Stiamo assistendo ad un lento, ma progressivo, interesse al conseguimento della certificazione delle competenze del personale di manutenzione. Interesse maturato non solo per un preciso e referenziale riconoscimento della propria professionalità, ma soprattutto perchè il possesso della certificazione diventa sempre più un criterio di valutazione della qualità dei servizi erogati e per questo, un fattore preferenziale nella partecipazione a gare d’appalto, in specie se pubbliche. La certificazione è un atto volontario, ma il conseguimento e la registrazione dell’attestato richiede diversi passaggi normativi per la sua approvazione, che, ricordiamo, è tutelata da ACCREDIA , e tutto questo diventa un costo. Costo che, per chi deve partecipare ad una gara, diventa inevitabile, ma quanto è giustificato se a certificarsi è il personale della manutenzione interna di una impresa manifatturiera o petrolchimica?
Da qui la domanda che spesso viene rivolta agli Enti preposti: conviene certificare il proprio personale? Se la certificazione è un investimento perché aumenta il valore della risorsa uomo, quale è il ritorno di questo investimento? Come possiamo misurare i vantaggi competitivi portati dalla certificazione?
Queste, ed altre, sono le domande che rivolgo direttamente ad uno dei protagonisti, Michael Reggiani, Direttore Generale del CICPND Servizi, l’Ente che ha prodotto, primo in Italia, un Regolamento di Certificazione delle competenze di manutenzione approvato da ACCREDIA e quindi di validità europea.
Francesco Gittarelli, Consigliere A.I.MAN.
Il Regolamento n.299 del CICPND stabilisce i principi, i criteri e le procedure per la gestione delle attività di qualificazione e certificazione e successivo mantenimento delle figure professionali che operano a vari livelli nel settore della Manutenzione. |
Tutto inizia con la pubblicazione, nel 2014 della Norma Europea UNI EN 15628 “qualifica del personale di manutenzione”. Quale è la novità che questa Norma porta nello scenario organizzativo, ed in particolare culturale, della Manutenzione?
A seguito della sempre maggiore complessità delle attività di Manutenzione nel contesto industriale e civile, si è sviluppata la necessità di utilizzare professionisti altamente qualificati in grado di utilizzare competenze, abilità e conoscenze specifiche, per affrontare in sicurezza le strategie aziendali in riferimento ai piani di manutenzione. La Norma UNI EN 15628 ha introdotto tre figure professionali nell’organizzazione della manutenzione, indicando in modo esaustivo il profilo di ciascun livello:
- Livello 1 –Tecnico Specialista di Manutenzione (preposto e/o operativo)
- Livello 2 –Supervisore di Manutenzione e/o Ingegnere di Manutenzione
- Livello 3 –Responsabile della Manutenzione
Tali figure professionali, in riferimento al livello di competenza, si rendono necessarie per assicurare la conformità alle pertinenti leggi, ordinanze, direttive, istruzioni operative e allo stato corrente della tecnologia. Gli aspetti di natura economica vengono identificate nel contesto delle attività svolte dal livello del Supervisore di Manutenzione e/o Ingegnere di Manutenzione ed al Responsabile della Manutenzione, quest’ultimo con attività specifiche nella definizione dei budget e nella definizione degli indicatori di prestazione. La suddetta norma non specifica i criteri di verifica né la formazione specialistica del personale, che è correlata allo specifico settore merceologico ed al Regolamento 209 del CICPND.
Perché è opportuna la certificazione delle competenze di manutenzione? Non è sufficiente la sola qualifica, ottenuta attraverso percorsi formativi conformi alla Norma UNI EN 15628?
Esiste una netta distinzione tra conoscenza e competenza, cosi come tra Qualificazione e Certificazione. La conoscenza si ottiene dall’assimilazione di informazioni attraverso l’apprendimento, e può essere qualificata dimostrando di aver seguito corsi di formazione specifici. La competenza è la comprovata capacità di utilizzare le conoscenze, abilità ed attitudini personali, Certificabili tramite l’applicazione di una procedura utilizzata per dimostrare la qualificazione. Risulta pertanto evidente che la Certificazione è una comprovante dimostrazione della competenza acquisita, e si distingue dall’autoreferenzialità dei percorsi di qualificazione, i quali si basano nella maggior parte dei casi su attestati di formazione che definiscono la presenza dalla persona e non la competenza ottenuta.
L’Ente Terzo che verifica la presenza delle competenze specifiche, risulta pertanto un’assicurazione sia per le aziende che necessitano di personale competente, sia per il personale stesso certificato che subappalta ad un terzo l’onere di verificare tramite l’applicazione di procedure specifiche ed accreditate, la presenza dei requisiti minimi richiesti dalla norma.
La Certificazione infine, viene rilasciata da Organismi di Certificazione Accreditati ACCREDIA (Ente unico nazionale di accreditamento), designato dal Governo Italiano, con Mutuo riconoscimento a livello Interazionale, pertanto un professionista certificato può valorizzare la propria competenza in tutto il Mondo.
Il fattore competitivo che il possesso della certificazione porta alla Service di Manutenzione all’interno di gare d’appalto regolamentate è abbastanza intuitivo, diventa più difficile capire perché dovrebbero certificarsi i manutentori interni di una impresa di produzione.
La richiesta esplicita di personale qualificato per la manutenzione in conformità alla UNI EN 15628 per la partecipazione a gare di appalto, risulta ormai un dato di fatto e contribuisce a fornire punteggio di affidabilità per le aziende che presentano tale requisito. Oltre a quanto indicato, anche i manutentori interni avrebbero diversi motivi nel volersi certificare.
Prima di tutto la certificazione è una valorizzazione formale della propria competenza e permette di differenziarsi dai professionisti che valorizzano la loro competenza esclusivamente con CV autoreferenziale, inoltre il processo di certificazione richiede di effettuare il cosiddetto mantenimento delle competenze, ossia l’iter formale che permette di rimanere aggiornati e sempre preparati sull’argomento. Tali vantaggi difatti risultano importanti sia per i manutentori interni, sia per le aziende che devono assumere nuovo personale e/o pianificare i percorsi di crescita interno.
Quanto la certificazione del personale si pone a tutela della sicurezza dei lavoratori e del rispetto dell’ambiente? Esiste un regolamento etico al quale devono attenersi i manutentori certificati?
Spesso la Certificazione viene abbinata al concetto di Sicurezza, in quanto risulta un fattore importante nella riduzione dei possibili rischi relativi ad incidenti causati dal limitato addestramento del personale e/o dalla mancanza di figure specifiche di responsabilità. La certificazione del personale difatti, stabilisce compiti, responsabilità e competenze che devono avere le varie figure professionali utilizzate nel processo di manutenzione, di cui dall’esecuzione pratica degli interventi, alla pianificazione degli stessi, sino alla creazione di politiche manutentive aziendali. L’ottenimento di tali certificazioni potrebbe essere considerato come un fattore di riduzione del rischio aziendale, utilizzabile come parametro di mediazione nella valutazione della polizza assicurativa dei rischi.
Fino ad ora abbiamo parlato della certificazione dal punto di vista del Fornitore del Servizio di Manutenzione , sia indoor che outdoor, ma quale è il punto di vista del “Cliente” , ovvero, perché un Cliente dovrebbe privilegiare un Fornitore certificato? Quale valore aggiunto è disposto a riconoscergli?
Mi spiace constatare che spesso, un servizio effettuato da personale certificato viene proposto con un valore economico equivalente ad un servizio nel quale si utilizza personale non certificato. Seppur non è sempre cosi, risulta indubbio che a parità di condizioni, acquistare e richiedere un servizio “certificato” possa portare all’azienda richiedente innumerevoli vantaggi dal punto di vista qualitativo, non solo per l’intervento diretto ma anche per la gestione nel tempo. Anche in caso di eventuali incidenti e/o criticità di gestione nel servizio, la presenza della certificazione risulta un fattore necessario per assicurare una richiesta di servizio in linea alle migliori possibilità presenti sul mercato. In caso di contenzioso, la verifica dei requisiti di competenza, risulta uno dei primi parametri per valutare la procedura di qualifica del fornitore utilizzato.
Come espresso più volte in questa intervista, la Certificazione risulta un’assicurazione a tutti i livelli aziendali, un asset strategico per la definizione delle politiche di differenziazione ed una valorizzazione professionale per ogni tecnico che acquisisce questo riconoscimento.
A questo punto mi chiedo: perché non certificarsi?