Una bella scoperta, il mondo degli ITS: silenzioso agli occhi di molti ma fondamentale per lo sviluppo del territorio.
Ho avuto il privilegio di confrontarmi con il presidente della Fondazione “ITS Cuccovillo”, la dottoressa Lucia Scottarella, e con il dirigente tecnico, l’ingegnere Roberto Vingiani, su temi legati alla formazione “del fare”.
La visione strategica e la sinergia creata con gli enti pubblici hanno permesso di attivare, a partire dal 2010, una struttura formativa in linea con le esigenze produttive del territorio pugliese.
I numeri sono impressionanti: 850 iscritti, 57 corsi attivati, con un tasso di inserimento pari al 94% all’interno delle province di Bari e Bat, il tutto in soli 12 anni.
Una storia di successo, un modello di integrazione territoriale vincente e innovativo.
Antonio Lotito
In che periodo storico è nato l’ITS Cuccovillo? E quale è stata da subito la sua mission?
L’ITS Antonio Cuccovillo è nato nel 2010, uno dei primi ITS nati in Italia, ed ha partecipato alla fase di realizzazione dei profili professionali poi individuati dal Ministero dell’Istruzione.
Era un periodo nel quale non si conosceva l’importanza della formazione terziaria dei tecnici specializzati, così come invece avveniva da decenni in altre parti di Europa e, in particolare, in Germania, ma era evidente il bisogno imperativo, da parte delle Aziende, di figure che potessero rispondere alle proprie necessità, in particolare in ambito innovativo.
Dal primo momento, è stato fondamentale creare uno stretto legame con il mondo del lavoro ed il contributo di Confindustria Bari-Bat e delle Aziende del Territorio ha consentito di costruire un progetto che è cresciuto in maniera continuativa nel tempo.
Questa sinergia ha permesso l’avvio del primo corso nel 2011 che, attraverso una strategia lean di miglioramento continuo, ha portato ad un aumento costante dei corsi che, ad oggi, si attesta a 57 corsi complessivi avviati con oltre 850 ragazzi diplomati.
Gli utenti da quale percorso di studi provengono? E di che età?
I partecipanti ai nostri corsi provengono da percorsi di studio di ogni tipologia, come del resto accade per le Università. Ovviamente, in prevalenza, possiedono il diploma tecnico in meccanica/meccatronica, elettrico/elettronico e informatico, ma, ultimamente, sono in aumento gli studenti provenienti dai licei, in particolare scientifici. È altrettanto interessante notare come si possano raccontare storie di successo di ragazzi provenienti da percorsi apparentemente non attinenti e che, nel corso del biennio, sono in grado di dimostrare il proprio valore. Anche perché molto motivati nella scelta.
La maggior parte dei ragazzi accede ai nostri corsi subito dopo il diploma di istruzione secondaria superiore, ma sono in aumento coloro che, dopo aver provato ad entrare nel mondo del lavoro o universitario, hanno compreso la loro necessità di incrementare le proprie competenze attraverso una metodologia tecnico-laboratoriale o di rimettersi in gioco.
L’iscrizione ai nostri corsi, però, non prevede limitazioni di età, per cui abbiamo anche diversi studenti con età superiore ai 30 anni che, attraverso i nostri corsi, cerca di attivare i processi di upskilling e reskilling, oggi necessari per essere integrati nel mondo del lavoro.
Il lavoro di questi ultimi anni è quello di riuscire anche ad avvicinare, alle discipline STEM ed al nostro ITS, le ragazze perché sono sempre troppo poche; tenendo anche presente che le nostre specializzazioni sono sicuramente idonee al mondo femminile. Infatti le studentesse che effettuano la scelta di iscriversi presso di noi ottengono sempre degli ottimi risultati, coadiuvati dalla volontà delle Aziende di integrare donne all’interno della propria organizzazione tecnica.
Quali sono i percorsi formativi che offrite? E qual è il tasso di occupazione in uscita?
Come è noto, la meccatronica è una disciplina molto trasversale, flessibile, adattabile ed è fondamentale nella Digital Transformation delle Imprese. E, infatti, attraverso l’ascolto ed i confronti continui con le aziende partner, abbiamo realizzato corsi che operano in tantissimi settori industriali ed aree aziendali.
Infatti, i nostri corsi, oltre a quelli legati alla produzione ed automazione più generica, si occupano di settori quali Automotive, Additive manufacturing, Biomedicale, Ferroviario, Siderurgico, Idrico, Packaging e Cartografica, Agroalimentare ed altri. All’interno di questi settori, forma i nostri studenti in aree aziendali quali: Produzione (operatori e programmatori CNC, qualità, sicurezza, lean, …), Programmazione (software industriale, PLC, Robotica, Digital Twin, sistemi 4.0, …), Progettazione 3D, Manutenzione.
La manutenzione, in particolare, viene analizzata da diversi punti di vista, ovvero sia come metodologie, che partono da quella tradizionale e a guasto, per arrivare alla manutenzione predittiva 4.0, e quindi con tutte le tecnologie più innovative, ed è realizzata sia sugli impianti industriali, con corsi in quasi tutte le nostre sedi distaccate, ma anche sugli impianti biomedicali, sulle autovetture e sul sistema ferroviario.
Le specializzazioni che noi ci sentiamo di proporre ai ragazzi sono soprattutto quelle legate alla programmazione industriale ed alla manutenzione, in quanto oggi sono le specializzazioni maggiormente richieste ed è per questo che noi le differenziamo sotto vari aspetti; ma tutti i corsi erogati sono progettati e programmati su precise richieste da parte delle aziende li richiedono e sono, quindi, sempre vincenti. Non è casuale che molti nostri corsi sono infatti realizzati in modalità duale, ovvero realizzati in collaborazione con singole Aziende, ma su tematiche fortemente spendibili sul Territorio
La varietà dei nostri corsi e la strategia di realizzarli in stretta collaborazione con le aziende, ci consente di raggiungere risultati molto alti di placement, oltre il 92%, con il dato ancora più importante del 94% dei ragazzi occupati che resta in Puglia, a dimostrazione di un sistema efficiente e di un Territorio che consente ai ragazzi di costruire il proprio futuro nella propria regione.
L’istituto riesce a soddisfare le richieste dei futuri tecnici, con il saper fare?
Come già anticipato, i corsi nascono dall’incontro con le aziende e con il Territorio. Questo consente di creare delle competenze in uscita perfettamente rispondenti alle necessità espresse.
La metodologia del “saper fare”, insieme alle docenze effettuate con almeno il 60% dei docenti provenienti dalle Imprese e dal mondo del lavoro, è l’elemento fondamentale che consente ai ragazzi di apprendere in maniera diretta e più semplice, grazie alla possibilità di applicare immediatamente ciò che si è imparato in teoria ed al trasferimento dell’esperienza vissuta da parte dei docenti aziendali.
Alle docenze viene affiancato un periodo di tirocinio in azienda di 800 ore che fornisce ulteriori competenze pratiche agli studenti, ma anche le soft skills necessarie per affrontare un’esperienza lavorativa in un contesto aziendale. È lo strumento vincente che rende questi ragazzi immediatamente pronti per il mondo del lavoro e le aziende consapevoli di poter trovare dei tecnici idonei ai propri bisogni.
Con i fondi del PNRR, peraltro, stiamo realizzando il Digital Transformation Hub 4.0, ovvero un laboratorio di circa 3000 mq, dove sarà possibile sviluppare le competenze pratiche, sia tradizionali che altamente innovative e digitali, per supportare la formazione dei nostri futuri tecnici, ma anche per creare ulteriori sinergie con il Territorio, Scuole e d Aziende.
Che consiglio darebbe agli istituti tecnici e professionali, per sviluppare al meglio i talenti dei ragazzi?
È necessario che gli studenti degli Istituti Tecnici e Professionali possano, nel corso degli anni comprendere meglio le proprie abilità per poterle sviluppare meglio ed effettuare una scelta consapevole al termine del percorso, dove l’ITS rappresenta una strada per raggiungere questo obiettivo finale.
Per tale motivo diventa importante la collaborazione tra ITS e gli istituti, in quanto sarebbe ancora più vincente la strategia di creazione di CV in filiera per poter raggiungere obiettivi formativi più elevati. Questo è il criterio con cui quest’anno sono stati avviati, da parte del Ministero, dei progetti sperimentali, denominati 4+2, che prevedono 4 anni di corso negli istituti tecnici e professionali + 2 anni di ITS, attraverso una collaborazione sui cv in accordo anche con le Aziende per avvicinare sempre più i ragazzi alle realtà ed ai bisogni del territorio.
In realtà, un consiglio da fornire a tutti gli Istituti e Licei, è quello di consentire ai ragazzi di conoscere il Sistema ITS in quanto è sempre importante che i ragazzi siano consapevoli di tutte le opportunità che il territorio offre. Parliamo del loro futuro ed è giusto che siano liberi di scegliere. Purtroppo, oggi, non tutte le scuole aprono le proprie porte agli ITS, negando così ai ragazzi il diritto di informazione.
Quale consiglio vuole trasmettere ai ragazzi che si trovano a scegliere tra mondo del lavoro, ITS ed Università?
La scelta che i ragazzi devono affrontare al termine del loro percorso di studi obbligatorio è sicuramente molto complessa e si è sommersi da tanti dubbi.
Quello che il mondo del lavoro ci evidenzia è che le competenze della scuola talora sono insufficienti ed, in particolare, non sono sempre sono in linea con alcune aspirazioni di crescita che i ragazzi legittimamente possono sentire.
Per questo motivo, proseguire il proprio percorso con una specializzazione più attinente a dette aspirazioni diventa una scelta consigliata.
ITS ed Università rappresentano due soluzioni che non sono assolutamente in concorrenza, ma che mirano ad obiettivi differenti, con la consapevolezza che le aziende hanno bisogno sia di tecnologi specializzati che di laureati.
Gli ITS offrono un corso che, in tempi ristretti, consente ai ragazzi di entrare rapidamente in contatto con il mondo del lavoro e, anche grazie al tirocinio, di acquisire competenze utili per un accesso in Azienda sul nostro territorio