La recente sentenza sulla tragedia di Viareggio ha portato in primo piano l'attività e le responsabilità degli appaltatori dei servizi di manutenzione (le officine).
Non conosciamo in dettaglio le motivazioni della sentenza ma salta subito agli occhi la mancata forte distinzione tra l'officina (la tedesca JUGENTHAL) che ha eseguito la revisione della sala (l'assale del carro) che con la sua rottura ha provocato il disastro e l'officina (CIMA di Bozzolo) che ha montato la sala ricevuta in conto lavoro (sostituzione).
In effetti, anche alla luce delle linee guida ANSF al riguardo, la CIMA non avrebbe dovuto avere l'obbligo di “rifare” i controlli ultrasuoni della sala già, almeno in teoria, compiuti dall'officina tedesca, ma solo accertarsi che TUTTI i documenti della sala ricevuta fossero in ordine ed effettuare il montaggio secondo le procedure previste.
Come detto, vedremo le motivazioni per eventualmente ritornare sulla questione.
Quello che ci interessa ribadire, alla luce di quanto sopra riportato, è il ruolo fondamentale che l'officina deve svolgere nelle nuove impostazioni della manutenzione che già in campo ferroviario si stanno affermando.
Questi aspetti sono purtroppo ancora poco considerati nel settore del trasporto su gomma.
In particolare nel campo del TPL (trasporto pubblico locale), dove coesistono officine interne alle aziende di trasporto ed esterne (appaltatori), non esistono impostazioni generali sulle officine, e solo in pochi casi virtuosi si incontrano regolamenti, procedure e contratti che coinvolgano e responsabilizzino compiutamente le officine sui risultati dell'attività manutentiva.
I recenti incidenti dovuti a problematiche manutentive riguardanti autocarri ed autobus, che peraltro avevano passato il collaudo della Motorizzazione, danno una fotografia ancora non adeguata del sistema manutentivo del trasporto su gomma.
Ribadiamo quindi il nostro invito a perseguire anche per la gomma una sistemazione con nuove e certe regole, come già fatto per il settore ferroviario.
Ma cosa deve fare un “appaltatore di servizi di manutenzione”?
Recita la COCS 30.5 di Trenitalia:
Le ditte appaltatrici alle quali possono essere affidati contratti per la manutenzione di organi di sicurezza dei veicoli per i quali Trenitalia è iscritta quale Soggetto Responsabile della Manutenzione nel RIN e di riparazione/revisione di loro componenti riparabili di sicurezza facenti parte degli OdS dei veicoli, ai sensi dell’allegato 7 della revisione vigente della COCS 20/DT, devono essere in possesso di un Sistema di Qualità aziendale conforme alle norme UNI EN ISO 9001 con perimetro di certificazione che include le attività oggetto dell’appalto.
In particolare le ditte appaltatrici dovranno assicurare:
A. Il rispetto dei Piani e delle Disposizioni di Manutenzione/riparazione/revisione, forniti dal committente, da dimostrare con la tracciabilità delle operazioni di manutenzione effettuate.
Le ditte appaltatrici, in coerenza con il proprio Manuale della Qualità, devono fornire i Documenti della Qualità relativi all’appalto.
Nel Piano di Riparazione e Controllo o nelle Schede di Manutenzione/Liste Operazioni la ditta appaltatrice definisce e descrive i processi attraverso i quali essa assicura il rispetto della corretta esecuzione di tutte le operazioni riportate nei Piani e nelle documentazione di manutenzione applicabili alle operazioni oggetto dell’appalto.
B. Il controllo della conformità dei ricambi utilizzati per l’esecuzione delle operazioni di manutenzione, sia quelli di nuova acquisizione che quelli riparati.
La ditta appaltatrice esegue i controlli della conformità dei ricambi utilizzati per la manutenzione dei veicoli ai disegni e alle specifiche tecniche forniti secondo quanto previsto dal proprio Sistema di Qualità conforme alle norme UNI EN ISO 9001.
Le eventuali Non Conformità (NC) rilevate dalla ditta appaltatrice durante i controlli relativi alla sorveglianza dei subfornitori e durante i controlli di prodotto sugli stessi dovranno essere comunicati al Gestore del Contratto di manutenzione dei veicoli.
C) La gestione della documentazione (ad es. il recepimento della documentazione tecnica ricevuta, l’aggiornamento, la distribuzione al proprio personale, ecc…).
La ditta appaltatrice deve specificare in apposite procedure le modalità adottate per la gestione della documentazione tecnica ricevuta e, nella fattispecie, indicare le responsabilità e le modalità operative per:
- il recepimento della documentazione ricevuta;
- l’elaborazione/aggiornamento nel rispetto della documentazione tecnica ricevuta e di quella di riferimento;
- la gestione del flusso distributivo della documentazione, affinché la stessa sia recepita in modo tempestivo, e sia assicurata la tracciabilità del ricevimento della documentazione da parte dei soggetti destinatari al fine di garantire l’esecuzione delle operazioni di manutenzione conformemente alla documentazione in vigore.
D. L’impiego di personale in possesso di abilitazione rilasciata ai sensi delle “Norme ANSF per la qualificazione del personale” (decreto ANSF 4/2012)
E. Il possesso di un Sistema di Gestione delle Competenze (SGC) per assicurare nel tempo il mantenimento delle abilitazioni.
Ma all’officina si richiede anche il raggiungimento di target di manutenzione per la definizione dei quali occorre:
- tener conto che il livello di sicurezza del sistema deve essere mantenuto ovvero migliorato ove ragionevolmente possibile;
- stabilire in funzione dell’oggetto del contratto gli INCIDENTI/EVENTI CRITICI (INC/EC) che verranno utilizzati come riferimento per il monitoraggio e la valutazione del raggiungimento/mantenimento dei target.
Sembra tutto così semplice e chiaro…
I cinque punti sopra ricordati obbligheranno quindi le officine, indipendentemente dal fatto che lavorino nel settore gomma o nel settore ferro, a cambiamenti di mentalità e ad investimenti anche onerosi, pena nel tempo l’esclusione dal mercato.
Non saranno permesse scorciatoie né altri sistemi purtroppo in voga per anni. È un sogno?
Gli scenari della Manutenzione 4.0 che invariabilmente seguiranno il sempre più elevato e necessario sviluppo dell’Industry 4.0 non lasciano molte strade alle nostre officine.
Chiudiamo con una riflessione, semplice ma nello stesso tempo basilare:
“Il potenziamento della manifattura High Tech è quindi un prerequisito fondamentale per lo sviluppo sostenibile della società”. (*)
(*) Cingolani-Metta: Umani ed Umanoidi
Bruno Sasso, Coordinatore Sezione Trasporti A.I.MAN.