Asset Management e ingegneria

Cosa cambia nel sistema manutentivo e non solo

  • Febbraio 8, 2019
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Riprendiamo le conclusioni dell’editoriale di direzione del numero di dicembre per al­cune considerazioni sul ruolo dell’Ingegneria (non solo di manutenzione) nella gestione del ciclo di vita di un Asset.

«Il focus si sposta adesso sulla più gran­de immagine della gestione del ciclo di vita dell’asset (l’asset lifecycle management), in­cludendo diversi elementi come una visione strategica di gestione degli asset, e la ge­stione del rischio, per indirizzare le decisioni sotto un approccio integrato che promuove la generazione di valore in risposta alle diverse esigenze “centrate” sull’asset.

Obiettivi di profittabilità del business e di pre­stazione delle operations, garanzia di sicu­rezza e protezione ambientale e, ultimo, non meno importante, ruolo fondamentale del fat­tore umano per poter competere nella gestio­ne degli asset industriali, diventano tutti ingre­dienti che possono essere affrontati, ponendo l’asset al “centro” della disciplina e processo di management».

Se poi si vanno a vedere i requisiti di Asset Management descritti nella ISO 55000, fra i tanti si legge che l’Asset deve essere “attua­to e mantenuto”. Il sistema richiede quindi un nuovo approccio manutentivo, basilare per la dinamicità degli approcci e la definizione delle priorità da assegnare agli interventi.

In particolare il contributo della Manutenzione deve portare a:

1. Determinazione dell’ambiente di vita e delle effettive condizioni di utilizzo, cioè individuazione delle specificità e criticità dell’esercizio. Non solo quindi un profilo di missione genericamente definito, ma tutti i parametri che in qualche misura hanno influenza e sono significativi per il sistema manutentivo.

2. Definizione delle esigenze di affidabilità e manutenibilità. Chi acquista deve avere ben chiaro e definire in capitolato le ca­ratteristiche funzionali del prodotto (che poi generano le specifiche di progetto) in grado di soddisfare compiutamente l’eser­cizio.

3. Realizzazione di un programma di manu­tenzione mirato, che discende dalle infor­mazioni tecniche del Costruttore ma che deve essere sviluppato dal manutentore sulla base di dati storici, dell’esperienza consuntivata e del programma di utilizzo che l’esercizio adotterà.

Questo per valutare compiutamente:

1. Effetti prodotti dal guasto dei beni sulla produttività aziendale, sulla sicurezza del personale, sulla conservazione dell’am­biente.

2. Obiettiva necessità e possibilità di appli­care al bene (o parte di esso) considerato critico una determinata politica di inter­vento in funzione delle modalità di guasto e dell’esistenza di segnali deboli (diagno­stica).

3. Convenienza economica ad implementare la politica individuata, aggiornamenti organizzativi e varianti tecniche nell’ottica del costo del ciclo di vita (LCC) del bene.

In definitiva la Manutenzione assume un ruolo fondamentale nell’Asset Management e nella sua componente di Asset Integrity. Un piano di Asset Integrity è determinante sia per gli aspetti legati alla sicurezza sia per traguardare gli obiettivi produttivi e tenere vivo un piano stra­tegico di sostenibilità nel medio/lungo periodo e comunque per tutta la vita attesa dell’Asset.

Nuovo ruolo dell’ingegneria

Tenere in piedi quanto sopra descritto è il nuovo ruolo dell’Ingegneria.

Non più Ingegneria di Manutenzione, ma strumento basilare ed ine­ludibile per fare sì che l’Asset resti in condizioni tali da consentire di realizzare gli obiettivi aziendali in sicurezza, efficacia, efficienza.

Stiamo assistendo ad un graduale cambia­mento e superamento dell’Ingegneria di ma­nutenzione come finora definita nei sacri testi verso una forma di Ingegneria che potremmo definire di affidabilità e disponibilità dell’Asset e che quindi deve essere presente in tutte le fasi del ciclo di vita.

La figura 1, tratta dalla norma UNI 11454, e che esemplificava il legame tra manutenzio­ne e progettazione, diventa ora paradigmatica della nuova impostazione, non più Ingegneria di manutenzione ma Ingegneria a pieno titolo nella gestione dell’Asset, dalla progettazione, alla costruzione, all’esercizio ed alla dismis­sione dell’Asset stesso.

Asset Manager

Arriviamo così al passo successivo che rap­presenta il vero cambiamento a livello di si­stema.

L’impostazione funzionale della gestione dell’Asset ruota attorno alla funzione dell’As­set Manager, figura che per conto del Mana­gement aziendale fa da cerniera tra i portatori di interesse (stakeholders) e le funzioni ope­rative secondo lo schema di figura 2.

La nuova funzione dell’Asset Manager ripren­de in parte i requisiti delle Operations ma con responsabilità di fare funzionare al meglio l’in­tero sistema di Asset, basandosi sulla piena operatività dei tre pilastri indicati.

Bruno Sasso, Coordinatore Comitato Tecnico-Scientifico, Manutenzione T&M