Genesi ed evoluzione della Manutenzione

In questo periodo, caratterizzato da profonde turbolenze nello scenario ambientale mondiale, si fa un gran parlare della Manutenzione. Ma può essere innovativa la Manutenzione?

  • Novembre 18, 2024
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    Genesi ed evoluzione della Manutenzione

L’evoluzione dell’uomo verso l’Homo Sapiens è accompagnata da tappe significative che lo trasformano da animale a individuo pensante. L’invenzione della ruota, risalente al Neolitico circa 5000 anni fa, ha avuto uno sviluppo rapidissimo. Questa ruota è stata utilizzata per scopi militari, commerciali e agricoli. Purtroppo, è immaginabile che queste ruote si rompessero facilmente, causando gravi danni alle cose e alle persone. Finché qualcuno, stanco di ripararle e più curioso degli altri, cominciò a chiedersi: "Ma perché si rompe?"

Nacque così la Manutenzione

Possiamo quindi far risalire al Neolitico la nascita di una Manutenzione “ragionata”, in particolare legata allo sviluppo dell’agricoltura, che comporterà la prima rivoluzione culturale dell’uomo e consentirà il perfezionamento delle attività volte al mantenimento delle attrezzature agricole. Già nel Paleolitico sono presenti testimonianze di semplici attività di riparazione, sebbene questi siano tentativi grezzi di ripristinare quanto si era rotto incidentalmente.

La Manutenzione nel periodo Neolitico

La caratteristica dell’uomo del periodo Neolitico è lo sviluppo di capacità cognitive che gli consentiranno un progresso galoppante, anche grazie alla scoperta della scrittura. Queste capacità sono innate, una predisposizione naturale a pensare in modo critico e creativo, ad osservare i fenomeni naturali e trarne suggerimenti per la risoluzione dei problemi.

L’Homo Sapiens diventa ancora più sapiens, poiché in possesso di un’intelligenza di cui è consapevole, che lo distingue dal mondo animale. Il passaggio culturale che segnerà la nascita di una Manutenzione ragionata è quindi la capacità di astrazione; l’Homo Sapiens inizia a chiedersi il perché dei fenomeni che vive, una domanda simile a quella del bambino che ripete “perché” a ogni risposta. Questo processo consente all’Homo Sapiens di scoprire che, dietro ogni effetto (come la ruota rotta), esiste una causa (il motivo per cui si è rotta).

Queste considerazioni ci portano a dare alla Manutenzione una prima definizione: “La Manutenzione è l’azione correttiva generata dall’analisi delle cause che hanno provocato il guasto,” dove l’azione può essere una riparazione o un miglioramento, come il mantenimento degli attrezzi (ingrassare, affilare, raffreddare, ecc.).

La Manutenzione nella quarta rivoluzione

Facciamo un salto ai giorni nostri e vediamo come definisce la Manutenzione la normativa vigente. La norma UNI EN 13306:2018 definisce la manutenzione come “la combinazione di tutte le azioni tecniche, amministrative e gestionali, comprese le attività di supervisione, durante l'intero ciclo di vita di un'entità, destinate a mantenere o riportare l'asset in uno stato tale da poter svolgere la funzione richiesta.”

Questa definizione descrive “come fare” manutenzione, ma non ci dice nulla su “cosa è” la Manutenzione. Questo porta a realizzare modelli organizzativi e gestionali creati per rendere la Manutenzione sempre più reattiva alle condizioni che portano al guasto o all'avaria. Le politiche di Manutenzione correttiva, ciclica, ispettiva e predittiva sono tutte reattive, cioè destinate a “mantenere o riportare l'asset in uno stato tale da poter svolgere la funzione richiesta.”

Si tratta quindi di una Manutenzione che insegue il guasto nella speranza di anticiparlo, sempre nella logica dell’inevitabilità dell’evento negativo; accettiamo l’idea che il guasto ci sarà sempre. Siamo quindi lontani anni luce dalla logica del Guasto Zero di Nakajima nel suo TPM.

Guasto Zero: un'utopia o una possibilità?

Il Guasto Zero, inteso come massimizzazione della disponibilità operativa, è una necessità. Per raggiungere questo traguardo, occorre una Manutenzione più intelligente, flessibile e orientata all’uomo. È una Manutenzione proattiva, ovvero una strategia di gestione degli impianti e delle attrezzature che si concentra sull'eliminazione delle cause dei guasti possibili prima che si verifichino, piuttosto che reagire a essi dopo il loro verificarsi.

Questa Manutenzione valuta le probabilità di accadimento di un determinato evento e ne individua le cause, impedendo così il manifestarsi dell’evento stesso. È una Manutenzione altamente tecnologica, ma che ha radici profonde nella capacità critica del pensiero umano. È una Manutenzione capace di evolversi continuamente e rappresenta l'opportunità di integrare tecnologia avanzata, sostenibilità e benessere umano, mettendo al centro non solo l'efficienza operativa, ma anche la responsabilità sociale e ambientale. Una Manutenzione che è a pieno titolo protagonista della Transizione 5.0.

La Manutenzione Evolutiva

La Manutenzione Evolutiva è caratterizzata da interventi finalizzati al miglioramento strutturale di un sistema, con l’obiettivo di aumentarne il valore nel corso del suo ciclo di vita. Essa si concentra sull'adeguamento e sul miglioramento di un sistema, piuttosto che sulla semplice correzione o ripristino delle funzioni originarie.

La Manutenzione Evolutiva è generalmente considerata una forma di manutenzione straordinaria, poiché non si limita a mantenere il sistema o l'impianto nelle condizioni di funzionamento attuali, ma mira a migliorarlo o adattarlo a nuove esigenze o tecnologie. Le caratteristiche della Manutenzione Evolutiva nel paradigma della Transizione 5.0 sono pertanto (fonte: chatGPT):

  1. Sostenibilità: La manutenzione evolutiva promuove pratiche che riducono l'impatto ambientale, ad esempio attraverso la manutenzione predittiva e la progettazione di sistemi per una durata maggiore e un minore consumo di risorse.
  2. Integrazione Tecnologica: Utilizza tecnologie avanzate come IoT (Internet of Things), Big Data e Intelligenza Artificiale per monitorare e gestire gli asset in tempo reale, prevedendo guasti e pianificando interventi in modo ottimale.
  3. Centralità dell'Umano: A differenza dei paradigmi precedenti, la Transizione 5.0 pone l'accento sul benessere degli individui.

La Manutenzione Evolutiva cerca pertanto di migliorare non solo l'efficacia e l’efficienza di macchine e impianti, ma anche la qualità della vita dei lavoratori, garantendo loro un ambiente di lavoro più sicuro. In sintesi, la Manutenzione Evolutiva nel contesto della Transizione 5.0 è un paradigma che integra tecnologia e attenzione al benessere umano. Questo approccio non solo migliora l'efficienza delle operazioni industriali, ma contribuisce anche a costruire un futuro più sostenibile.

Conclusione

Essere evolutiva è nel DNA della Manutenzione, e tale sarà finché l’uomo porterà in sé le caratteristiche dell’Homo Sapiens “Problem Solver”, ovvero quella curiosità, quel desiderio di andare oltre il visibile, quel bisogno di comprendere fatti e fenomeni che lo circondano. È quel continuo chiedersi “perché” per scoprire e neutralizzare le cause profonde che sono spesso nascoste, ma pronte a spuntare fuori e creare effetti negativi.

Essere innovativa per la Manutenzione significa avere pieno possesso di quegli strumenti tecnologici, dalla manutenzione predittiva al big data, fino alla realtà aumentata, che consentiranno di cavalcare la Transizione 5.0 alla ricerca della massima efficienza in un contesto gestionale ed organizzativo teso a dare valore all’individuo.

 

Francesco Gittarelli, Coordinatore Sezione Formazione A.I.MAN