PERCHÉ SIAMO DI FRONTE AD UN PASSAGGIO EPOCALE
Nel numero di settembre della rivista sono stati pubblicati due contributi che riteniamo fondamentali per quello che potrà e dovrà essere lo sviluppo della Manutenzione:
- L’editoriale della direzione
- La lettera aperta del Presidente A.I.MAN.
In questi documenti si prefigura lo scenario prossimo futuro della Manutenzione: non più interventi di carattere “passivo” ma un ruolo attivo e centrale per la vita di un bene, la Manutenzione come attore principale dell’Asset Management.
Poiché ci auguriamo che su questi argomenti si apra un costruttivo confronto, cerchiamo di focalizzare i punti salienti.
In sintesi questo ruolo comporta un diverso e nuovo approccio ad almeno quattro punti fondamentali che la Manutenzione ha spesso colpevolmente trascurato.
1. Le competenze
Non è più accettabile che il Manutentore a tutti i livelli non abbia conoscenze e competenze (anche digitali) necessarie a svolgere il proprio lavoro. Ciò significa che il manutentore deve continuare a formarsi ed informarsi.
2. Possibilità e capacità di valutare le problematiche
Il Manutentore deve essere in grado di compiere una analisi dei rischi e di gestirne compiutamente e in responsabilità tutti gli aspetti. Naturalmente questo comporta problemi legati alla gestione più generale di un Asset, ma la Manutenzione non può nascondersi dietro la classica foglia di fico, «io l’ho detto, altri dovevano decidere».
3. Dinamicità dell’azione manutentiva
È forse questo il punto più importante che i recenti avvenimenti hanno messo in luce, la mancanza o l’incapacità cioè di adeguamento dell’azione manutentiva alle mutate condizioni al contorno. I piani di manutenzione non sono vangelo, intoccabili, ma devono essere sottoposti a revisione continua in funzione degli obiettivi che la gestione di un Asset per la sua vita utile richiede.
4. Priorità dell’azione manutentiva
Il Manutentore deve avere la capacità di dare delle priorità all’attività, anche se preventivata.
Questo punto è legato strettamente al precedente punto 2.
Non sono obiettivi futuribili o strani, se vogliamo che la Manutenzione esca finalmente dal ruolo di cenerentola cui è stata da sempre relegata, in virtù di considerazioni meramente economiche di scarsa visione ma anche per colpe proprie.
In conclusione, questa “ripartenza” della Manutenzione, disponendo inoltre di nuovi strumenti riassunti nel paradigma “Manutenzione 4.0”, è indispensabile per la sopravvivenza della Manutenzione stessa come concetto basilare della vita di un bene.
Bruno Sasso, Coordinatore CTS Manutenzione T&M
Prof. Marco Macchi, Direttore Manutenzione T&M