Nel corso degli ultimi anni, è in atto una radicale trasformazione ed un profondo cambiamento delle modalità di gestione delle attività industriali. Non che in precedenza questo non si sia accaduto, ma la velocità con la quale si sta manifestando in quest’ultimo periodo ha a mio avviso ben pochi riferimenti nel recente passato.
Da un lato cresce la necessità di far fronte a richieste di produzione che si possono definire sempre più “schizofreniche”, cioè altalenanti e imprevedibili, anche nell’industria di processo. Dall’altro, emergono nuove opportunità dovute all’introduzione di nuove tecnologie, quali Intelligenza Artificiale, Big Data, IoT, Robotica, che sempre di più coinvolgono trasversalmente tutti i processi e le funzioni industriali. E, ancora, è da rimarcare la stringente necessità di ottimizzare i processi, visti i budget sempre più costretti nella ricerca di riduzione dei costi operativi diretti ed indiretti.
Questo rinnovamento, inarrestabile ed irreversibile, investe anche la manutenzione. E, quindi, fa nascere: opportunità, prospettive di evoluzione e cambiamento utili al controllo e all’incremento di efficienza dei processi manutentivi. Il cambiamento pervade l’intera struttura, operativa, tecnica e gestionale, proponendo riflessioni e spunti evolutivi da applicare alle consolidate metodologie e politiche di manutenzione per la gestione degli asset industriali.
Diviene per questo fondamentale possedere le opportune conoscenze ed essere in grado di governare e utilizzare le nuove tecnologie, senza farsi travolgere dalla moda del momento o dall’abuso tecnologico fine a sé stesso; ed essere in grado di discernere tra ciò che è, o potrebbe essere, un reale vantaggio per l’impresa, evitando inutile dispendio di risorse capitali ed umane.
Strumento della manutenzione che si evolve, e può rispondere alla richiesta di cambiamento, è l’Ingegneria della manutenzione o meglio l’Ingegnere di manutenzione, figura professionale nell’industria moderna che ha il compito di: sviluppare, aiutare e supportare l’evoluzione dei processi, individuare e risolvere le criticità impiantistiche soprattutto nell’ambito della manutenzione, ma che deve essere visto anche come riferimento e risorsa di altre funzioni aziendali quali la produzione, sicurezza, ambiente, qualità, fino anche al R&D.
L’ingegnere di manutenzione, quindi, supporta la manutenzione di base in diverse esigenze: nella definizione dei piani di controllo, nell’analisi dei guasti, e nella risoluzione delle problematiche croniche o puntuali attraverso il miglioramento continuo. Inoltre, e sempre di più, è una figura trasversale che ha la capacità di collaborare con tutte le aree dell’azienda per lo sviluppo e la gestione degli asset industriali. E’ colui che, avendo una profonda e dettagliata conoscenza della macchina (delle potenzialità e dei limiti di progetto), può favorire, attraverso il lavoro in team con i tecnologi di processo e di produzione, l’incremento di produttività o lo sviluppo di nuovi prodotti attraverso miglioramenti e modifiche degli asset. Collabora con Qualità e Produzione nell’anticipare possibili problemi qualitativi o nell’individuazione di deterioramenti che hanno ricadute sulla qualità del processo o del prodotto. Interviene con Sicurezza e Produzione per le modifiche impiantistiche o nell’elaborazione di procedure per il setup o attrezzaggio macchina, al fine di ridurre al minimo possibili rischi legati all’intervento degli operatori ed alla continuità di produzione. Ancora, interagisce con la funzione ambientale e l’energy manager per individuare miglioramenti o inefficienze da recuperare sia nell’utilizzo delle energie sia nella riduzione delle emissioni.
Per fare tutto questo, sono necessarie diverse ed estese competenze che fanno parte del bagaglio di un ingegnere di manutenzione esperto “Asset Maintenance Engineer”:
- capace di governare tematiche meccaniche, elettriche ed elettroniche;
- con approfondita conoscenza gli impianti;
- in possesso degli skills richiesti dai processi di implementazione e utilizzo delle tecnologie di “Industria 4.0”;
- capace di assicurare in ogni fase della vita degli asset il massimo dell’affidabilità e dell’efficienza, attraverso il monitoraggio del processo e l’analisi dei dati provenienti dagli impianti.
Per sviluppare o rafforzare le competenze citate, è fondamentale mantenere, continuare a sviluppare i soft skill, la formazione ed il know how specialistico dei tecnici di manutenzione così da poter guidare consapevolmente le scelte manutentive ed impiantistiche, gli investimenti in upgrade tecnologico, e far fronte alle dinamiche di evoluzione dell’industria moderna.
Ettore Martinelli, Maintenance Engineering Director, Tenaris Dalmine