Giudicare "buona l'organizzazione di manutenzione" è sempre dipeso dalla bontà degli indicatori chiave del servizio: tipicamente costi e disponibilità impianti. Tuttavia, altri indicatori, quali ad esempio il tasso di infortuni o mancati infortuni all'interno delle squadre di manutenzione, possono parimenti contribuire a inquadrare il grado di salute e dell'efficienza del sistema manutenzione.
Oggi, infatti, in virtù di direttive, leggi e norme entra pesantemente nella valutazione il parametro dell'affidabilità che il sistema di gestione della manutenzione dimostra nell'assicurare l'operatività esente da incidenti.
Ridurre il rischio (laddove non eliminabile), per chi conduce o opera su impianti e macchine è da sempre una prassi perseguita in MEMC (gruppo Sunedison) attraverso adeguamenti di macchine (quando non già nate con criteri di sicurezza adeguati), procedure di lavoro ed addestramento del personale. Nel 2008, l'ulteriore evoluzione di questo approccio ha portato a raccogliere in una procedura le linee guida per l'esecuzione di lavori su macchine e impianti NON totalmente de energizzati.
La particolarità del processo tecnologico MEMC e quindi degli impianti ad esso connessi può portare in alcuni casi ad operare su attrezzature o parti d'impianto che non possono dirsi privi di energia residua (ad esempio sotto forma di pressione, energia elettrica, cinetica ecc.).
Questa procedura non aveva la pretesa (e non avrebbe potuto) d'essere esaustiva nei riguardi di tutte le situazioni che potevano presentarsi al manutentore, ma intendeva segnalare le precauzioni da adottare nei casi menzionati.
Per quanto ottimo ed apprezzabile l'intento, la strada di puntare alle procedure non è sempre sufficiente; lo è fino a che si trattano eventi:
- Codificabili (tipicamente preventivi)
- Grandi interventi di manutenzione (programmati, dimensionati come risorse, tecnicamente progettati ecc.. )
Quando però ci si scontra con l'intervento a guasto (non codificabile) che per altro coinvolge giornalmente molte persone, la strada inizia ad inerpicarsi. Occorre allora promuovere una cultura della sicurezza a 360 gradi puntando sugli aspetti comportamentali e sulle modalità operative. Si rende cioè necessario un passaggio culturale dell'intera organizzazione e gestione della sicurezza, caratterizzata da un approccio fortemente reattivo (reactive management), ad una strategia del mantenimento e miglioramento della sicurezza attraverso modalità proattive (proactive management).
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Barbara Tognolo,
Supervisore di Manutenzione,
MEMC Electronic Materials, gruppo Sunedison
Maurizio Ceriotti,
Responsabile di Manutenzione,
MEMC Electronic Materials, gruppo Sunedison