La manutenzione preventiva nell'industria saccarifera

Il passaggio da programmata "cautelativa" a programmata "mirata"

  • Gennaio 15, 2015
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  • Figura 1 - Matrice Decisionale
    Figura 1 - Matrice Decisionale

La disponibilità e l'affidabilità degli impianti dell'industria saccarifera durante il periodo produttivo, ovvero la campagna delle bietole, sono fattori determinanti. La materia prima (barbabietola) da processare infatti è disponibile in un arco temporale preciso e limitato dell'anno. La necessità di liberare i campi prima della stagione invernale e la degradazione del saccarosio dopo l'estirpo impongono alle fabbriche una marcia alla massima potenzialità ed efficienza dal primo all'ultimo giorno.

 

La politica manutentiva di manutenzione ritenuta più idonea allo scopo è la manutenzione preventiva. Gli interventi manutentivi che scaturiscono dall'applicazione di questa politica sono sovente interventi pianificati di sostituzione di componenti che non sempre sono arrivati a fine vita (vita residua molto elevata se rapportata alle limitate ore annue di funzionamento).

 

Anche l'intervento manutentivo effettuato cautelativamente ed anzitempo, in taluni casi, è motivo di insorgenza di nuovi problemi (a causa di ricambi difettosi, di errori di montaggio, ecc.)

 

Inoltre, nonostante questi sforzi, lo Stabilimento non è comunque esente da manutenzione correttiva durante il periodo di campagna. Alla luce della necessità di riduzione dei costi e dei vincoli sopraesposti si è deciso di rivedere questo approccio alla manutenzione preventiva, attraverso la creazione di un opportuno strumento: la matrice decisionale.

Essa, sulla base di oggettive criticità (criticità strettamente legate al processo e criticità legate alla manutenzione) permette, in maniera analitica, di attribuire ad ogni macchina una precisa programmazione delle attività manutentive preventive. Attraverso l'utilizzo di questa matrice decisionale, è stato realizzato, nello Stabilimento di Minerbio, un progetto pilota che ha portato alla formalizzazione dei piani di manutenzione di tutte le pompe ivi installate.

Esaminando a titolo esplicativo il dettaglio di questo progetto pilota, si è reso indispensabile, vista la grande numerosità delle pompe presenti in Stabilimento (circa un migliaio di macchine), procedere attraverso un'analisi preliminare al fine di segregare un insieme di macchine ed attribuire loro una politica di manutenzione a rottura.

Questi pompaggi definiti "non critici", sono:

  • pompaggi il cui disservizio non provoca impatti sulla produzione, sulla qualità, sulla sicurezza o sull'ambiente;
  • pompaggi il cui disservizio è critico per la produzione, qualità, sicurezza od ambiente ma dotati di riserva installata pronta a partire ed in assenza di usure severe (la durata di uno o più componenti della pompa non supera una campagna) e/o importanti incrostazioni che non è possibile rimuovere se non con lo smontaggio della pompa stessa (incrostazioni che determinano un calo non accettabile delle prestazioni).

 

Tutte le pompe non gestite "a rottura" sono state sottoposte al programma di manutenzione programmata schedulato efficacemente utilizzando lo strumento matrice decisionale.In essa mediante l'attribuzione di un fattore dipendente da criticità legate al processo e criticità legate alla manutenzione è possibile individuare un'area di appartenenza che suggerisce la frequenza alla quale sottoporre la macchina ad intervento di manutenzione preventiva.

I parametri individuati per definire tali criticità recepiscono ovviamente tutte le caratteristiche e peculiarità proprie di questo processo produttivo/assetto impiantistico facendo sì che tale matrice sia proficuamente applicabile a questa specifica realtà.

Di seguito sono illustrate nel dettaglio le criticità legate al processo e le criticità legate alla manutenzione rappresentate rispettivamente lungo gli assi X e Y della matrice decisionale rappresentata in fig.1.

 

Asse X Criticità di processo (P)

Rappresenta il criterio che misura la predisposizione

al danneggiamento per usura causato dalle caratteristiche chimico-fisiche del fluido pompato, dall'idoneità costruttiva della pompa alla specifica installazione (idoneità del tipo di pompa al servizio, dei materiali costruttivi, ecc.) e dalla possibilità di eliminare eventuali sporcamenti / incrostazioni con i normali lavaggi di fine campagna.

 

Le classi individuate sono definite secondo severità crescente in:

1 FLUIDI POCO ABRASIVI / INCROSTANTI (a titolo indicativo e non esaustivo: acqua di condensa, acqua di torre, ecc.);

2 FLUIDI MEDIAMENTE ABRASIVI / SPORCANTI (a titolo indicativo e non esaustivo: acqua di fluitazione, sugo greggio, scoli, ecc.);

3 FLUIDI MOLTO ABRASIVI / SPORCANTI (a titolo indicativo e non esaustivo: massa cotta, predefecato, defecato, ecc.).

 

Asse Y Criticità di Manutenzione (M)

Rappresenta il criterio che misura il tempo medio di ripristino del funzionamento della macchina a causa di un guasto. Esso si compone della somma dei seguenti tempi: tempo di scollegamento elettrico/meccanico dell'equipment dall'impianto; tempo necessario alla sua manutenzione; tempo di ricollegamento elettrico/meccanico all'impianto.

Per le pompe sono stati standardizzati quattro cicli di manutenzione a tempi medi di ripristino di funzionamento rispettivamente crescenti (EFFORT 1,2,3,4).

La collocazione di una pompa all'interno di un quadrante dalla matrice decisionale permette, in maniera analitica, di stabilire attraverso i colori parlanti e la legenda sotto riportata, una univoca frequenza per la sua collocazione all'interno del Piano di manutenzione preventiva programmata. Queste frequenze, ovverosia l'attribuzione delle classi di criticità di processo e manutentiva per ogni pompa, dovranno, se necessario, essere affinate nel corso degli anni sulla base delle evidenze risultanti dagli interventi manutentivi. Il passaggio ad una politica di manutenzione preventiva ciclica è solo il primo step. Il prossimo passo sarà quello di definire un piano di manutenzione su base predittiva.

Giovanni Lamenza

Responsabile Divisione Tecnica Gruppo CoProB

Stefano Cioni

Coordinamento Ingegneria di ManutenzioneGruppo CoProB

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