L'EOR termico per il recupero assistito del petrolio, in auge da più di cinquant'anni, è una tecnologia relativamente antica. Ma durante gli ultimi vent'anni l'EOR termico si è evoluto per assolvere a tutta una serie di esigenze che si sono presentate via via nel corso del tempo, incluso: riscaldamento a vapore, dissoluzione di un soluto in un solvente, combustione in situ, riscaldamento ohmico diretto del serbatoio, riscaldamento a microonde, drenaggio per gravità assistito dal vapore (SAGD).
Nel tempo tutte queste tecniche sono state proposte con l'obiettivo di ridurre la viscosità dell'olio pesante e consentirne così l'estrazione dai serbatoi. Gli oli pesanti che hanno una gradazione inferiore ai 22,3 gradi API non scorrono facilmente. L'olio pesante e bitume sono valutati con una gradazione inferiore ai 10 gradi API gravità, risultando più pesanti dell'acqua.
La viscosità dell'olio dipende dalla temperatura, perciò anche un aumento di 80°C abbasserà la viscosità, favorendo un'estrazione semplificata; basta consultare qualsiasi tabella di viscosità per rendersene conto.
Attualmente, il vapore utilizzato per un drenaggio SAGD può essere una soluzione, ma richiede l'impiego di una notevole quantità di acqua, e perdipiù si estrae con l'olio.
Per ogni barile di petrolio vengono prodotti tra i due e i sette barili d'acqua. Quest'acqua prodotta può per altro essere considerata rifiuto pericoloso a causa dell'elevata salinità, la presenza di fanghi, e tracce di sostanze chimiche conseguenti a perforazione. Anche se è possibile fare ricorso a svariate tecnologie e metodi, l'utilizzo di un riscaldatore elettrico può essere la soluzione ottimale sia tecnicamente che economicamente.
Un sistema di riscaldamento affidabile
Per oltre cinquant'anni si è riflettuto sul fatto che i riscaldatori elettrici potessero essere una soluzione in questo senso. Tuttavia, le caratteristiche tecniche di bassa tensione (meno di 600 V) ne hanno limitato l'uso a causa della dissipazione di energia spesso verificatasi nel rivestimento e per la insufficiente lunghezza dei riscaldatori nelle perforazioni di pozzi orizzontali. Queste due caratteristiche hanno fatto sì che i riscaldatori a bassa tensione si rivelassero del tutto antieconomici per le applicazioni commerciali, mentre numerosi prototipi di breve lunghezza (fino a circa 75 metri) hanno dimostrato come questa tecnica di riduzione della viscosità sia tecnicamente possibile, ma assolutamente antieconomica. Negli ultimi cinque anni diverse società petrolifere hanno investito nella ricerca, e una di esse è riuscita a sviluppare un sistema di riscaldamento di medio-voltaggio (4.160 V).
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