Nel campo delle giunzioni a basso apporto termico, la qualità della bacchetta di materiale d'apporto è il cuore della brasatura.
Tale bacchetta infatti, una volta fusa, bagna il materiale base e scorre su di esso creando la vera e propria giunzione. Questo meccanismo di bagnatura e successivo scorrimento sul materiale base si verifica però solo ed esclusivamente se la superficie del materiale base è esente da ossidi.
Rimuovere meccanicamente gli ossidi superficiali a priori dal pezzo risulta quindi importantissimo. Tale rimozione però non è sufficiente a far avvenire la bagnatura del materiale d'apporto fuso sul pezzo. Un nuovo strato di ossido infatti si forma rapidamente durante il riscaldamento, rendendo insufficiente la semplice rimozione dell'ossido di superficie prima della brasatura.
È qui che entra in gioco il disossidante Castolin, elemento altrettanto fondamentale nella brasatura, al pari della bacchetta. Il disossidante è una particolare sostanza o miscela (cloruro di zinco, borace, ecc?) la cui funzione è quella di prevenire la formazione di ossido sui pezzi durante la fase di riscaldamento.
Il disossidante Castolin favorisce quindi l'affinità tra materiale base e materiale d'apporto, permettendo la bagnatura e la scorrevolezza della lega sul pezzo. Dopo l'eliminazione dello strato superficiale di ossido è quindi fondamentale l'applicazione di tale disossidante sui pezzi, prima dell'assemblaggio e del riscaldamento.
La caratteristica di favorire la bagnatura, è solo uno dei diversi vantaggi nell'utilizzo del disossidante Castolin. Esso infatti si comporta, oltreché da protettivo, anche da indicatore di temperatura. Il disossidante, durante la fase di riscaldamento, subisce dei cambiamenti di stato (liquido-solido) o di colore, indice del raggiungimento della temperatura di brasatura: raggiunta questa è quindi possibile depositare la lega d'apporto. Questa ulteriore caratteristica del disossidante aiuta quindi l'operatore a minimizzare l'apporto termico sui pezzi riducendone le deformazioni.
La scelta del disossidante Castolin non è indipendente dalla scelta del metallo d'apporto. L'intervallo di lavoro del disossidante deve essere infatti compatibile con la temperatura di fusione della lega: esso deve essere attivo al di sotto del punto di fusione della lega e rimanere attivo durante tutta l'operazione di brasatura. È importante quindi scegliere un disossidante che sia attivo almeno a 80-100?C sotto il solidus della lega d'apporto e che sia ancora attivo a una temperatura di almeno 80-100?C sopra il liquidus della lega di d'apporto.
In questo modo l'efficacia del disossidante durante l'operazione di brasatura sarà assicurata.
Un altro importante parametro nella scelta del disossidante è la forma in cui si trova. Il disossidante può essere infatti sotto forma di pasta, di polvere o di liquido. La pasta, già pronta all'uso, risulta più facilmente applicabile sui pezzi, semplicemente spennellando il disossidante sulle parti da giuntare. Il disossidante sotto forma di polvere invece dev'essere necessariamente trasformato in pasta dall'aggiunta di acqua, lo stoccaggio di tali disossidanti è più delicato. Il disossidante liquido al contrario, essendo molto fluido, soffre il fatto di essere applicato su particolari geometrie, in particolare lavorando in opera.