La manutenzione con i suoi principi e i suoi processi ha dato un importante contributo nel rendere realizzabile il modello della Economia Circolare e della Industria 4.0.
Il contributo non fu solo concettuale (ricordate il Manuale di Manutenzione degli Impianti Industriali di Luciano Furlanetto & C., 1974, che apriva con il Club di Roma ed i Limiti dello Sviluppo?) ma anche e soprattutto operativo. L’insieme di processi che portano ad una maggiore longevità dei manufatti e alle manutenzioni straordinarie, per il rinnovo e l’adeguamento tecnologico degli impianti. Per fare solo qualche esempio.
Interventi di manutenzione, proattivi direbbe qualcuno, volti a mantenere aggiornato il patrimonio impiantistico e a livellare verso il basso il tasso di guasto.
Fatica, sudore, inventiva, nottate in bianco, quanti impianti trasudano del sacrificio dei manutentori e prosperano con la loro inventiva?
Se oggi si parla di materie prime seconde, se l’Italia, nel complesso dei rifiuti (urbani + industriali) è prima fra i grandi paesi d’Europa con una quota di riciclo che supera l’80% dei rifiuti trattati, mentre la media UE si attesta sotto il 40%, e la Germania, primo paese manifatturiero UE, si posiziona intorno al 45%, lo dobbiamo a persone così, a molti indomiti manutentori, che hanno saputo adattare buoni progetti al mondo reale (Elaborazioni ISPRA su dati Eurostat, 2014).
Ora che siamo arrivati sino qui, dobbiamo fare di più. È il miglioramento continuo. Ma come?
Una delle parole chiave è Upcycling.
In pratica, se diligentemente, con l’economia circolare, si sono eliminati gli sprechi, si rimette in circolo la materia in cicli chiusi o quasi, imitando il comportamento della natura, con l’Upcycling si strapazzano le conoscenze acquisite, si progettano nuovi percorsi per prodotti e servizi completamente nuovi, si orientano i bisogni umani verso un minore fabbisogno di materia e verso un accrescimento dello stock di quella esistente. Se durante le prime tre rivoluzioni industriali l’Umanità ha depredato il pianeta e le sue risorse lungo un percorso esponenziale, con la quarta l’Umanità accresce il patrimonio disponibile, iniziando a restituire alla Natura ciò che in passato le ha indebitamente tolto.
Non bisogna avere una visione ideologica del problema perché altrimenti si riduce ad una polemica fra opposte fazioni ed interessi, è sufficiente osservare la realtà nuda e cruda, così com’è, per comprendere le verità che sono evidenti da quasi tre secoli di storia industriale.
Upcycling è anche il titolo della più recente opera di McDonough e Braungart (2013), con la prefazione firmata nientemeno che dal “Presidente Bill Clinton”, per lasciare ai nostri figli un mondo ancora vivibile, … “siamo tutti sulla stessa barca”.
Paradossalmente le conclusioni di Bill Clinton sono molto vicine al pensiero di Adlai Stevenson, avversario di Eisenhower alle presidenziali del 1952, il quale in un discorso fatto alle Nazioni Unite affermò … “Noi viaggiamo insieme, passeggeri di una piccola navicella spaziale, dipendiamo dalle sue vulnerabili riserve di aria e suolo; la nostra salvezza dipende dalla sua sicurezza e pace e possiamo salvarci dalla distruzione soltanto con la cura e il lavoro — e l’amore che dobbiamo a questo fragile veicolo”.
La situazione dagli anni ’50 ad oggi, però, si è gravemente deteriorata, aprendo nuove falle nella navicella spaziale. La popolazione mondiale che contava circa 2,5 miliardi di persone, ha raggiunto oggi i 7,5 miliardi, il triplo. Mentre oltre un miliardo di persone è denutrito, un altro miliardo è obeso. Quanto alla pace e alle guerre…
L’industria, come sintesi di capitale, tecnologia e lavoro, ha la possibilità di modificare i pericolosi trend individuati nel 1972 nel Rapporto al Club di Roma e nelle sue successive elaborazioni, l’ultima del 2012 (Quarant’anni dopo …).
Dove non arriva la politica, può arrivare la lungimiranza di certi imprenditori, di certe organizzazioni, di un modo evoluto di intendere il fare impresa. Il successo di Amazon, Microsoft, Apple, Tesla, Google, Uber, nasconde una generazione di imprenditori che si sono messi in testa di migliorare il mondo, Jeff Bezos, Bill Gates, Steve Jobs, Elon Musk, Sergey Brin e Larry Page, Travis Kalanick, e molti altri simili a loro, sono ben diversi dai paperoni che hanno fatto grande l’America nel XX secolo, ancorché in gran parte, anch’essi, siano americani.
Persino Papa Francesco, oltre a svolgere i suoi compiti di Padre della Chiesa, ci spinge a rivedere i concetti di organizzazione del lavoro, della società, ci suggerisce percorsi, focus, ci indica la Via …“per cercare insieme il bene comune dell’umanità” (World Economic Forum 2014, ONU 2015, 2017). Nella enciclica Laudato Si, Papa Francesco, si chiede “che tipo di mondo vogliamo trasmettere a coloro che verranno dopo di noi”.
La stessa domanda che si sono fatti molti di coloro che vedono nel percorso della evoluzione tecnologica, non già un mondo popolato di umanoidi, ma un mondo più ricco di risorse e felice. Come abbiamo scritto più volte anche nella nostra rubrica, non già un mondo in decrescita che torna ad illuminarsi con le candele, ma un mondo che utilizza l’intelligenza umana per il miglioramento continuo, per uno sviluppo luminoso e coerente con la nostra Umanità.
Umanità che da sempre guida il manutentore nel suo duro lavoro quotidiano fatto di fatica e di sudore, e anche di diagnosi e inventiva.
Il manutentore che da sempre difende la cultura della conservazione, essendo assieme un “conservatore” e un “rivoluzionario”, perché un manutentore che non fa della migliorativa, come ragionavamo spesso con Luciano, non è un vero manutentore. Agli inizi degli anni ’90 Luciano, volle mettere in ciascun ufficio della RDA, un quadretto con scritto ben in evidenza: Qualità è amore e passione per il proprio lavoro. In modo che tutti si ricordassero che la qualità era il nostro dovere e come andasse perseguita.
E allora ragazzi correte a iscrivervi ai meravigliosi ITT ora ITS, Istituti Tecnici Superiori, e seguite i nostri Fab Lab, troverete un lavoro che vi appagherà e che vi servirà a consolidare il vostro percorso umano e ad essere partecipi del rinnovamento dei prodotti e dei processi che il futuro della tecnologia ci riserverà.
Maurizio Cattaneo