La manutenzione intelligente degli Asset fisici

  • Ottobre 22, 2015
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  • La manutenzione intelligente degli Asset fisici
    La manutenzione intelligente degli Asset fisici

Per Manutenzione tradizionalmente si intende l'agire per "mantenere" il bene fisico in grado di soddisfare la missione per la quale è stato acquisito.

La semplicità del concetto nasconde però l'attuale complessità gestionale della Manutenzione conseguente alle attese di perseguirla in modo sostenibile e finalizzata a ridurre il più possibile il costo del ciclo di vita (LCC - Life Cycle Cost) dell'Asset.

Per soddisfare queste attese è necessario progettare ingegneristicamente la Manutenzione evitando di impostarla prevalentemente sulla base delle esperienze. A tale fine è necessario disporre di dati ed informazioni sui guasti del bene in quantità e qualità adeguate a definire le politiche manutentive più opportune con le quali approcciare alle varie tipologie di guasti per minimizzare i costi di esercizio correnti.

 

Di solito questo insieme di dati lo si crea partendo da un set iniziale fornito in fase di acquisizione del bene ed integrandolo con l'esperienza manutentiva creatasi negli anni di esercizio. Esso costituisce lo "storico" delle informazioni di guasto del bene sul quale si basano le considerazioni progettuali e gestionali per attuarne la manutenzione. Questa situazione obbliga la Manutenzione ad adattarsi al bene limitandone la possibilità di perseguire il minimo assoluto del LCC.

 

In alternativa a questo modo esperienziale è possibile pensare la manutenzione dell'Asset già nella fase di definizione delle sue specifiche di progettazione, predisponendolo così al minimo assoluto del LCC. In questo caso, adeguando il bene alla Manutenzione, si ottiene anche una semplificazione significativa della gestione delle attività manutentive e si liberano risorse da dedicare alle attività di miglioramento continuo.

Le tendenze attuali indicano di perseguire questo ultimo approccio basando la progettazione e la gestione della Manutenzione su criteri affidabilistici del bene, la cosiddetta RCM (Reliability Centered Maintenance). La RCM è realizzata impiegando l'analisi RAMS del bene il cui acronimo sta per Reliability, Availability, Maintainability, Safety, e la cui ultima lettera, la "S", a mio parere, dovrebbe presto acquisire il significato di "Sustainability" per quanto fino adesso detto.

 

L'analisi RAMS si effettua impiegando uno strumento ormai noto a molti, la FMECA (Failure Mode Effects and Criticality Analysis) Questa si esplica in modo operativo attraverso una tabella contenente i dati di affidabilità dei componenti e le informazioni relative ai danni conseguenti al guasto, alle criticità generate dal guasto, alle politiche manutentive adottate, al fornitore del componente, alla gestione dell'approvvigionamento dello stesso, etc..

La mole di dati presenti in una FMECA relativi ad un Asset fisico, unita alla quantità di dati relativi sia all'impiego di quell'Asset per le finalità di business, sia all'integrazione di quell'Asset nel sistema strategico di Asset aziendali, è fondamentale per perseguire l'Intelligent Asset Management, approccio gestionale finalizzato a massimizzare la redditività del bene sull'intero ciclo di vita, e richiede necessariamente l'adozione di un sistema informatico di elaborazione.

Da quanto detto, scaturisce l'esigenza strategica di dotarsi di un sistema informativo informatizzato di Enterprise Asset Management (EAM) al cui interno sia armonicamente integrato un CMMS (Computerized Maintenance Management System) che permetta, attraverso un monitoraggio intelligente ed intensivo dei beni da parte dell'Ingegneria di Manutenzione, una gestione ottimale della manutenzione degli Asset e l'implementazione sistematica di iniziative di miglioramento continuo, al fine di rendere meno gravoso sul bilancio aziendale il costo corrente dei beni.

Ecco, con queste righe ho voluto tracciare un flusso logico pragmatico che potesse essere di riferimento alla base delle scelte connesse all'acquisizione ed impiego di un CMMS, da declinare naturalmente in funzione della singola realtà aziendale, e nel contempo tracciare un "quadro" nel quale leggere gli articoli proposti in questo numero.

Buona lettura!

Rocco Armento,

Consigliere A.I.MAN.

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