Asset Management e manutenzione digitale

Intervista esclusiva a Massimo Romairone, Direttore Ingegneria di Thales Italia, e Alberto Agnoli, Responsabile Ingegneria Services di Thales Italia

  • Aprile 10, 2020
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«Il concetto di digitalizzazione è denominatore di ormai tutto quello che facciamo. Le sue diverse declinazioni riguardano la nostra vita e il nostro modo di lavorare. E questo non può non riguardare l’asset management e la manutenzione », a spiegarcelo è Massimo Romairone, direttore dell’ingegneria di Thales Italia.

Asset Management e manutenzione: quali sono gli sviluppi futuri?

Thales considera primario il mercato della manutenzione, e fare manutenzione con le competenze tecnologiche vuol dire inevitabilmente fare il passo della digitalizzazione. Un passo fondamentale per noi e fondamentale per i nostri clienti, passo di cui coglieremo con consapevolezza sempre maggiore i vantaggi. Thales ha attivato, in tutti i settori in cui opera nel mondo, diverse iniziative volte a ottimizzare l’asset management e la manutenzione attraverso processi e tool che fanno capo appunto al concetto di “Digitalizzazione”. Gli esempi vanno dai trasporti ferroviari, all’ambito aeroportuale, alla difesa… Per quanto riguarda i trasporti ferroviari, ad esempio, Thales ha sviluppato un progetto avviato nel 2008 con l’operatore ferroviario inglese “Network Rail” che consente, attraverso il monitoraggio remoto su alcuni componenti dell’infrastruttura ferroviaria, di poter:

  • conoscere in tempo reale lo stato dei componenti;
  • accumulare dati storici relativi al funzionamento (e.g. numero di attivazioni) e parametri operativi caratterizzanti lo stato di vita (e.g. ore di funzionamento) e salute (e.g. velocità di apertura di un componente elettromeccanico);
  • utilizzare questi dati per costruire algoritmi che consentano di rilevare automaticamente i guasti in tempo reale o prevenirli, laddove sia possibile misurare attraverso opportuni indicatori di vita e di deterioramento lo stato di salute e conseguentemente la vita utile rimanente di un componente.

E per parlare di risultati, in alcuni casi reali si sono ottenuti vantaggi oggettivi, riducendo del 50% i guasti in servizio dell’azionamento scambi e del 75% le visite in sito relative ai circuiti di binario. In tutto si conta che si siano evitati circa 12000 incidenti ai sistemi di riscaldamento dell’azionamento scambi nell’arco della prima stagione di utilizzo. Una riduzione che è stata poi confermata nelle stagioni successive.

In quale modo Thales favorisce e supporta le iniziative inerenti la digitalizzazione?

Thales ha istituito le Digital Factories che hanno il ruolo mettere a fattor comune la Trasformazione Digitale sia come prodotti che come processi. Le Digital Factories hanno avuto un ruolo importante anche in ambito aeroportuale. L’esempio principale è rappresentato dalla manutenzione delle diverse installazioni della soluzione di gestione delle Operazioni Aeroportuali che è un insieme di servizi e funzioni che consentono di sfruttare al meglio i dati generati dall’esercizio di un aeroporto rendendoli disponibili all’interno di una soluzione per la gestione e la supervisione dell’operatività e della sicurezza di un aeroporto. La soluzione viene mantenuta in efficienza principalmente attraverso attività di:

  • manutenzione predittiva/on-condition: AI e sistemi esperti consentono di rilevare le situazioni anomale nel software generando allarmi che consentono di limitare le attività di correttiva, con il potenziale di eliminarle;
  • manutenzione preventiva e correttiva: nei pochi casi in cui sia richiesto un intervento di un esperto, questo può essere effettuato in remoto su canali costantemente monitorati e resi sicuri dalle tecnologie e dalle applicazioni Thales in ambito Cyber Security; l’apertura di ticket e il workflow associati sono completamente digitali con interfacce verso i clienti e per la gestione interna;
  • manutenzione evolutiva: l’utilizzo del cloud permette di gestire in sicurezza gli aggiornamenti degli applicativi riducendo i costi.
  • monitoraggio e supervisione 24/7: “sonde digitali” monitorano lo stato di salute dei sistemi e tutta la diagnostica ed i log prodotti dal sistema sono centralizzati e inseriti in DB non relazionali che consentono ricerche veloci e con una sintassi più simile al linguaggio naturale.

Sembra che le prospettive possano essere interessanti per le strategie manutentive…

Una prospettiva molto interessante certo. La trasformazione digitale ha permesso un’evoluzione nelle strategie manutentive che sono applicabili in linea di principio a tutti i progetti e che utilizzano prevalentemente le seguenti tecnologie: raccolta dati e algoritmi (sensori e sonde, big data, interconnessione dei DB, A.I. e deep Learning); interventi remoti (connessione e reti, cyber security, realtà aumentata, visione artificiale); informatizzazione dei processi che attualmente richiedono moduli cartacei e firma (digitalizzazione, firma digitale, smart serialization). L’obiettivo primario di queste tecnologie è la possibilità di eseguire le manutenzioni solo quando servono e nelle modalità più efficienti in termini di reattività nel rilevare guasti incipienti, di riduzioni dei costi grazie al risparmio in ore di intervento e parti di ricambio, nonché durata intervento consentita dall’anticipo della fase di troubleshooting e preparazione attività. Per ottenere questi traguardi è indispensabile una completa ed efficace integrazione con i sistemi CMMS utilizzati per tracciare le operazioni manutentive eseguite sugli asset. L’integrazione con i CMMS consente di evitare errori e duplicazioni di informazioni che renderebbero molto complessa la gestione di indicatori di vita e salute creati per monitorare continuativamente lo stato di un asset e decidere il momento ottimale per eseguire una manutenzione (e.g. inutile tracciare gli interventi di apertura di un componente elettromeccanico se questa informazione non viene correlata con le manutenzioni che ha subito, quali sostituzioni o riparazioni).

Quali benefici Thales si aspetta da tale trasformazione digitale in ambito manutentivo?

Nei progetti in cui è già stata applicata una prima fase della “trasformazione digitale”, i benefici attesi riguardano molteplici aspetti. Si riscontra un netto miglioramento dell’efficienza operativa come risultato di una riduzione dei disservizi/ guasti in esercizio, una maggiore disponibilità di un bene attraverso la riduzione dei tempi di intervento e di ripristino di un disservizio, e una remotizzazione del supporto specialistico concentrato in Control Room dedicate. Inoltre c’è da registrare una ovvia ottimizzazione dei costi grazie al minor utilizzo di risorse quali ore/uomo o parti di ricambio. Questo è principalmente dovuto alla transizione ad una manutenzione realmente “On Condition”, basata quindi sulle effettive RUL (Remaining Useful Life) delle varie parti che compongono l’impianto, questo consente di conoscere in tempo reale lo stato di salute permettendo una pianificazione dinamica ed ottimizzata delle attività. Infine non si può non considerare un miglioramento dell’impatto ambientale perché la digitalizzazione consente di supportare i propri clienti, ovunque essi si trovino, e di poter collaborare e cooperare con loro, in uno scambio di informazioni ad impatto ambientale zero.