Dal 6 al 9 novembre a Rimini si è tenuto Ecomondo, un appuntamento di riferimento per la Green e Circular Economy nell’area Euro-mediterranea. Noi con la nostra rivista abbiamo partecipato a un convegno nell’ambito degli Stati Generali della Green Economy che faceva il punto sulla situazione dell’Economia Circolare in Europa e in particolare nel nostro paese. Una prima nota positiva riguarda Il posizionamento dell’Italia nella gestione dei rifiuti totali in UE. Stefano Laporta, Presidente Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), ha riferito che, sommando i rifiuti urbani e gli speciali, l’Italia risulta al quinto posto nella classifica dei paesi “ricicloni”, ma, come si può vedere dalla immagine, precede Germania, Francia, Regno Unito, e Spagna (dati Eurostat 2014). Se osserviamo la capacità di recupero della materia (barra in verde) l’Italia è al secondo posto dietro la Slovenia, smentendo il luogo comune che ci vede fanalino di coda dell’Europa.
Sui rifiuti urbani evidenzia Laporta, siamo un po’ più indietro, ma nei rifiuti speciali che comprendono anche i rifiuti industriali siamo i primi in Europa.
Ciò è dovuto come sottolinea Roberto Morabito (ENEA) alla Eco-innovazione di Sistema, con l’accorciamento delle filiere e delle catene di distribuzione, nel settore agroalimentare, e con la creazione di ecodistretti nell’industria e in particolare nelle PMI. Dal canto suo, il piano Industria 4.0, offre un contributo nella prevenzione e nella chiusura dei cicli industriali e nella messa a punto di nuovi modelli di business che garantiscono ottimizzazione ed efficientamento.
Si realizza così una “Simbiosi Industriale” con l’identificazione di nuove fonti di approvvigionamento, continua Morabito, e con la valorizzazione delle risorse creando un nuovo punto di vista sui rifiuti e sulle cd materie prime seconde. Nel corso del convegno e della successiva tavola rotonda, è stato evidenziato come la manutenzione supporti molto convenientemente le attività di riciclo e valorizzazione dei rifiuti, contribuendo a dare nuova vita e a prolungare la longevità dei beni, e al tempo stesso creando centinaia di migliaia di nuovi posti di lavoro. L’industria del riciclo porterà un pieno sviluppo del settore del recupero già oggi ben avviato. Perché, come ha spiegato Cinzia Tonci del MISE, se l’Italia appare, soprattutto al centro sud, come invasa dai rifiuti urbani, è invece in testa in Europa per ciò che riguarda la quota di riciclo sul totale dei rifiuti trattati. In Italia la quota di riciclo supera l’80% dei rifiuti trattati, con una media UE che si attesta sotto il 40%, e la Germania, primo paese manifatturiero UE, che si posiziona intorno al 45%.
Infine il 29 novembre i ministri Gianluca Galletti e Carlo Calenda hanno presentato a Roma un documento strategico sulla economia circolare in Italia, frutto di una consultazione pubblica durata circa quattro mesi. Una volta approvato il documento dal Governo, vi saranno dal 2018 in poi, nuovi incentivi alle imprese per lo sviluppo della Economia Circolare e della Industria 4.0.
Maurizio Cattaneo, Coordinatore Regionale Emilia-Romagna A.I.MAN.