Italiano di accreditamento) in conformità alla Norma ISO/IEC 17024 - Requisiti generali per Organismi che eseguono la certificazione delle persone.

La certificazione è individuale e il beneficiario è il singolo professionista, cioè colui che esercita un’attività volta alla prestazione di servizi od opere a favore di terzi ed è in possesso di un insieme di requisiti oltre a qualità personali, formazione ed esperienza che lo distinguono dal sedicente professionista.

Secondo standard stabiliti, l’OdC effettua una valutazione iniziale del professionista verificando che lo stesso possieda i requisiti minimi richiesti dallo schema di riferimento sia su base documentale sia tramite esami scritti e orali e, successivamente, verifica il continuo aggiornamento delle sue conoscenze ed il rispetto del Codice Deontologico di riferimento. L’esistenza ed il persistere di tali requisiti viene comunicata alle parti interessate mediante l’iscrizione in un Registro relativo alla competenza accertata, disponibile alla pubblica consultazione sul sito dell’OdC. L’iscrizione al Registro permette di proporsi al mercato come un professionista certificato e testimonia la capacità e la competenza ad operare secondo i migliori standard nei propri settori di competenza, tra cui, per rientrare nel contesto di questo articolo, il mondo della manutenzione.

La visione Asset Management

Nella visione tradizionale, il ruolo della manutenzione era limitato alla sola attività di riparazione dei guasti di apparecchi e impianti. Successivamente, si è invece affermata l’importanza della prevenzione e, ancor di più, la necessità e l’opportunità di analizzare le interazioni della manutenzione con altre funzioni e processi aziendali in considerazione della sua capacità di incidere positivamente, tramite la cura degli asset, sul contenimento dei costi aziendali e sul miglioramento delle prestazioni. La manutenzione è stata considerata come facente parte di un più ampio Sistema di Gestione degli asset ed è stata, pertanto, integrata e armonizzata con altri Sistemi di Gestione presenti in un’Organizzazione (es.: Qualità, Ambiente, Salute e Sicurezza etc.). Non ci si è più limitati ai soli aspetti relativi alla riparazione e alla cura degli asset, ma si è considerato l’intero ciclo di vita degli stessi e, di conseguenza, anche le scelte relative a progettazione, investimento, gestione operativa e dismissione/fine vita.

Questa nuova visione ha portato allo sviluppo dell’approccio dell’asset management e, nel 2014, la pubblicazione della Norma ISO 55000 [1] sull’asset management ha definitivamente sancito l’importanza strategica del tema.

Più specificatamente, l’asset management è un approccio integrato per la gestione degli asset aziendali volto a conciliare i conflitti di interesse fra i diversi stakeholder e ottenere il massimo valore dal loro utilizzo, attraverso significativi miglioramenti delle prestazioni (figura 1).

In considerazione dell’aumento di complessità delle attività manutentive nel quadro dell’asset management, nel contesto attuale, ad una elevata complessità tecnologica e gestionale dei sistemi da manutenere, è richiesta al personale responsabile una formazione sempre più strutturata e qualificata.

Qualificazione e certificazione del personale di manutenzione

Contestualmente allo sviluppo dell’approccio dell’asset management, ha assunto una maggiore rilevanza il tema della formazione e della qualificazione del personale di manutenzione e, altresì, l’armonizzazione dei sistemi nazionali in merito alle qualifiche e ai relativi livelli.

Questo ha comportato, a livello europeo, l’elaborazione ed emissione della Norma CEN/TC 319/WG 9 Qualification of maintenance operators and technicians (2005) da parte del Technical Committee 319 del CEN (Comité Européen de Normalisation). Nel 2008, invece, il Consiglio Europeo ha elaborato un documento di raccomandazione generale (GUEE, 2008) [2], con il quale è stato definito il concetto di competenza, da intendersi come il risultato della somma di abilità e conoscenze nell’area della professione.

La norma UNI EN 15628:2014 “Qualifica del personale di manutenzione”

Successivamente, alcuni paesi europei hanno iniziato a sviluppare a livello nazionale delle proposte di sistemi di certificazione. L’Italia, in anticipo rispetto

ad altri, è arrivata all’emanazione e pubblicazione, nel giugno 2011, della Norma UNI 11420 - Qualifica del personale di manutenzione. Tale norma è stata adottata e modificata in ambito europeo dal CEN ed emanata nel 2014 con il nome CEN/TC 319 EN 15628:2014 Maintenance - Qualification of maintenance personnelé [3]. A sua volta, UNI (Ente nazionale italiano di unificazione) ha recepito la norma europea e ha emanato la versione italiana UNI EN 15628:2014 Manutenzione – Qualifica del personale di manutenzione [4].

La 15628 ha una forte valenza concettuale nel panorama normativo. Si tratta, infatti, di una norma CEN recepita, senza modifiche, da tutti gli enti di normazione europei [UE/EFTA (European Free Trade Association) ]. Quindi, la relativa certificazione accreditata secondo la ISO/IEC 17024 rientra pienamente nel Regolamento 765/2008 e nei relativi Multi Lateral Agreement di EA (European Accreditation), pertanto, ha valore ed è riconosciuta in tutta Europa, il che succede per poche figure di tipo tecnico. Inoltre, la 15628 è la prima norma EN basata sui principi EQF (European Qualification Framework), come la precedente UNI lo era stata a livello nazionale.

Questo significa che è conforme alla Direttiva 2013/55/UE [Direttiva 2013/55/UE del Parlamento europeo e del Consiglio (20 novembre 2013) relativa al riconoscimento delle qualifiche professionali] nella parte Quadro comune di formazione e prove comuni, direttiva che, tra l’altro, ha istituito la Tessera Professionale Europea allo scopo di assicurare la libera circolazione delle persone “qualificate”.

La suddetta norma ha altresì risposto alle esigenze, maturate nel corso degli ultimi anni, relative al supporto delle attività di auditing per la mappatura delle competenze del personale di manutenzione e per la fase di recruiting di nuovo personale.

Inoltre, oltre alle competenze di carattere fortemente tecnico, tipiche dell’area di manutenzione, sono state previste competenze di tipo organizzativo e gestionale.

Infine, sono state definite le seguenti figure professionali: 

  • Livello 1: Specialista di manutenzione
  • Livello 2: Supervisore dei lavori di manutenzione
  • Livello 3: Ingegnere di manutenzione
  • Livello 4: Responsabile di manutenzione

In merito, la figura dello Specialista di manutenzione (livello 1) è caratterizzata da forti competenze operative relative al settore di riferimento, la figura del Supervisore (livello 2) ha esplicite connotazioni di carattere tecnico di supervisione e controllo, l’Ingegnere di manutenzione (livello 3) è caratterizzato da spiccate competenze di carattere tecnico-ingegneristico di indirizzo progettuale, mentre il Responsabile di manutenzione (livello 4) ha un ruolo di tipo direzionale/dirigenziale.

I benefici della norma e della certificazione

La norma è indirizzata sia alle imprese di manutenzione (provider), che operano per conto terzi, sia alle Organizzazioni complesse (user), che prevedono al loro interno una specifica funzione di manutenzione. Sul fronte dei provider la norma rappresenta un mezzo per meglio definire e organizzare le proprie risorse di manutenzione, oltre che essere uno strumento di promozione commerciale di servizi svolti con personale qualificato verso le aziende clienti. Per gli user, invece, la norma può essere uno strumento per valutare e attestare il livello di qualificazione dei propri operatori tecnici e specialistici di manutenzione e guidare i processi di selezione del personale.

Tuttavia, l’aspetto forse più rilevante nelle potenzialità applicative della norma è di poter avere un riscontro oggettivo nella gestione delle relazioni con le Organizzazioni subcontraenti (provider), vincolandole all’impiego di personale tecnico-specialistico opportunamente qualificato. Questo aspetto ha assunto una maggiore rilevanza a seguito del recepimento del Testo Unico sulla Sicurezza (D. Lgs. 81/2008), che oggi evidenzia le responsabilità civili e penali dei preposti e dirigenti delle Organizzazioni committenti di attività di manutenzione nei confronti dei lavoratori di Organizzazioni sub-appaltanti.

Certificare la propria professionalità consente, a colui che si certifica, di vedere riconosciute - da parte di un Organismo di terza parte accreditato secondo la Norma ISO/IEC 17024 - le proprie competenze professionali sulla base di standard riconosciuti a livello nazionale e internazionale.

I benefici derivanti dalla certificazione, tuttavia, non sono limitati al professionista di manutenzione dal momento che coinvolgono anche le aziende industriali. Quest’ultime, infatti, hanno la possibilità di elaborare un percorso di qualificazione professionale del proprio personale di manutenzione, in coerenza con i principi dell’art. 15 del Testo Unico sulla Sicurezza (D.Lgs 81/2008), con un riscontro formale e oggettivo del grado di professionalità acquisito sulla base di criteri di valutazione riconosciuti a livello internazionale. Infine, le stesse aziende fornitrici di servizi di manutenzione hanno l’opportunità di accrescere il livello di professionalità delle proprie risorse umane e documentare, alle aziende committenti, le competenze e la qualità dei propri professionisti.

Conclusioni

Le numerose sfide che caratterizzano l’attuale sistema manutentivo, dovute alla elevata complessità tecnologica e gestionale dei sistemi da manutenere e alla conseguente richiesta di personale sempre più strutturato e qualificato, sono da considerarsi anche un’opportunità. Secondo una logica di sviluppo professionale continuo, la certificazione può essere considerata uno strumento vincente, sia per il singolo sia per le aziende, per essere all’altezza delle esigenze dei clienti e del mercato.

Bibliografia

 

  • ISO 55000:2014(E), 2014. Asset management  — Overview, principles and terminology.
  • GUUE (2008). Raccomandazione del Parlamento Europeo e del Consiglio del 23 aprile 2008 sulla costituzione del Quadro europeo delle qualifiche per l’apprendimento permanente.
  • Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea (2008/C 111/01).
  • CEN TR 15628:2014 “Maintenance – Qualification of maintenance personnel” (Agosto 2014).
  • UNI EN 15628:2014 “Manutenzione – Qualifica del personale di manutenzione” (Novembre 2014).

 

Roberto De Pari, Direttore AICQ SICEV

Valentina Mazza, Gestione Programmi - Progetti Erasmus & Comunicazione, AICQ SICEV