L'edilizia sta cercando da qualche tempo di definire le proprie strategie nei confronti della cosiddetta "digitalizzazione" che altri settori produttivi stanno invece sperimentando e applicando con successo, sia pure con differenti strategie, da diversi anni.
In un momento di grande difficoltà dell'edilizia, che continua a soffrire gli effetti negativi di una crisi evidentemente strutturale e non congiunturale, ogni approccio che faccia sperare in una potenziale innovazione in grado di permettere la ripresa è visto con grande interesse dagli operatori del settore.
Certamente il tema della digitalizzazione dell'industria delle costruzioni assume molteplici declinazioni che tuttavia, a volte, rischiano di essere compresse e limitate nell'ambito di alcune specifiche manifestazioni che vengono, a loro volta, caricate di grandi aspettative e dalle quali gli operatori attendono una soluzione immediata alle proprie difficoltà. In questo senso termini come "BIM" o "edilizia 2.0" assumono un significato quasi taumaturgico che rischia però di far perdere di vista le effettive caratteristiche di innovazione con le quali tali strumenti e metodi possono effettivamente arricchire il settore delle costruzioni.
Probabilmente è proprio nell'ambito della manutenzione edilizia che la digitalizzazione sta da diverso tempo diffondendosi come supporto metodologico/strumentale in grado di innovare approcci e processi in un'ottica di miglioramento della loro efficacia e della loro efficienza. Tutto sommato è relativamente facile oggi imbattersi in manutentori che usano strumenti di gestione digitale delle informazioni - siano essi tablet, palmari, lettori ottici di bar-code o QR-code, lettori RFID, ? - anche nell'ambito di piccole commesse di manutenzione; non è invece altrettanto facile riscontrare l'utilizzo di tali strumenti nei cantieri di edificazione che non siano quelli di opere infrastrutturali o legati a grandi progetti.
Provocatoriamente potremmo dire che il BIM "Building Information Modeling" è già una realtà abbastanza consolidata in ambito manutentivo nel quale viene declinato nel significato di "Building Information Management".
Sulla base di questa ipotesi il tema centrale di questo numero è quello della gestione delle informazioni nei processi di manutenzione "civile" che viene declinato secondo diversi punti di vista:
- quello della modellazione digitale delle informazioni assumendo quale elemento centrale la variazione - e la corrispondente gestione delle conseguenti interfacce - della scala dimensionale di riferimento al variare da edificio a città ("smart buildings" in "smart cities");
- quello della gestione delle informazioni di diversa natura e categoria che deve essere assicurata nel momento in cui si deve controllare la variazione non solo di scala ma della stessa natura dei processi manutentivi (manutenzione civile nell'ambito di contesti di manutenzione industriale);
- quello della possibilità di associare in maniera dinamica i flussi di informazioni agli oggetti fisici che rappresentano l'oggetto dei processi di manutenzione ("internet delle cose");
- quello della gestione, nel tempo e con il supporto della tecnologia digitale, delle informazioni che derivano dalla attività diagnostica e di valutazione delle condizioni sui beni oggetto di manutenzione;
- quello della organizzazione dei processi e del corrispondente patrimonio informativo che deve essere assicurato per il controllo dei risultati attesi.
Giancarlo Paganin
Department of Architecture and Urban Studies (DASTU), PoliMi