L’Industria 4.0 è probabilmente uno dei temi attualmente più discussi nel mondo accademico e manageriale. Essa riguarda un insieme di tecnologie finalizzate alla convergenza tra mondo reale e virtuale grazie all’integrazione di oggetti, persone, macchine, linee di produzione e sistemi gestionali, così da creare sistemi produttivi più efficienti e flessibili e fornire contemporaneamente nuove opportunità di business stimolando la cosiddetta “servitizzazione digitale”, ovvero il passaggio da una visione prodotto-centrica a una servizio-centrica, fondata su soluzioni integrate di prodotti digitali e servizi intelligenti.
Nonostante il ruolo chiave ricoperto dalla tecnologia per la crescita del business servizi, sono ancora poche le ricerche indirizzate a capire come sviluppare strategie di servitizzazione in contesti digitalizzati. Un recente progetto condotto in un’azienda leader nella produzione di macchine speciali che ha deciso di riposizionarsi puntando sui servizi smart, suggerisce quali siano i passi fondamentali necessari per uno sviluppo coerente di una strategia di servitizzazione in un contesto I4.0.
Il caso
CMS SpA è un’azienda italiana leader nella creazione, produzione e distribuzione di centri di lavoro multiasse a controllo numerico, termoformatrici e sistemi di taglio a getto d’acqua per diverse tipologie di materiali tra cui plastica, legno, pietra e materiali compositi. L’obiettivo principale dell’azienda è da sempre quello di soddisfare i propri clienti producendo macchine utensili ad alta produttività e precisione. Il cambiamento del contesto di mercato e l’innovazione tecnologica che hanno caratterizzato negli ultimi anni il settore, hanno però spinto CMS a rivedere la propria strategia, portandola in breve tempo da una visione tradizionale di produtore di macchinari ad alte prestazioni abbinati a servizi al prodotto performanti, a quella di fornitore di soluzioni integrate. Oggi infatti CMS, grazie alla possibilità monitorare e rielaborare i dati ottenuti dai diversi device presenti a bordo macchina, non solo può fornire un servizio di manutenzione flessibile, ma sfruttando la conoscenza distribuita nelle componenti della macchina è anche in grado di proporre soluzioni integrate per la gestione dell’asset.
Tale orientamento strategico è stato recentemente messo in discussione da parte del top management, che ha espresso la volontà di ampliare ulteriormente le potenzialità di business derivanti dalla fornitura di servizi, sfruttando l’innovazione digitale dei propri impianti per implementare una strategia di “aggregazione”, in cui l’obiettivo consiste nell’acquisire e raccogliere i dati e le informazioni dal campo per riconfigurare il piano d’offerta con nuovi servizi dedicati al cliente. La tecnologia, secondo la nuova visione di business di CMS, non è quindi più solo fondamentale per creare servizi atti a potenziare le capacità del prodotti, ma diventa l’hub per raccogliere ed elaborare le informazioni sull’utilizzo del bene, creando così un set di dati di alto valore, trasformabili in nuove opportunità di servizio [Allmendinger, G. e Lombreglia, R. 2005. Four strategies for the age of smart services. Harvard Business Review, 83(10), 131-134].
Per supportare il nuovo orientamento strategico si è deciso di sviluppare uno strumento di assessment finalizzato al posizionamento dell’azienda e all’individuazione dei gap e delle azioni organizzative e gestionali richieste per adeguarsi alla nuova strategia di servitizzazione digitale. Con l’aiuto di un team universitario, il primo passo ha riguardato l’individuazione dei principali driver organizzativi e gestionali da analizzare. In particolare, sono stati considerati i seguenti aspetti:
- La coerenza tra le scelte strategiche e le azioni finalizzate a sostenerla, quali gli investimenti in nuove tecnologie o la definizione del piano operativo;
- La leadership manageriale, ovvero la propensione al cambiamento del top management, nonché il relativo grado di conoscenza e competenza sul tema;
- La competenza ed esperienza sulle tecnologie digitali delle risorse umane e la predisposizione al cambiamento. Questa caratteristica presuppone una “cultura digitale” diffusa all’interno dell’organizzazione;
- L’innovazione tecnologica per il sostegno di una strategia “digital-oriented”. A questa caratteristica consegue la necessità di disporre di macchine e attrezzature già tecnologicamente predisposte e ai nuovi servizi digitali;
- La capacità di analisi del mercato, distinguendo tra clienti tradizionali e clienti interessati e predisposti ai prodotti e ai servizi digitali. A questa si deve quindi aggiungere la capacità di sviluppare opportuni piani di comunicazione e di marketing indirizzati alle diverse categorie di clienti serviti;
- La governance dei dati, finalizzata alla salvaguardia della sicurezza e alla protezione;
- I processi e l’organizzazione, strutturati in maniera snella così da facilitare la condivisione e lo scambio delle informazioni tra gli attori (interni ed esterni) convolti nello sviluppo e fornitura dei nuovi servizi digitali.
Una volta completata la prima fase, sono state condotte alcune interviste rivolte ai responsabili delle principali funzioni coinvolte nel processo di servitizzazione digitale, tra cui le aree di progettazione, automazione industriale, sviluppo business, sistemi informativi, vendita, assistenza e ricambi. Si è quindi proceduto alla stesura di un primo rapporto di analisi, confrontando i risultati delle interviste con alcune valutazioni fornite dai ricercatori sulla base di osservazioni personali. Il rapporto è stato quindi discusso con il top management aziendale e successivamente migliorato, giungendo alla stesura finale in cui sono stati riportati il posizionamento strategico attuale e le azioni da implementare per favorire l’allineamento. Una breve descrizione è riportata nel seguito e riassunta in Tabella 1.
Innanzi tutto, alla dichiarazione di interesse per l’introduzione di una strategia di “aggregazione” corrisponde un piano strategico già definito e declinato in un piano operativo. Quest’ultimo richiede però ancora alcuni passaggi di dettaglio per essere completato e quindi messo in pratica. In particolare, occorre migliorare l’organizzazione della fase di progettazione di prodotto e servizio, in quanto al momento essa non è ancora pensata in ottica di completa co-partecipazione. Se nel nuovo piano si prevede infatti che tutte le funzioni siano coinvolte fin dalla progettazione, così da facilitare la generazione di nuove idee per nuovi potenziali servizi al cliente, attualmente ci sono ancora delle aree aziendali non direttamente coinvolte in questa fase, perché concentrate nell’esecuzione delle proprie attività e/o su obiettivi “locali”. Il passaggio verso una struttura organizzativa caratterizzata da una completa interdisciplinarietà sarebbe invece fondamentale e, tra l’altro, sarebbe facilitata dal fatto che in azienda i manager delle diverse aree sono già fortemente motivati e disponibili al cambiamento, hanno già chiaro l’obiettivo da raggiungere e hanno già pronto un piano personale di lavoro. Ad ogni modo, l’introduzione di una nuova figura trasversale nell’attuale organigramma, responsabilizzata nella gestione dell’innovazione e nell’implementazione della nuova strategie di servitizzazione digitale, è vista come un’efficace soluzione per facilitare il passaggio verso una logica di totale interdisciplinarietà e per favorire l’introduzione di politiche commerciali ad hoc per quei clienti target già individuati da tempo dall’azienda grazie a un processo articolato di analisi e selezione.
Dal punto di vista tecnologico i progetti di innovazione sono stati principalmente focalizzati al miglioramento delle prestazioni del prodotto, concordemente alla strategia aziendale fino ad oggi perseguita dall’azienda. Gli stessi investimenti si sono concentrati su specifiche tecnologie (interfacce uomo macchina e uso di protocolli standard per la gestione dei dati) che supportano un approccio strategico in cui il servizio è dedicato a migliorare le funzionalità del bene. La volontà di passare a una logica di business, in cui dati e le informazioni sono invece usati per creare nuovi servizi dedicati al cliente, presuppone che i prossimi sforzi siano maggiormente rivolti ad altre tecnologie e in particolar modo a quelle indirizzate alla rielaborazione e trasmissione dei dati affidabili e sicure. Infine, poiché l’attuazione di una servitizzazione digitale dipende in larga misura dalla forza lavoro e dalle sue competenze, l’azienda è chiamata a sviluppare ulteriormente, o internamente o acquistando dall’esterno, le nuove competenze necessarie. Esse riguardano sia aspetti puramente tecnici connessi allo sviluppo IT (come nel caso di sviluppo di app, di interfacce per facilitare la gestione dei touch point e per la cyber security) e all’automazione dei processi (pensiamo ad esempio ai data scientist per l’analisi dei big data), sia fattori più soft e interdisciplinari dovuti alla necessità di creare nuove figure professionali capaci di tradurre i feedback dal campo in opportunità di miglioramento e/o di sviluppo di nuovi prodotti e servizi: rientrano in questa area la conoscenza dei nuovi sistemi di comunicazione, delle loro logiche, linguaggi e formati, ma anche capacità di problem solving, di identificazione e capitalizzazione delle informazioni presenti nel cloud e di flessibilità e apertura al cambiamento, caratteristica fondamentale in un contesto in rapida trasformazione.
Conclusioni
Questo caso ci spiega come, in un contesto di progressiva trasformazione del modello di business da una visione tradizionale di prodotto-servizio a una prospettiva in cui la soluzione non è più pensata per soddisfare solo le funzionalità di un bene, ma si apre a nuovi bisogni dei clienti, la tecnologia digitale può assumere un ruolo chiave. Ad ogni modo, una volta individuata la strategia più adatta al contesto competitivo, questa deve essere opportunamente declinata in un insieme di azioni organizzative e gestionali per attuare le azioni di allineamento strategico opportune.
Paolo Gaiardelli, Professore Associato, Dipartimento di Ingegneria Gestionale, dell’Informazione e della Produzione Università degli Studi di Bergamo
Giuditta Pezzotta, Ricercatrice, Dipartimento di Ingegneria Gestionale, dell’Informazione e della Produzione Università degli Studi di Bergamo
Nicola Rinaldi, Responsabile Ufficio Tecnico, CMS Spa