Formazione a distanza nella manutenzione: croce o delizia?

L’emergenza sanitaria dell’ultimo anno e mezzo ha messo il mondo intero nella condizione di doversi “arrangiare” per svolgere le proprie attività, imparando ad adattarsi alle circostanze

  • Settembre 20, 2021
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    Formazione a distanza nella manutenzione: croce o delizia?

Rispetto all’organizzazione del lavoro, in questo biennio si sono diffuse espressioni prima non di uso universale, come “Smart working”, “formazione a distanza, “webinar”, che accompagneranno le imprese per molto tempo ancora, anche quando questa pandemia sarà finita. Le strutture tecniche non fanno eccezione. Proprio la formazione a distanza, nell’ambito della formazione continua nei processi di manutenzione, si è rivelato un passaggio obbligato, ancorché complesso da gestire.

Vantaggi e criticità

Va detto subito che il mondo della formazione continua ha preso atto che la presenza non è da considerarsi un elemento imprescindibile e che attrezzandosi adeguatamente l’utenza può usufruire di molti servizi di questo tipo, grazie alla tecnologia corrente. La formazione pratica, a meno di usare tutorial dedicati a singoli specifici aspetti (ad esempio, la configurazione e l’utilizzo di un CMMS), non è tuttavia praticabile. Risolto dunque il problema dell’isolamento per l’impossibilità di organizzare fisicamente “aule”, sono emerse criticità anche inaspettate, a partire dai problemi di connessione: questi inevitabilmente rendono difficoltosa la continuità delle lezioni con audio e video non sempre funzionanti, connessione instabile che talvolta tende a “saltare”, difficoltà di gestire in simultanea più canali audio, eterogeneità delle piattaforme di comunicazione, costi associati alla necessità di rendicontare connessioni/disconnessioni degli utenti e registrazione delle lezioni nel caso di corsi i cui costi sono in parte o del tutto coperti da fondi pubblici.
Dopo almeno tre anni di dibattito sulla “Manutenzione 4.0” e sui relativi investimenti, tutto ciò può apparire sconfortante, ma gran parte dei soggetti industriali/produttivi si è trovata impreparata di fronte a questo semplice utilizzo della connettività. Difficile pensare a tutorial in realtà aumentata per la manutenzione a distanza (“Remote Assistance”) quando non si riesce neppure ad avere una buona qualità audio/video in un’aula interattiva con 4-5 utenti connessi.
Un’altra espressione diventata patrimonio comune al di là del suo reale significato, “resilienza”, intesa in senso lato come capacità di reagire di fronte alle avversità, è stata dunque clamorosamente tradita.
Altro aspetto critico è la relazione interpersonale, perché per quanto sia abile un docente e siano partecipativi gli utenti, vi è sempre uno schermo che fa da filtro, impedendo una vera e propria interazione e confronto personale. Se nella classica didattica “scolastica” questo è un problema noto ai sociologi, ancora da esplorare è l’impatto nella formazione continua per i cosiddetti “operativi” (sovente già poco avvezzi alla formazione in sé), i quali richiedono, per essere coinvolti, doti di comunicazione, interazione, coinvolgimento che solo docenti esperti e appositamente preparati possono mettere in atto.
Come noto, infatti, il paradigma dell’apprendimento teorico-pratico prevede che si dica, si mostri, si faccia fare, e dunque solo il concetto che ha subito tutti gli step “conoscenza, osservazione, messa in pratica” può considerarsi realmente “appreso”.
Fra le metodologie didattiche possibili, risultano particolarmente efficaci da questo punto di vista quelle che assommano elementi di comunicazione presa dal marketing e altri di valore più prettamente tecnico. Gli elementi essenziali individuabili sono i seguenti:

  • Stile teatrale, con padronanza delle pause, della gestualità e del linguaggio non verbale in genere, improvvisazione, a seguire una sorta di copione rappresentato dal programma mai seguito pedissequamente, ma adattato rispetto alle reali capacità dell’uditorio di vedere/sentire/interagire
  • Narrazione conforme ai principi della stand up comedy, con interposizione di elementi atti a fissare i concetti (“tormentoni”), richiami alle specifiche realtà note (elemento imprescindibile del linguaggio comico), utilizzo di elementi chiave ben noti nella cultura classica per i quali si citano, qui fra tutti, “Il riso, saggio sul significato del comico” (Henri Bergson - 1900) e “L’umorismo”, (Luigi Pirandello - 1908).
  • Profonda conoscenza degli argomenti trattabili che derivi dall’esperienza sul campo. La teoria in questo caso è solo l’elemento centrale, da rimarcarsi con le metodologie suddette, inserito in una cornice di aneddoti di vita vissuta, casi di studio, esempi, destinati a fissare e radicare concetti altrimenti “volatili”

Senza mai dimenticare che si sta parlando di formazione tecnica e non di spettacolo, l’efficacia della didattica è oggetto in questi mesi di un interessante dibattito dal quale si conferma come la docenza non possa essere affidata semplicemente ad esperti di settore, ma a comunicatori di professione che possiedano solide basi teoriche e abbiano nel contempo maturato solide esperienze sul campo. Materiale umano non facile da trovare, va detto.

Conclusioni

La formazione a distanza è stato un mezzo imprescindibile durante la pandemia e ha rappresentato l’unica opzione per non interrompere la formazione continua, indispensabile in quanto parte di quegli investimenti anticiclici essenziali nei periodi di crisi.
Ottenere risultati nel campo della formazione sui processi tecnici comporta una difficoltà in più rispetto a quelle ben sperimentate in campo scolastico o post scolastico: solo con docenti preparati per questa modalità si può confidare su risultati efficaci.

Alessandro Sasso, Presidente Man.Tra Coord. Sez. Liguria - A.I.MAN.