La nuova impostazione che l'ANSF (Agenzia Nazionale per la Sicurezza Ferroviaria) sta dando al sistema ferroviario nazionale ed al sistema manutentivo in particolare richiede, al di là degli aspetti strettamente tecnici, un presupposto di base che non è stato, o molto poco, adeguatamente messo in rilievo.
Questo presupposto è la necessità di un cambiamento di mentalità che il sistema manutentivo, a tutti i livelli, dalla gestione all'operativo, deve sforzarsi di attuare.
Il problema principale che la formazione deve affrontare in maniera preventiva è quindi il coinvolgimento delle persone.
Quanto segue, anche se l'analisi è per forza di cose limitata, vale a maggior ragione per tutti gli altri settori del trasporto (ad esclusione di quello aereo, molto più avanti anche su questa strada).
La nuova impostazione della formazione
La trasformazione della manutenzione del trasporto che si è attuata nel corso degli anni a partire dal secondo dopoguerra ad oggi e che è culminata nel considerare la manutenzione come un processo ed il sistema manutentivo come un fornitore di servizi (con un rapporto cliente/fornitore e quindi come centro di "profitto", virtuale o meno, e non come centro di costo), ha portato di conseguenza alla necessità che il manutentore, a tutti i livelli, non sia più un soggetto passivo ma diventi un soggetto attivo del sistema manutentivo stesso, ognuno per la propria parte di attività e competenza.
Ho avuto modo di verificare, nel corso di attività di formazione, che proprio questo è il passaggio più difficile e complicato sia perché richiede un cambio di una mentalità troppo spesso radicata nel tempo, sia perché non si può affrontare in maniera efficace in una aula con 10-15 persone, ma andrebbe affrontato per ogni singola persona.
È necessario quindi creare la consapevolezza del proprio ruolo e del contributo che ognuno può portare al miglioramento del sistema manutentivo.
Solo dopo questo passaggio la successiva formazione tecnica (generale e specialistica) può avere possibilità di successo.
Gestione del coinvolgimento delle persone
La gestione di questi aspetti, che non sono necessariamente confinati nel percorso formativo, ma possono e devono essere affrontati nell'ambito lavorativo, si sviluppa attraverso diverse fasi (vedere norma ISO 10018:2012):
- Analisi del coinvolgimento delle persone e dell'acquisizione delle competenze.
- Pianificazione del coinvolgimento e delle competenze a livello di organizzazione, di gruppo ed individuale.
- Attuazione dei piani e delle azioni.
- Valutazione dei piani e delle azioni per identificare le opportunità di miglioramento continuo.
I leader (titolari, manager) devono portare le persone ad assumersi responsabilità ed a lavorare in autonomia. Diventa quindi importante l'attenzione ai fattori umani:
- Comunicazione: per favorire una comprensione condivisa ed il coinvolgimento delle persone.
- Reclutamento: esame e selezione delle persone.
- Consapevolezza.
- Impegno: del datore di lavoro, dell'organizzazione, delle persone.
- Responsabilità ed autorità: i manager devono operare in modo che le persone possano assumersi la responsabilità.
- Capacità di lavorare in gruppo.
- Creatività ed innovazione.
- Riconoscimento dell'attività.
Tutto questo comporta una responsabilità della direzione (datore di lavoro, manager) che tra le altre cose deve:
- Coinvolgere le persone nella creazione e nell'aggiornamento degli obiettivi.
- Coinvolgere le persone nel funzionamento del sistema.
- Assicurarsi che le persone, di cui si conoscono difficoltà ed opportunità, dispongano della responsabilità ed autorità (autonomia) per svolgere efficacemente i loro compiti.
Scuola
Applicare, totalmente o parzialmente, quanto indicato sopra ad organizzazioni esistenti, con personale gestionale ed operativo già mentalmente inquadrato, è sicuramente pesante, anche perché il datore di lavoro, soprattutto nelle piccole realtà, non vede il ritorno immediato di queste azioni, salvo poi lamentarsi se perde personale o peggio i contratti.
Diventa quindi fondamentale poter iniziare a parlare di queste cose già dalla scuola, preparando quelle azioni di impostazione culturale che AIMAN e le Associazioni operative ad essa legate stanno da sempre propugnando.
Sperando che non salti fuori di nuovo qualcuno che dica che con la cultura non si mangia.
Bruno Sasso