Lo scorso 29 gennaio, con la presentazione di nove project work finali, si è concluso ufficialmente il Master "European
Maintenance Manager" organizzato, come di consueto, da Festo Academy, l'Industrial Management School di Festo. Al termine dei lavori della 15esima edizione sono stati assegnati gli attestati di "Maintenance Manager" a: Marco Moschini di Edison; Stefano Magro di AFV Acciaierie Beltrame; Gianluca Dalla Pozza di Salvagnini; Massimo Mangano di Iveco DVD; Giancarlo Verra e Flavio Fassa di Michelin; Mario Gerbaldo di Denso; Angelo Miglioli; Germano Boetti di Sunedison.
La giornata si configura come l'atto finale di un percorso annuale del quale il project work rappresenta il fulcro stesso, consentendo ai manutentori di mettere in pratica direttamente nella propria azienda gli insegnamenti e le nozioni di asset management apprese in aula.
I nove relatori hanno esposto così veri e propri casi pratici che hanno dimostrato come l'applicazione di una corretta attività di manutenzione, dalla sua fase progettuale alla messa in atto sul campo, comporti risultati notevoli non soltanto in termini di gestione del personale, sicurezza ed efficienza degli impianti, ma anche e soprattutto in termini di risparmio economico, rovesciando la falsa convinzione che la manutenzione si configuri come una mera voce di costo anziché di investimento.
I project work
Gli stessi progetti hanno confermato anche come la cultura manutentiva in azienda sia ancora un terreno non del tutto esplorato o compreso per le sue reali potenzialità, configurando in ciò uno degli ostacoli principali alla crescita di competitività dell'industria italiana. I motivi sono i più trasversali: da "giovani" come l'eolico la manutenzione è ancora a uno stato prettamente embrionale), ad altre più strettamente culturali, per cui in molti settori "storici" (come il manifatturiero) si fatica a far assorbire e accettare un cambiamento di paradigma.
Tra i project work, tutti di particolare interesse, citiamo in particolare quello esposto dall'Ing. Marco Moschini di Edison, dal titolo "Esercizio e Manutenzione di generatori Eolici: Integrazione di attività eseguite da personale interno nell'ambito di contratti di Global Service". Tra gli spunti più interessanti, risaltano una serie di dati di fatto incontrovertibili che mirano a cancellare alcuni tra i luoghi comuni più diffusi in relazione alle cosiddette energie rinnovabili e all'eolico nello specifico: anzitutto la loro presunta antieconomicità, smentita dal fatto che l'eolico tradizionale (quello su terraferma) ha ormai raggiunto il livello di grid parity (parità nel prezzo dell'energia ottenuta da fonti rinnovabili e tradizionali); in secondo luogo la supposta poca diffusione di tale tecnologia.
Dati alla mano, a livello mondiale gli impianti di generazione di energia elettrica da fonti rinnovabili contribuiscono per oltre il 20% alla produzione globale, percentuale per la quale l'eolico contribuisce con un 3%. Esaltante il dato che riguarda il nostro Paese: l'Italia è infatti una tra le nazioni in cui l'energia da fonti rinnovabili ha avuto il maggior sviluppo. Per quanto riguarda l'energia eolica, con oltre 8,5 GW di potenza installata (alla fine del 2013), ci collochiamo al settimo posto al mondo dietro, nell'ordine, a Cina, Stati Uniti, Germania Spagna, India e Regno Unito.
Per quanto riguarda invece la capacità di generazione da fonte fotovoltaica siamo addirittura terzi dietro a due colossi come Germania e Cina. Ecco allora che nel corso del 2014 le fonti rinnovabili (idroelettrica inclusa) hanno contribuito per circa il 38% alla produzione nazionale di energia.
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