La sicurezza non è un optional

I rischi connessi alla manutenzione impongono investimenti concreti ai responsabili

  • Aprile 14, 2015
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    La sicurezza non è un optional

Per introdurre l'argomento sicurezza, che già altre volte abbiamo toccato ma che ora sta diventando sempre più importante, tanto che spesso le valutazioni sulla sicurezza (nell'affidare una commessa) vengono prima di altre considerazioni come qualità del lavoro, costi eccetera, riportiamo alcuni stralci di un articolo di Alessandro Sasso comparso sulla rivista lo scorso anno.

«Manutenzione non è solo dunque "ingegneria di" ma soprattutto procedure di gestione di un processo complesso, cui partecipano più attori ma sotto un'unica catena di responsabilità, che in caso di incidente viene individuata - qui è bene intendersi - non in base ad organigrammi aziendali, deleghe scritte o certificazioni ottenute, ma su elementi oggettivi raccolti a cura dell'autorità inquirente e sentite le parti in ordine al reale potere di organizzazione del lavoro (e, per esser chiari, chiunque può essere un "preposto", anche inconsapevolmente).

 

Può sembrare, questa, una sorta di moral suasion verso gli investimenti nel settore tradizionalmente più trascurato fra quelli aziendali (persino per il marketing talvolta si spende con più leggerezza che nella manutenzione, e a fronte di ritorni tutt'altro che certi), ma a ben vedere è solo un indirizzo di buona gestione: con il pieno controllo analitico di tutte le performance economiche, ivi compresa la spesa manutentiva (e la devoluzione in questi casi non funziona quasi mai, come dimostra la re-internalizzazione dei processi da parte dell'industria) e il pieno controllo del rischio (possibile anch'esso solo attraverso un sistema di misura dei comportamenti degli operativi e di gestione delle competenze) l'obiettivo di bilancio si sposta da quello - tipicamente finanziario - dei 2/3 anni a quello più proprio per piani industriali di aziende che mirano a stare sul mercato.

Per chi taglia la manutenzione, invece, non ci sono alibi.

 

In un sistema giuridico come il nostro, in cui alla deregulation è contrapposta una disciplina particolarmente severa, quando si parla di sicurezza correlata con i processi manutentivi il tema non è tecnico ma penale.»

 

Il processo di gestione dei rischi è un processo che si articola nelle fasi di seguito riportate:

1 Identificazione delle situazioni pericolose inerenti lo svolgimento di ciascun processo critico che possa determinare l'occorrenza di incidenti (guasti di componenti, sistemi e sottosistemi, errori umani, condizioni di lavoro, ecc) con gli strumenti di analisi a disposizione

 

2 Definizione degli incidenti che potrebbero accadere a seguito del presentarsi delle situazioni pericolose identificate, a meno di un adeguato controllo delle stesse, e causare: danni all'infrastruttura, al materiale ferroviario, all'ambiente lesioni di qualsivoglia gravità ai lavoratori altre conseguenze al sistema manutentivo;

 

3 Identificazione delle misure di controllo in atto per limitare l'occorrenza di ogni singola situazione pericolosa che non può essere eliminata o per contenerne le conseguenze dannose;

4 Stima dei rischi effettuata in termini di: frequenza con le quali le situazioni pericolose e gli incidenti possono verificarsi gravità delle conseguenze legate a ciascun incidente e situazione pericolosa correlata

5 Classificazione dei rischi per valutarne la significatività

6 Valutazione accettabilità dei rischi residui;

7 Verifica dei risultati e dell'efficacia dei progetti di minimizzazione in termini nuova classificazione del rischio residuo.

 

E questo ci porta alla nuova impostazione che il sistema ferroviario si è dato con la messa a punto della figura (funzione) dell'ECM. Infatti i requisiti ECM configurano una chiara, certa e non travisabile linea di responsabilità che deve riguardare ogni atto di chi lavora nel sistema.

 

ECM deve essere in grado di valutare i rischi associati alla manutenzione. Pertanto deve stabilire i seguenti processi:

  • definire tutti i necessari requisiti di sicurezza e assicurare che essi siano aggiornati e coerentemente attuati;
  • monitorare l'attuazione di tutti i requisiti di sicurezza necessari;
  • mettere in atto le azioni correttive, qualora necessarie, per assicurare la conformità del veicolo e delle attività alle norme e alle altre prescrizioni relative al sistema ferroviario;
  • assicurare che siano utilizzati, per lo scopo previsto, personale, procedure, documenti specifici, attrezzature e materiale ferroviario idonei ed adeguati al necessario grado di sicurezza che il sistema richiede.

ECM quindi ai fini della sicurezza del sistema ha il compito, proprio e non delegabile, di:

  • Stabilire le modalità di gestione dei rischi (identificazione, stima, valutazione, minimizzazione e controllo) connessi alle operazioni della manutenzione ferroviaria, coinvolgendo le risorse necessarie.
  • Approvare ed emettere il Documento di Valutazione dei Rischi Ferroviari ed il Registro delle Situazioni Pericolose per quanto riguarda il sistema manutentivo.
  • Approvare le analisi del rischio e le conseguenti azioni di minimizzazione del rischio
  • Approvare ed emettere per il sistema manutentivo il Piano Annuale della Sicurezza e la Relazione Annuale della Sicurezza secondo quanto stabilito dalla normativa vigente

È perciò arrivato il momento che i Responsabili di una Organizzazione manutentiva (gestori, datori di lavoro) si rendano conto che l'investimento in sicurezza oltre che necessario è ineludibile, visto il concreto rischio penale connesso al problema.

 

 

Ing. Bruno Sasso,

 

Coordinatore Sezione Trasporti A.I.MAN.

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