Il Facility Management sta vivendo un importante momento di riflessione e condivisione dei suoi principi e dei suoi fondamenti in una prospettiva di maturazione e consolidamento di un settore che, a volte, appare ancora poco efficace nell'esprimere le sue potenzialità. Dopo anni nei quali persino la semplice definizione di "facility management" poteva essere, anche significativamente, diversa a seconda di chi la proponesse, si sta ora assistendo a una condivisione sempre maggiore dei concetti di base e della terminologia relativa a questo settore dei servizi. Questa tendenza all'armonizzazione di concetti e regole è dimostrata anche dal crescente interesse della normativa internazionale ISO; quattro norme internazionali sono attualmente in fase di elaborazione da parte del comitato tecnico ISO/TC/267 Facility Management: ISO/AWI 41001 Facility management -- Management systems -- Requirements with guidance for use; ISO/DIS 41011 Facility management - Terms and definitions; ISO/DIS 41012 Facility management - Guidance on strategic sourcing and the development of agreements; ISO/NP TR 41013 Facility management -- Scope key concepts and benefits.
Ci si sta quindi preparando a un quadro di riferimento di norme tecniche per la definizione condivisa di prassi e terminologia del Facility Management - nel pieno rispetto della autonomia e capacità imprenditoriale - che può anche rappresentare l'occasione di una maggiore diffusione e valorizzazione delle attività in relazione a due sollecitazioni che appaiono particolarmente attuali ed interessanti.
In primo luogo i committenti, pubblici e privati, appaiono alla ricerca di una maggiore consapevolezza delle potenzialità e una migliore conoscenza delle caratteristiche dei processi di Facility Management che, da diversi anni, sono un patrimonio di competenza prevalentemente detenuta dalla filiera di fornitura (lato dell'offerta). Un esempio recente di questa ricerca, da parte dei committenti, di chiarezza e supporto dalla normativa tecnica per il governo dei contratti di Facility Management è certamente quello dato dal nuovo codice degli appalti pubblici (il D. Lgs. 18 aprile 2016, n. 50) il quale, all'articolo 23 (Livelli della progettazione per gli appalti, per le concessioni di lavori nonché per i servizi), prevede che "Per i servizi di gestione dei patrimoni immobiliari, ivi inclusi quelli di gestione della manutenzione e della sostenibilità energetica, i progetti devono riferirsi anche a quanto previsto dalle pertinenti norme tecniche".
L'altro elemento di riflessione, sulle future opportunità dei servizi di Facility Management, riguarda la profonda rivisitazione che oggi sta attraversando il concetto stesso di edificio o bene costruito dalla scala puntuale alla scala urbana. Termini come Occupancy, Serviceability, Workspace Management, Operability, ? stanno diventando sempre più connotanti un punto di vista che oggi appare di primaria rilevanza per interpretare il rapporto tra edifici e utenti; utenti che sempre meno appaiono come soggetti passivi nel rapporto con l'edificio e si configurano come elemento centrale intorno al quale si colloca un ambiente costruito gestito dinamicamente per fare fronte alle esigenze di modelli d'uso nuovi e complessi. Modelli d'uso che cercano, sia pure timidamente, di guardare al tema della cosiddetta industria 4.0 e al mondo, ad essa connesso, dell'IoT Internet of things. E proprio nella prospettiva di un edificio adattivo, che dinamicamente riesce a fare fronte a modelli d'uso che variano sempre più velocemente, e che riesce a far dialogare tra loro le diverse componenti dell'edificio (IoT) il Facility Management può trovare un ulteriore spunto di crescita in un contesto che, comunque, appare oggi uno dei pochi spiragli di speranza in un settore delle costruzioni sempre più in crisi.
Giancarlo Paganin
Department of Architecture and Urban Studies (DASTU)