Da tempo chi scrive insiste su un approccio integrato tra tecnologie e competenze, che è l'unica via d'uscita per il futuro della manutenzione di flotte per il TPL.
Urge definire un cambiamento in atto che non è ancora ben compreso da molte aziende: le tecnologie in arrivo sui veicoli non hanno più niente a che fare con i sistemi di monitoraggio degli anni '90 sono strumenti di supporto alla diagnosi e alla salvaguardia dell'ambiente inteso come supporto allo sviluppo dell'eco driving.
Si è partiti sin dagli '90 con i sistemi AVM per la localizzazione dei veicoli , il controllo dei km prodotti.
Con i sistemi Avm le avarie erano comunicate in fonia dal conducente senza altri dispositivi (vedi fig.1).
Poi è iniziata la ricerca prima con sistemi sviluppati dalla singola azienda la raccolta di dati tecnici dal veicolo.
Chi si è avventurato in questo campo si è reso conto che era presente una montagna di dati (erano già i bug data ma non lo sapevamo ancora) che erano in massima parte non utilizzabili e non aveva senso gestire in tempo reale.
Si è cosi separato il dato di anomalia in esercizio da quello tecnico in quantità enorme, che viene scaricato la sera via wi-fi e deve essere elaborato da sistemi esperti per poter diventare un dato PULL che tira l'autobus in deposito in caso di avarie complesse rilevate.
Il cambiamento epocale che è già avvenuto sotto in ostri occhi è che i nuovi dispositivi IoT, Internet of things, portano il veicolo a spingere il sistema manutentivo con un effetto PUSH in tempo reale grazie alle tecnologie a bordo che contengono tanti dati e rilevano situazioni in tempo reale.
Che dimostrano come il veicolo sia già dotato di intelligenza e dati a bordo per effettuare controlli di prestazione e di funzionamento che erano impensabili sino a qualche anno fa.
Ormai la gestione di questi dati è molto semplice e compatta si possono utilizzare parti diverse del software.
Ma veniamo ora alla parte più importante l'interazione tra la gestione flotta e le scelte strategiche della manutenzione.
In fig. 2 è riportato il vecchio modello nel quale il veicolo veniva tirato dalla manutenzione per i guasti più importanti: temperature fluidi, ?; e poi i dati del veicolo spingevano il sistema manutentivo nel momento in cui il sistema riusciva a capire un'attività da svolgere in manutenzione e produceva un ordine di lavoro nel sistema informativo della manutenzione.
In ogni caso da tempo, sin dalla introduzione del can bus nel '90, il modello manutentivo era cambiato dal passato da quello tradizionale a quello che prevede prima la diagnosi e poi il lavoro vero e proprio. In fig. 3 viene illustrata la differenza tra il modello ormai obsoleto per mestiere, a sx, e quello che prima, dx, prevede la fase di diagnosi e poi lo svolgimento per mestiere.
La presenza di intelligenza a bordo veicolo ribalta la figura 3 e provoca una modifica strategica di fondo. Il veicolo intelligente spinge già lui il sistema manutentivo senza necessità di interpretare dati raccolti a bordo.
L'intelligenza a bordo veicolo impone alle società operatrici tpl di definire bene la propria strategia in modo da adattarla al momento tecnologico.
Non sono più possibili mezze scelte!
Continua a leggere l'articolo di Andrea Bottazzi, Direttore Tecnico TPER, sul numero di maggio 2016 di Manutenzione T&M