ECM, quali vantaggi e opportunità?

Come viene affrontato l’argomento in Siemens

  • Maggio 8, 2017
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La scoperta dell’ECM

Con il tempo è maturata la consapevolezza del valore aggiunto dell’ECM. Se ne sono accorti tutti, anche i grandi costruttori di veicoli ferroviari.

Così è stato anche per Siemens Italia, che con la propria Divisione Mobility, ha ottenuto lo scorso anno la dichiarazione di conformità al Regolamento EU 445/2011 e oggi è impegnata nell’estensione del proprio certificato alle linee guida ANSF per veicoli diversi dai carri merci; processo che si concluderà entro il primo semestre del 2017.

Raggiungere questo traguardo ha richiesto molto impegno e proseguire su questa strada significa continuare a svolgere un lavoro molto duro perché stiamo parlando di rivoluzionare il modo in cui il costruttore di veicoli ferroviari concepisce il proprio ruolo e la propria partecipazione al sistema ferroviario. 

Come viene affrontato l’argomento in Siemens

Storicamente, l’esecuzione della manutenzione dei veicoli ferroviari è stata un’attività propria delle imprese ferroviarie nazionali, le uniche in grado anche di realizzare e gestire impianti di manutenzione spesso grandi quanto - e forse anche più - di interi siti costruttivi.

Tutto ciò ha permesso di garantire nel tempo anche il mantenimento di elevatissime competenze all’interno delle stesse imprese ferroviarie, che hanno da sempre gestito e guardato alla manutenzione come a una attività critica al pari della condotta dei veicoli. Il costruttore di veicoli dall’altra parte si è concentrato sulla garanzia del veicolo.

Ma il mercato e le regole del gioco sono completamente cambiate nell’ultimo decennio, ribaltando lo storico rapporto costruttore – impresa ferroviaria.

Cosa succede in Siemens

In relazione a questa trasformazione, Siemens Italia ha dovuto condividere e verificare i rischi connessi con tale attività in un contesto globale che - in un’ottica di minimizzazione del rischio e di uniformità e standardizzazione del processo – ha necessariamente coinvolto le Regional Company del gruppo coordinate dalla Casa Madre.

Un lavoro di concerto che, al netto delle differenze linguistiche e della diversa legislazione nazionale, ha reso il processo più articolato ma ha consentito di realizzare un progetto di portata europea.

In questo lavoro, stimolata anche dalle linee guida ANSF, Siemens Italia ha riorganizzato le attività di manutenzione delle locomotive secondo il nuovo modello cosiddetto della “casa ECM”: un sistema comune e condiviso tra tutte le realtà della Società che definisce come concepire e mettere in pratica il sistema ECM, gestire i contratti con i clienti (le imprese ferroviarie o detentori) ed erogare la manutenzione, sia con proprio personale sia con l’ausilio di fornitori esterni.

La struttura ECM di Siemens Italia

Per Siemens Italia, le funzioni di controllo e supervisione del sistema ECM sono assegnate alle risorse attive presso gli uffici di Milano mentre la manutenzione è eseguita sia nelle officine Siemens sia presso siti di terzi nei quali sono organizzati cantieri temporanei o permanenti.

Le prime si trovano a Udine, Nola e Novara. Quest’ultima è l’officina principale della rete Siemens, inaugurata a fine 2016.

Garantisce quattro postazioni di lavoro disposte su due binari in fossa oltre a tre binari esterni di parcheggio di cui uno dotato di fossa. Presso il polo di Novara si concentrano soprattutto le manutenzioni delle nuove locomotive X4 (piattaforma Vectron).

A questi siti si affiancano altri impianti non in uso esclusivo di Siemens ma condivisi con altri operatori o presso i quali sono riservate postazioni di lavoro di volta in volta, a seconda dei turni macchina del cliente. Lo scopo è quello di garantire la maggiore copertura possibile tra i punti di assistenza e la rete di traffici dei clienti, ritenendo che la manutenzione debba essere condotta in officine nelle quali una presenza permanente - o quasi - di personale dell’azienda è condizione fondamentale per garantire la sicurezza e la qualità delle lavorazioni.

I contratti in carico prevedono - caso per caso - dall’erogazione dei soli servizi di manutenzione (in regime di full service o interventi spot) alla gestione dell’intero sistema ECM, come nel caso del contratto stipulato a fine 2016 con DB Cargo Italia, filiale italiana delle Ferrovie Tedesche (DB), che vede Siemens Italia impegnata come ECM globale della loro flotta di otto nuove locomotive Vectron DC impiegate sull’intera rete ferroviaria nazionale.

Lo sviluppo del concetto ECM di Siemens

Nell’attività quotidiana di un sistema complesso come l’ECM la condivisione dell’informazione e la gestione della leadership sono elementi nevralgici perché concorrono pesantemente alla creazione di rischi diretti e indiretti che devono essere attentamente valutati nelle analisi da condurre ai sensi del regolamento EU 402/2013 e EU 1078/2012.

A differenza dei processi di produzione industriale e/o di manutenzione di un impianto installato presso il cliente, la gestione di un sistema ECM comporta una collaborazione continua con l’impresa ferroviaria e/o detentore del veicolo e quindi una conoscenza significativa del “sistema ferroviario”; prima estranea al costruttore. La complessità del prodotto da manutenere richiede inoltre una costante formazione e aggiornamento del personale coinvolto nelle manutenzioni e una stretta collaborazione con le strutture dell’azienda deputate allo sviluppo e costruzione della locomotiva.

Per tutti questi motivi, l’ECM si trova in capo a una serie di rapporti e responsabilità che vanno ben oltre la mera esecuzione della manutenzione ma che coinvolgono la gestione e il controllo dell’intero processo manutentivo.

A partire dalla costruzione del veicolo stesso.

Questo attribuisce all’ECM compiti e responsabilità ben più ampie della manutenzione in sé e che - ad oggi - sono talvolta percepite dalle funzioni tradizionali e consolidate come la fabbrica o l’esercizio, quali ingerenze di competenza.

In un’economia nella quale il manufatto tende a diventare sempre più una commodity, il prodotto in cui Siemens è impegnata, ovvero la costruzione e la gestione di flotte di locomotive, costituisce ancora un bene di grande valore, un sistema complesso nel quale la parte hardware continua a essere essenziale e sinergica con l’analisi dei “big data”. La locomotiva è permanentemente connessa e, attraverso la trasmissione, l’analisi e la condivisione dei dati di bordo, il processo di manutenzione si aggiorna verso la digitalizzazione. Per valorizzare l’accessibilità a un’enorme mole di dati, l’elaborazione di algoritmi e metodi d’intelligenza artificiale saranno essenziali in futuro per l’analisi dei dati stessi e per il supporto alla decisione.

Siemens Italia è la prima Regional Company nel mondo ad avere ottenuto la dichiarazione di conformità al Regolamento EU 445/2011, per questo motivo lo sviluppo del sistema ECM è condiviso con gli altri colleghi della conglomerata attraverso un gruppo di lavoro europeo, laddove ogni paese trasmette le proprie esperienze, e risultati.

Ad esempio, lo sviluppo e aggiornamento tecnico della nuova piattaforma Vectron è gestito da un unico team europeo nel quale i servizi di manutenzione (fleet management) di ogni paese sono condivisi con i colleghi della casa madre impegnati nella costruzione del veicolo. Ciò consente un trasferimento di esperienza che concorre all’aggiornamento della piattaforma.

Queste informazioni, condivise e analizzate a livello d’ingegneria dalla casa madre, portano alla redazione di frequenti documenti di aggiornamento che l’ECM recepisce a livello nazionale. Di questi si valuta l’impatto sulla sicurezza e si condivide con il cliente (impresa ferroviaria o detentore) il piano di intervento, indicando puntualmente in che modo le modifiche apportate influiscano sulla sicurezza e sulla condotta del veicolo.

Conclusione

Sempre più spesso la manutenzione del veicolo si conforma a una gestione del valore del bene per l’intero ciclo vita utile e il costruttore è chiamato a prendersi carico anche della keepership e dell’asset management dei veicoli dei quali fino a pochi anni fa era solo il realizzatore. In questo contesto, l’impresa ferroviaria diventa sempre più partner commerciale del costruttore.

Questa direzione è chiaramente tracciata nel quarto pacchetto ferroviario della UE. È evidenziata nel nuovo regolamento EU 796/2016 e nella direttiva EU 797/2016 ed è costantemente ribadita nelle presentazioni e dissertazioni dell’ERA relative all’interoperabilità del sistema ferroviario dell’Unione Europea.

Anche in conseguenza dei nuovi strumenti di partnership pubblico-privato, sempre più spesso i costruttori sono chiamati a farsi carico anche dei rischi finanziari connessi alla realizzazione di interi nuovi sistemi di trasporto o progetti “chiavi in mano” nei quali l’ECM è coinvolto nello sviluppo del progetto sin dalla definizione della forma e organizzazione delle officine di manutenzione.

Si può quindi dire che Siemens ha decisamente imboccato la strada per diventare un grande ECM europeo e consolidare - anche tramite questo strumento - la sua posizione nel mercato ferroviario globale.

Giuseppe Cavalleri,
 Responsabile ECM Siemens Spa Mobility