Aprire il rubinetto è un gesto quotidiano a cui diamo poca importanza, e ci sembra scontato veder sgorgare ogni giorno acqua buona, sicura e controllata. In realtà poter avere l’acqua potabile in casa è il risultato di una lunga storia, importanti investimenti per realizzare le infrastrutture e di un lavoro quotidiano di manutenzione degli impianti e delle reti e di controlli regolamentati da precise leggi e procedure. Questa attività è il lavoro dei gestori del servizio idrico integrato.
Cos’è il servizio idrico integrato?
Oltre a prelevare – captare – l’acqua dal sottosuolo, l’acqua viene trattata se necessario (ad esempio la metà dell’acqua prelevata dal sottosuolo della Città Metropolitana di Milano è già buona e non ha bisogno di ulteriori trattamenti, una parte invece deve essere trattata per eliminare eventuali impurità), viene conservata in serbatoi che servono a compensare le variazioni nel consumo d’acqua tra le diverse ore del giorno, e immessa in una rete di tubazioni che raggiunge tutte le case. Un acquedotto moderno è composto di diverse parti, ognuna delle quali svolge una diversa funzione nel trasporto dell’acqua dalla fonte alle abitazioni.
Una volta utilizzata, l’acqua viene immessa nel sistema di fognature per essere raccolta e depurata. Il principio igienico che sta alla base di ogni sistema di fognatura moderno è quello di ottenere l’allontanamento più rapido possibile delle deiezioni umane e degli altri rifiuti putrescibili dalle abitazioni, per evitare la diffusione di malattie infettive e lo sviluppo di gas nocivi alla salute. Le tubazioni fognarie devono quindi essere canali impermeabili, per impedire ogni infiltrazione nel sottosuolo. La fognatura raccoglie sia le acque di rifiuto (acque nere) sia le acque meteoriche (acque bianche). Infine, se è vero che l’acqua è un dono della natura, è anche vero che oggi la natura non riesce più da sola a rigenerare le sue acque. Le industrie e le città, con il loro continuo sviluppo sul territorio, scaricano nelle acque grandi quantità di sostanze inquinanti. Quindi bisogna aiutare la natura trattando e depurando, con tecnologie moderne e sicure, le acque sporche prima che vengano immesse nei fiumi e nei mari.
Il depuratore “pulisce” e restituisce alla natura le acque che provengono dagli insediamenti civili e industriali. Il depuratore è anche un luogo speciale, un punto di osservazione di grande importanza perché mette in luce i rapporti che legano l’inquinamento delle acque con i comportamenti umani. Dalle analisi che vengono fatte sulle acque che entrano nei depuratori si possono capire, infatti, molte cose. Non solo le abitudini alimentari e “farmacologiche” dei cittadini, ma anche il tipo di insediamenti produttivi e le colture o gli allevamenti presenti sul territorio.
Importanza della manutenzione nel servizio idrico integrato
Mantenere in un corretto stato di manutenzione, sia ordinaria che straordinaria, questo notevole complesso di reti e impianti è un impegno notevole ed è importante che il gestore del servizio idrico integrato si impegni a farlo sempre avendo come principio guida l’efficienza e la sostenibilità con l’obiettivo di garantire un servizio di primo livello agli utenti. Anzi, proprio la manutenzione ordinaria e straordinaria di reti e impianti è il cuore della sostenibilità, perché conservare in buono stato le infrastrutture è una leva importante per garantire la qualità del servizio e la tutela dell’ambiente. Per questo è necessario, per tutte le aziende e tanto più per chi gestisce un servizio pubblico a favore del territorio, integrare la sostenibilità nella strategia, nell’operatività e nella cultura aziendale.
Impegnarsi nel promuovere una cultura di impresa volta alla sostenibilità, significa condividere con il territorio e gli stakeholder il valore prodotto grazie all’attività industriale: ogni attività produttiva, e tanto più la gestione dei servizi pubblici locali, comporta uno scambio costante di valore con le amministrazioni, con i dipendenti, con i cittadini, con i partner e gli stakeholder.
Organizzare un nuovo modello di Business per la sostenibilità
Gruppo CAP, gestore del servizio idrico integrato nella Città metropolitana di Milano ha quindi avviato un percorso per orientare l’organizzazione nella ridefinizione del modello di business alla luce delle teorie del valore condiviso, coinvolgendo il top management e rafforzando la cultura aziendale.
Sono stati quindi analizzati i principali trend a livello globale, declinati poi a livello locale assegnando un ordine di priorità. Lo step successivo ha visto una traduzione dei trend in minacce e opportunità per identificare i punti di forza e di debolezza.
I cambiamenti ambientali, demografici e sociali e di regole e mercato sono rischi che sollecitano l’azienda a ripensare la propria azione, ricavando possibili risposte che diventano macro-obiettivi che orientano l’azione aziendale e allo stesso tempo definiscono le aree di forza e di miglioramento. I pilastri individuati da Gruppo CAP per orientare gli strumenti di pianificazione delle proprie attività sono Resilienza, Sensibilità e Reattività e Innovazione.
È sempre più chiaro che la creazione di valore travalica la contabilità da foglio Excel ed è sempre più legata a come l’organizzazione è in grado di investire nel proprio impegno ambientale e sociale, di ricomprendere le azioni pianificate a partire da una riflessione più generale e organica. Per sostenere questi principi, le società del Gruppo hanno implementato sistemi di gestione per la qualità, l’ambiente e la sicurezza secondo gli schemi ISO 9001:2008, ISO 14001:2004 e OHSAS 18001:2007. CAP ha conseguito nel 2012 la certificazione ai sensi della norma ISO 22000:2005 sulla sicurezza e igiene alimentare per le Case dell’Acqua presenti sul territorio, risultando tra le prime aziende italiane ad ottenere tale certificazione. Inoltre i nostri laboratori sono accreditati secondo lo standard UNI EN CEI ISO 17025:2005 (accreditamento n°697) nel rispetto delle prescrizioni del Regolamento RT-08 di ACCREDIA.
Per attuare questi principi di sostenibilità nel lavoro quotidiano, in tutti i bandi di gara con offerta economicamente più vantaggiosa viene assegnato un punteggio sia per le misure di gestione ambientale (GPP: green public procurement) - gestione delle componenti ambientali durante la fase esecutiva; misure di minimizzazione ed impatti ambientali, misure volte a massimizzare la sostenibilità ambientale delle soluzioni proposte etc – sia per il costo di utilizzazione e manutenzione: ciclo di vita dell’opera, uso strategico delle risorse, servizi a valore aggiunto offerti. A tal fine ogni concorrente deve fornire, attraverso una relazione, la descrizione delle misure di gestione ambientale che lo stesso intende adottare durante l’esecuzione dei singoli interventi. Viene anche valutato positivamente il possesso di certificazione EMAS o UNI EN ISO 14001, certificazioni aziendali SA 8000 0 AA 1000. Certificazione di qualità processo ISO 9001:2000. Ad esempio la fornitura di materiali con provenienza a “Km zero” nell’ottica di risparmio nel processo di trasporto del prodotto e riduzione dell’inquinamento; gli imballaggi progettati ai fini della riduzione dei materiali e la massimizzazione della riusibilità/riciclabilità; il parco automezzi aziendali a ridotto impatto ambientale e a basso consumo energetico; la riduzione degli spostamenti tra le sedi aziendali Amiacque per l’esecuzione dell’appalto.
Infine, uno degli aspetti che, in un’ottica di sistema, rende sempre più sostenibile fare manutenzione su un complesso articolato di infrastrutture è orientarsi verso una logica maggiormente predittiva, cioè significa non intervenire quando qualcosa si rompe o in generale se si registrano indicatori fuori scala, ma attivare forme di monitoraggio in continuo con l’obiettivo di avere un controllo capillare dei propri asset e prevedere le necessità in anticipo. Giusto per fare un esempio, è in corso l’installazione di sonde per l’analisi in continuo dell’acqua depurata, gestiti tramite il telecontrollo già attivo e una “control-room” che verrà realizzata nei prossimi mesi.
Conclusioni
In conclusione, ogni aspetto del lavoro di chi quotidianamente gestisce un bene prezioso e finito come l’acqua rimanda ai temi della sostenibilità, della prevenzione nella produzione di rifiuti, del riuso e del riciclo. Ma questo non ha soltanto a che fare con pur importantissime scelte di carattere etico. Al contrario la sostenibilità è uno strumento chiave per rinforzare la competitività e la reputazione di un’impresa e quindi la sua redditività. Ciò significa che non deve essere qualcosa che si aggiunge alle attività ordinarie ma che deve diventarne parte integrante. Nell’ottica di un successo duraturo per le aziende è quindi sempre più necessario integrare la sostenibilità nel core business: servirsene come un motore diventa la premessa ineludibile per determinare le strategie imprenditoriali. Solo così le aziende potranno modellare la propria strategia e operatività per affrontare il cambiamento, rispondendo alle aspettative e ai bisogni di tutti gli stakeholder, accrescendo al tempo stesso la competitività e preservando la redditività.
Davide Scaglione, Responsabile Ottimizzazione Processi, Performance e Gestione, Gruppo CAP