Flir è presente sulla termografia da quasi sessant'anni. Produce termocamere a infrarosso per molteplici applicazioni, tra cui anche quelle legate all'ambito manutentivo. La presenza a questa fiera è data proprio dalla nostra attenzione per il settore del comfort abitativo e della termoidraulica.
A marzo abbiamo lanciato una nuova linea di prodotti come soluzione complementare alle termocamere: non solo strumenti di misura per grandezze elettriche, ma anche soluzioni adatte a più ambiti, come il termoigrometro portatile e il videoendoscopio.
Questo ventaglio di offerta è stato possibile grazie alla rapida evoluzione della tecnologia e al conseguente abbassamento dei prezzi verificatisi negli ultimi 10 anni, che ci consente oggi di offrire soluzioni semplici, intuitive, utilizzabili da chiunque, e dal costo inferiore ai mille euro. Strumenti assolutamente comparabili a quelli che trent'anni fa arrivavano a costare anche 100 milioni di vecchie lire e richiedevano personale specializzato full-time per consentirne l'utilizzo.
Quanto è diffusa oggi la termografia nella manutenzione industriale e quali applicazioni si possono sviluppare in futuro per rendere questa sinergia ancora più stretta?
In Italia la termografia si è diffusa soprattutto nel settore elettrico proprio grazie ai benefici tangibili che può offrire come strumento di diagnostica. Quando sono entrato in FLIR, circa dieci anni fa, era una tecnica molto utilizzata e diffusa nella manutenzione predittiva. Tuttavia il tessuto industriale italiano, fatto di piccole e medie imprese, ne ha reso più difficoltoso uno sviluppo più ampio. La termografia ha sì avuto il suo spazio, però non è mai esplosa a livello generale, se non in settori principe come appunto quello elettrico, specie tra i grandi produttori e distributori di energia elettrica, e nell'ambito della manutenzione impianti di grandi attività produttive
Oggi invece, grazie all'abbassamento dei prezzi, la predittiva è diventata accessibile a tutti. Basti pensare che a gennaio FLIR ha lanciato negli Stati Uniti FLIR ONE, un dispositivo che integra la termocamera su un qualsiasi iphone. Questo la dice lunga sulle potenzialità di diffusione della termografia.
Come è strutturata la rete distributiva FLIR nel mondo, e specialmente nel Sud Europa e nell'Africa sub-Sahariana, aree di sua competenza?
Va fatta anzitutto una distinzione tra Italia e Sud-Europa, con cui noi intendiamo la parte balcanica fino alla Turchia.
L'Italia fa parte di un mercato sviluppato e culturalmente preparato a ricevere questa tecnologia, poiché qui una spesa di mille euro per questo tipo di stumentazione rappresenta un esborso più che ragionevole. Basta solo affacciarsi dall'altra parte dell'Adriatico, o in Africa, per avere una percezione completamente diversa, perché lì manca ancora la struttura industriale adatta. Penso perciò che lo spazio per questa fascia di prodotti, più economici, sia da ricercare nei mercati dell'Europa occidentale, dove la termografia ha ampio spazio per diffondersi.
Che tipo di assistenza offrite agli utilizzatori?
Siamo stati i primi a introdurre attività di formazione nel settore. Le svolgiamo sia presso il nostro ITC (Infrared Training Center) sia presso le aziende. Tendenzialmente, se si ha a che fare con poche persone (appartenenti per la maggior parte a piccole/medie imprese), l'attività si svolge nel nostro centro. Se invece si tratta di grandi aziende che vogliono investire sulla formazione di un discreto numero di operatori i corsi si tengono direttamente presso di loro. Ancora oggi siamo riconosciuti per i nostri standard qualitativi estremamente elevati.
Quali sono le prospettive di mercato per FLIR nel prossimo futuro?
Il 2014 è cominciato in maniera ben più positiva rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, per cui confidiamo che il trend si confermi anche nei prossimi mesi. Forse l'Italia ha finalmente capito che per uscire dalla crisi è necessario contare sulle proprie forze anziché attendere passivamente l'arrivo di soluzioni esterne.