L’efficacia dei processi inerenti all’area Migliorativa-Problem Solving (MPS), grazie al supporto informatico, si è accresciuta, ma i risultati ottenuti sono ancora scarsi perché nonostante le facilitazioni date dall’uso dei computer e delle banche dati, i tecnici faticano a cimentarsi con il Problem Solving e quindi a risalire alle cause prime o radice delle fermate (o dei guasti o delle derive).
Il nostro Gsm.NET (SIM, sistema informativo di manutenzione), dal 2012, si è arricchito via via dei nuovi processi che abbiamo inserito per adeguare la gestione del WCM (World Class Manufaturing) al diffondersi della Manifattura 4.0.
Una serie di processi per supportare, in modo semplice e orientato al manutentore in campo, l’insieme di metodi mirati alla analisi dei guasti, delle derive e delle fermate di impianto, con l’obiettivo di eliminare alla radice le cause che li producono ricorrendo alla manutenzione migliorativa (Maurizio Cattaneo, Manutenzione, una speranza per il futuro del mondo, 2012).
Siamo però riusciti a raggiungere solo parzialmente gli obiettivi che ci eravamo prefissati, proprio a causa delle difficoltà ad applicare la MPS dovute alla inadeguatezza nel Problem Solving.
La domanda è: come addestrare i tecnici al Problem Solving?
Abbiamo visto come Problem Solving e Migliorativa siano strettamente collegati (MT&M, Settembre 2018). La capacità di Problem Solving infatti è necessaria “sia per l’attività di diagnosi, sia per valutare le cause prime delle fermate, sia per escogitare percorsi di miglioramento”, da qui la sua utilità e l’esigenza di addestrare i tecnici di manutenzione e in particolare i manutentori in campo.
L’addestramento, nello sport come nelle materie scientifiche, ad esempio, la matematica, è figlio dell’esercizio. Occorreva quindi mettere a punto una Palestra per esercitare i manutentori al Problem Solving o meglio ancora all’MPS.
Abbiamo subito incontrato due difficoltà.
La Formazione, intesa come strumento di addestramento al sapere, è sempre più segnata da percorsi rigidi che portano alla fine a qualche forma di certificazione (diploma, attestato, normativa, eccetera) e non consente di stimolare adeguatamente la creatività e il gioco di squadra che sono cruciali per accrescere le capacità MPS.
Poi, troviamo spesso nelle aziende più metodi e strumenti che persone in grado di metterli in opera, ma affinché la Palestra sia efficace occorre contare su un certo numero di soggetti che collaborano stabilmente fra loro. In questo senso non aiutano certo outsourcing, service e altre soluzioni organizzative che portano a dividere e frammentare su imprese diverse il gruppo dei manutentori.
Superate queste difficoltà abbiamo provato a costruire la Palestra.
La Palestra MPS ha bisogno di una formazione aperta dove le persone imparano ad interagire fra loro nella soluzione dei problemi. Abbiamo quindi preso spunto dalla esperienza dei FabLab che a loro volta si sono ispirati agli atelier rinascimentali dove c’è un maestro e degli allievi come “primus inter pares”, dove il maestro auspica di essere superato da un allievo. Certo l’individualismo dei tempi moderni non si presta tanto a questo genere di esperimenti, ma non bisogna mai abbandonare la speranza nella natura umana.
Poi abbiamo cercato degli strumenti addestrativi: i nostri anelli, pesi, parallele, la nostra algebra. Li abbiamo trovati, dopo qualche tentativo, fra gli strumenti afferenti al cd Pensiero Computazionale. Avendo scartato Scratch, usato per insegnare la logica nei primi cicli scolastici, per addestrare alla logica gli adulti, non ci è rimasto che il più complesso lavoro di gruppo.
Ci sono ambiti dove la passione di alcuni insegnanti e i fini elevati del cd Terzo Settore, con forte senso etico e consapevoli del valore dell’educazione per il progresso della società, hanno portato alla realizzazione di laboratori dove il gioco di squadra e gli stimoli verso il pensiero creativo e non convenzionale, raggiungono lo scopo addestrativo con un intenso lavoro di gruppo.
Fare la Palestra allora si può!
Come ricreare queste condizioni nelle nostre imprese manifatturiere?
Oggi c’è un forte e potente stimolo che viene paradossalmente proprio da un percorso di certificazione: le ISO 9000 e annessi.
Come abbiamo documentato lo scorso mese, le ISO 9000:2015 e, per il settore Automotive, la IATF 16949:2016, hanno un deciso orientamento alla gestione dei rischi (Risk Management) e al miglioramento continuo, elementi di grande impatto sui sistemi di manutenzione e parte del più ampio sistema WCM.
Il legame fra gestione dei rischi e Problem Solving è indiscutibile, anche senza arrivare ai dettagli della FMEA e del suo indice di priorità del rischio, va da sé che l’uno e l’altro sono indissolubilmente collegati (Ivan Fantin, Applicare il Problem Solving, II ed. 2018).
Il settore Automotive, ha fornito il commitment necessario per avanzare nel WCM soprattutto e inizialmente nell’area dei fornitori FCA, come riporta anche il collega Alessandro Amadio: … “L’interessante ritorno del WCM di questi anni è da associare fondamentalmente all’era Marchionne nel periodo attorno al 2005. Il WCM si sta infatti rivelando una delle principali ragioni della recente svolta industriale positiva del Gruppo Fiat-FCA”. Ha affermato Sergio Marchionne: “Il WCM ha l’obiettivo di rendere gli stabilimenti del Gruppo FCA flessibili e competitivi con i migliori del mondo” (Alessandro Amadio, World class manufacturing: I pilastri, la dinamica e l’evoluzione di un Modello eccellente orientato dalla Lean Manufacturing e dai costi, 2017).
La novità è che la WCM non è più solo fra gli obiettivi strategici di FCA, ma i suoi principi fondanti, sono comparsi fra i principali requisiti delle nuove ISO 9000:2015. Ora, dallo scorso 14 settembre in mancanza di questi requisiti, le aziende perderanno la preziosa certificazione ISO 9000: Il commitment è assicurato.
La Palestra non è più appannaggio dei visionari e del Terzo Settore, ma diventa un elemento necessario per accrescere la competitività e mantenere le certificazioni acquisite.
Ricordiamo che in Italia le aziende certificate sono circa 200.000, la platea per MPS quindi è immensa. La posta in gioco è: zero fermate, zero difetti, zero infortuni.
Parafrasando un vecchio proverbio, non dimentichiamo che … “chi SA cosa cercare trova”.
Maurizio Cattaneo, Amministratore di Global Service & Maintenance