Dopo l'estate... la manutenzione?

L'importanza di rafforzare i processi manutentivi a prevenzione degli incidenti

  • Settembre 26, 2015
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    Dopo l'estate... la manutenzione?

La mancanza di particolari novità nel periodo feriale ci riporta a focalizzare ancora una volta la carenza di manutenzione sui mezzi di trasporto sia su gomma che su ferro.

 

Lo spunto parte da una denuncia dei sindacati di AMT Genova dopo l'ennesimo incendio che ha distrutto un autobus, fortunatamente senza conseguenze al personale ed ai viaggiatori. Ma non è tanto l'accadimento in se stesso, quanto il titolo della denuncia:

 

"Il peggio deve ancora venire"

 

Lo stato di usura dei mezzi, l'età media elevata (oltre 13 anni), la carenza di attività manutentive legate alla scarsa disponibilità di personale fanno temere veramente il peggio.

 

E non è il solito "mugugno" di Genova.

 

Questa situazione, fatte le debite eccezioni, si ritrova in moltissime aziende di trasporto pubblico, sia su gomma che su ferro.

 

Non dispongo di dati recenti per la gomma. Ma per la parte ferroviaria l'Agenzia Nazionale per la sicurezza Ferroviaria nel suo rapporto 2014 riporta quanto segue:

 

"Si rileva anche un numero crescente di incidenti lievi e di inconvenienti legati alla manutenzione dei veicoli. Un esempio su tutti è il consistente numero di principi d'incendio ai locomotori che testimoniano una inefficace manutenzione.

 

Le imprese ferroviarie devono presidiare maggiormente i processi manutentivi attivando tutte le possibili sinergie e attività di controllo nei confronti delle nuove figure inserite in tale attività (detentori e soggetti responsabili della manutenzione).

 

Le problematiche manutentive dei veicoli hanno una rilevanza sovranazionale, considerata l'apertura del mercato ferroviario e che la maggior parte del materiale rotabile è gestito da società estere."

 

Queste poche righe fanno paura, soprattutto pensando che di molte problematiche spicciole non si viene a conoscenza.

 

L'Agenzia ha perseguito, su tutti i tavoli ai quali ha partecipato, l'adozione di misure comuni armonizzate da parte di tutte le autorità nazionali, ferma restando la possibilità di adottare misure di urgenza in caso di possibile pregiudizio della sicurezza.

 

Un esempio è rappresentato dal lavoro svolto presso la Task force istituita a seguito dell'incidente di Viareggio e sulla "Quick Response procedure" da attivarsi in caso di criticità legate alla sicurezza o all'efficienza del trasporto (come ad esempio dopo un incidente), al fine di evitare che i soggetti interessati prendano decisioni isolate che possano diventare di ostacolo all'interoperabilità, alla sicurezza o all'efficienza del trasporto ferroviario.

 

Si deve rilevare, però, che continuano a prevalere le esigenze della produttività rispetto a quelle della sicurezza, visto che al momento è previsto che le azioni, comprese quelle manutentive, una volta validate possono essere adottate su base volontaria dagli altri soggetti interessati.

 

Gli accertamenti mirati condotti dall'Agenzia hanno riguardato gli eventi maggiormente critici per tipologia di incidente o per la gravità delle possibili conseguenze, anche in condizioni diverse rispetto a quelle verificatesi, secondo la seguente ripartizione dei fattori di rischio:

  • 9% di casi legati al fattore umano "esterno al sistema ferroviario";
  • 30% di casi legati al fattore umano "interno al sistema ferroviario";
  • 16% di casi legati alla manutenzione dell'infrastruttura;
  • 45% di casi legati alla manutenzione del materiale rotabile.

Nel servizio passeggeri a lunga percorrenza (compreso AV) si rileva una preponderanza degli eventi legati a fattori esogeni all'esercizio ferroviario (54,7% mentre nel 2012 erano circa il 43%) seguiti dalle problematiche manutentive sul materiale rotabile o sull'infrastruttura (il 42,6%mentre nel 2012 pesava per circa il 54%), e in ultimo le problematiche di esercizio che si confermano a circa il 3,5%. Concentrando l'attenzione sulla problematica manutentiva si rileva come la parte preponderante degli eventi sia riferibile a problematiche manutentive del materiale rotabile (circa l'85% mentre nel 2012 il valore si attestava a circa il 55%).

 

Il rafforzamento dei processi manutentivi continua ad essere una priorità per la sicurezza in termini di prevenzione degli incidenti che possono potenzialmente portare a conseguenze disastrose e ciò vale sia per l'infrastruttura che per il materiale rotabile.

 

Tutto bene allora? Non è proprio così.

 

Il problema resta sempre l'attenzione relativa, sempre fatte le debite eccezioni, alla manutenzione e quindi la mancanza di investimenti che effettivamente consentano un salto di qualità.

 

 

Ing. Bruno Sasso

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