Codici etici, cosa cambia dal 2016

Come si evolve la regolamentazione alla luce delle nuove normative

  • Gennaio 13, 2016
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    Codici etici, cosa cambia dal 2016

Codici etici per le aziende: il tema è da tempo al centro di importanti riflessioni.

 

Numerosi passi in avanti sono stati fatti negli ultimi anni ma ora la recente pubblicazione della nuova UNI EN ISO 9001:2015 fornisce ulteriori spunti di riflessione, altre indicazioni da seguire, nuovi requisiti da considerare.

 

I principali strumenti di lavoro per la redazione di codici etici derivano principalmente dalle "buone prassi", che possono andare dagli standard di elaborazione dei contenuti (stesura di indice e sommario in primis) alle regole di aggiornamento che vedono il coinvolgimento della direzione, con specifica assegnazione di responsabilità; dal reporting periodico con tabella di collegamento fra requisiti, a un buon servizio di gestione delle segnalazioni (quello che oggi tutti chiamano "whistleblowing"), sino a regole generali come quelle che riguardano tutte le "policy" ISO (la nuova ISO 19600 "Compliance management systems - Guidelines" è estremamente interessante in proposito). L'inquadramento giuridico generale dei codici etici è sicuramente piuttosto complesso.

 

Da un punto di vista pratico è senz'altro più agevole inquadrarli nelle più generali regole di corporate governance e di corporate compliance. I principi generali dei codici etici, che vanno oltre le nostre leggi nazionali, sono stati individuati nei codici di comportamento e nelle disposizioni internazionali esistenti, quali ad esempio i documenti costitutivi dell'Unione europea, dell'ONU o dell'OCSE.

Ora la pubblicazione delle nuove UNI EN ISO 9000 e 9001 rappresenta un momento significativo anche per l'evoluzione dei codici etici, perché fornisce ulteriori importanti modelli di riferimento. La nuova edizione delle norme sui sistemi di gestione per la qualità introduce e sviluppa tre concetti di grande valore anche per chi deve redigere i codici etici, che così possiamo riassumere: stakeholder, analisi del contesto e risk based thinking.

Il primo - "stakeholder" - è sicuramente quello da considerare con maggiore attenzione. Il codice etico deve essere pensato a seguito di una attenta mappatura degli stakeholder e delle loro esigenze e delle relative opportunità ed esigenze di comunicazione.

 

Questa attenzione per gli stakeholder rende senz'altro più vicini i codici etici alle ISO. Da questo punto di vista gli impegni "etici" o i sistemi di whistleblowing sono aspetti che a pieno titolo possono rientrare nella applicabilità pratica delle norme sui sistemi di gestione per la qualità.

Il secondo concetto tratto dalla nuova UNI EN ISO 9001 è "analisi del contesto". Esso è legato al tema di mission aziendale o di orientamento strategico di fondo. Anche in questo caso la vicinanza con uno dei concetti base dei codici etici è evidente. Questi infatti prevedono nella loro prima parte quelli che dovrebbero essere i principi guida dell'impresa, cioè appunto la sua mission.

 

Il terzo concetto - "analisi dei rischi" - deve essere anche per i redattori dei codici etici un principio guida, un aspetto da tenere in considerazione, come già ricordato citando la norma ISO 19600. Quest'ultima, pubblicata nel dicembre 2014, si occupa del tema della compliance aziendale. È una norma autoportante ed è già redatta secondo il nuovo modello pensato per le norme ISO di tipo gestionale e conosciuto con la sigla HLS (High Level Structure). Ciò significa che è perfettamente integrabile con tutte le altre ISO sui sistemi di gestione come, appunto, le norme della serie ISO 9000.

Anche dal punto di vista terminologico, la norma ISO 19600 collega i requisiti obbligatori e quelli autoimposti nell'impresa, costituendo un unico sistema di "obbligation".

Ora, ogni codice etico implica in certa misura una aspettativa dei soggetti coinvolti e quindi potenzialmente sottintende un rischio danno e un possibile rischio reputazionale, entrambe minacce che bisogna conoscere e saper gestire adeguatamente. Ma nella nuova edizione della ISO 9001 la dimensione del rischio deve essere analizzata anche nella sua accezione di opportunità e i codice etici, già nella loro fase progettuale, devono prendere in positiva considerazione questo aspetto.

 

Insomma, la pubblicazione della nuova edizione delle ISO 9000 fornisce interessanti spunti di approfondimento anche per il mondo dei codici etici aziendali.

 

Stefano Bonetto,

Presidente Commissione "Servizi" UNI

Fonte: www.uni.com

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