Il termine HVAC (acronimo inglese di "Heating, Ventilation and Air Conditioning) individua una categoria di impianti con la la funzione di trattamento termoigrometrico dell'aria negli ambienti. Nel dettaglio garantiscono condizioni microclimatiche interne accettabili, affidabili, nel rispetto del livello di servizio atteso. Con il termine "atteso" ci si riferisce a quelle condizioni richieste dalle esigenze produttive, se parliamo di impianti asserviti a processo produttivo, oppure a quanto richiesto dalle normative in materia di salute ed igiene nei luoghi di lavoro, se parliamo di gestione microclimatica.
Sono compresi impianti di produzione energia termica , trasporto dei fluidi vettori, fino agli impianti terminali di trattamento e distribuzione dei flussi d'aria.
Il carico di lavoro richiesto varia in proporzione delle caratteristiche del processo servito, oppure al tempo di permanenza dei lavoratori all'interno dei locali. E' palese quindi che la disponibilità tecnica dell'impianto "Dt" (UNI 10147) si confermi un parametro di assoluta importanza, al fine di garantire la prestazione nominale per cui esso è stato progettato.
In tale contesto la manutenzione entra in campo a pieno titolo, ed è caratterizzata da due fattori:
- Propensione dell'impianto ad essere manutentato (manutenibilità, UNI 9910)
- Scelta adeguata degli interventi.
Il committente/utilizzatore, invece, troppo spesso limita la "dose" di manutenzione su criteri economici di breve termine determinando le seguenti criticità:
- Scarsa definizione dei reali problemi
- Poca consapevolezza sulla interazione fra disponibilità dei sistemi e rendimento del personale
- Mancato utilizzo di indici di performance sulla manutenzione
- Attività di conduzione degli impianti (ovvero regolazione e bilanciamento) non gestita in sinergia alla manutenzione.
- Scarso utilizzo dei dati provenienti dalla manutenzione come punto di partenza ad eventuali migliorie ed efficientamento all'impianto.
Si vuole nel seguito evidenziare alcuni aspetti che dovrebbero, a giudizio degli scriventi, costituire un concreto punto di partenza per riflettere ed iniziare a verificare gli impianti di climatizzazione e la loro manutenzione tecnica ed igienica.
La qualità dell'aria indoor e principali inquinanti
L'OMS ha rilevato che la popolazione dei paesi industrializzati trascorre una parte assai rilevante del proprio tempo negli ambienti confinati quali abitazioni, uffici, palestre, mezzi di trasporto? Nel contempo gli studi sui materiali utilizzati per la realizzazione di finiture ed arredi interni hanno evidenziato la capacità degli stessi di rilasciare svariati inquinanti.
La situazione risulta ulteriormente peggiorata dall'aumento dell'inquinamento outdoor che impone una forte attenzione anche all'utilizzo dell'aria di rinnovo consigliando un'adeguata filtrazione prima dell'immissione in ambiente: insomma, aprire la finestra per "cambiare l'aria" non sempre è una scelta corretta!
Questi sono i primi spunti di riflessione: ho aria di rinnovo nei miei locali? l'aria di rinnovo è sufficientemente "pulita"? (ad esempio, prendere aria fronte autostrada non è una scelta oculata!)
Altra importante riflessione in merito alla gestione della qualità dell'aria negli ambienti di lavoro passa per l'attenta valutazione degli inquinanti aerodispersi. Le tabelle riportate vogliono offrire uno spaccato di quelle che possono essere le interazioni tra inquinanti e fonti degli stessi così come identificati dal ministero della salute e dall'ISPESL.
Funzionamento e scopo dell'impianto aeraulico
L'impianto di climatizzazione può essere utilizzato per: controllo del carico termico (caldo o freddo); filtrazione degli inquinanti interni e esterni; diluizione degli inquinanti interni; confinamento dinamico degli ambienti; apporto di aria di rinnovo (ossigeno per respirare); controllo dell'umidità relativa; estrazione localizzata degli inquinanti.
La schematizzazione in figura 1 mostra alcuni vantaggi che un buon impianto di climatizzazione/ventilazione può apportare agli ambienti di lavoro. Ovviamente l'impianto immette aria nei vari ambienti e l'unità di trattamento aria garantisce la filtrazione degli inquinanti interni (l'aria viene parzialmente ricircolata) e gli inquinanti esterni (aria di rinnovo che viene presa dall'esterno). I locali "puliti" (gli uffici) sono posti in pressione rispetto all'ambiente produttivo in quanto lo stesso è posto in depressione grazie ad estrattore che convogli gli inquinanti localizzati verso l'esterno.
I simboli evidenziati a disegno indicano l'andamento delle pressioni differenziali tra gli ambienti e quindi la strategia pensata per il confinamento dinamico.
Importanza della manutenzione negli impianti HVAC
Il mancato o inadeguato svolgimento della manutenzione delle apparecchiature HVAC comporta spesso gravi conseguenze sulla qualità dell'aria. Filtri trascurati possono provocare un notevole accumulo di polveri e scorie che viene direttamente messo in circolazione attraverso le canalizzazioni di distribuzione dell'aria. È frequente il caso in cui i problemi di manutenzione derivino da errori progettuali. Diviene dunque molto problematico, se non impossibile, intervenire sui sistemi aeraulici già installati. Per questi motivi, ai fini di una buona manutenzione, occorre progettare, costruire e installare i sistemi tenendo sempre presenti le esigenze manutentive.
Formazione del personale
Gli operatori delle manutenzioni, sono per natura dei tecnici altamente specializzati. Le "Linee guida per la definizione di protocolli tecnici di manutenzione predittiva degli impianti di climatizzazione (G.U. n. 256 del 03/11/2006) codificano i principali argomenti da affrontare nei momenti formativi. Il dato interessante della linea guida del 2006 e della successiva del febbraio 2013 è proprio la codifica delle attività e della formazione del personale di manutenzione.
Protocolli di intervento
La manutenzione preventiva, è considerata troppo spesso come un mero costo da abbattere trascurando aspetti quali salubrità dell'aria immessa nell'edificio, incremento di patologie legate al sistema respiratorio e discomfort termoigrometrico.
Risulta invece importantissimo conoscere al meglio l'impiantistica per la climatizzazione, il suo stato di conservazione/manutenzione e il suo stato igienico al fine di programmare attività manutentive sia per gli aspetti tecniche che per gli aspetti legati all'igiene e sicurezza.
Le linee guida pubblicate in G.U. a novembre del 2006 poi ribadite e meglio specificate a febbraio 2013 con il documento "Procedure operative per la valutazione e la gestione dei rischi correlati all'igiene degli impianti di trattamento aria" indicano chiaramente la necessità di valutazione dei rischi correlati agli impianti di climatizzazione. Detta valutazione rientra a pieno titolo nella VdR dell'azienda come richiesto anche dal T.U. Sicurezza all'allegato IV.
Da quanto sopra si evince quindi l'importanza di conoscere lo stato impiantistico , mediante scomposizione schematica.
Il primo ed importantissimo punto è il Monitoraggio tecnico ed igienico dell'impianto con la fase di Valutazione del Rischio. Questa va eseguita, come in tutti gli ambiti, con modalità quanto più possibile oggettive e non soggettive.
Un valido metodo standardizzato per la valutazione del rischio è il METODO A.R.I.A. - Assegnazione Rischio Impianto Aeraulico. Questo è un metodo assai oggettivo e parte dalla valutazione del singolo aspetto dell'impiantistica in conformità a leggi, decreti e norme tecniche attualmente in vigore.
Da questo ne deve scaturire, necessariamente, il dimensionamento del livello di politiche manutentive, a partire dalla bonifica tecnica dell'impianto (possiamo definirla una manutenzione correttiva) passando per la corretta applicazione di politiche preventive, fino alla raccolta degli indici di prestazione, non solo dell'impianto ma delle attività manutentive.
La scarsa attenzione riservata prima nella progettazione e poi nella manutenzione degli impianti aeraulici non risulta una scelta lungimirante in quanto destinata a far peggiorare le nostre condizioni di salute e la nostra produttività.
Legislazione nazionale: D.Lgs. n. 81/08, G.U.S.G. n. 103 05/05/2000, G.U. n. 256 03/11/2006, Sezione Ordinaria n. 252 G.U. n. 276 del 27/11/2001, Legge n. 3 16/01/2003 - Art. 51, Circ.Min.Sanità del 17/12/2004, Circ. Min. Lavoro N°5 del 14/03/1989,PROCEDURE OPERATIVE PER LA VALUTAZIONE E LA GESTIONE DEI RISCHI CORRELATI ALL'IGIENE DEGLI IMPIANTI DI TRATTAMENTO ARIA (Accordo Stato regioni e prov. Autonome 07/02/2013.
Quadro normativo UNI: UNI 10339:1995, UNI ENV 12237:2004, UNI EN 12097:2007, UNI ISO 14644, UNI EN 15240:2008, UNI 10874:2000, UNI 15780:2011.
Fabio Calzavara - Consigliere A.I.MAN., Safety & Maintenance manager c/o Piovan Spa
Elena Borean - Amministratore Delegato Aria Srl, Docente corsi di formazione sulla Manutenzione