A fianco degli innegabili vantaggi che le tecnologie additive possono apportare alla manutenzione dei beni strumentali, esistono delle limitazioni da considerare. Tra queste, vanno citate:
1. La necessità di eseguire, sulle parti metalliche realizzate in additivo, trattamenti termici e finiture con macchine utensili. Infatti, date le peculiarità tecnologiche del processo, le caratteristiche metallografiche dei pezzi possono differire da quelle dei metalli di pari caratteristiche chimiche, ma ottenute in maniera tradizionale. Ciò impatta sulle prestazioni meccaniche e, soprattutto, sul comportamento a fatica. Inoltre, la rugosità superficiale di un pezzo metallico ottenuto in additivo è comparabile a quella di un oggetto ottenuto con tecniche di fonderia (es. investment casting), con la necessità di rilavorare le superfici funzionali e/o di praticare fori di piccolo diametro (tipicamente sotto i 4-5 mm).
2. Le limitazioni dimensionali dei pezzi che possono essere fabbricati mediante tecnologie additive, in quanto, attualmente, le macchine non superano i 1000x1000 mm di pianta della camera di processo. Tuttavia, almeno per il mondo dei metalli, questa limitazione è destinata a essere superata dall’avvento sul mercato di macchine a portale o basate su robot antropomorfi ed utilizzanti il processo di “direct energy deposition”.
3. La necessità di ricertificazione, dovuta al fatto che le tecnologie additive sono processi speciali. Questo aspetto, che potrebbe essere secondario per il mondo dei beni strumentali, diventa vitale per le applicazioni dove la certificazione di prodotto è essenziale per l’utilizzo sul campo del ricambio, come ad esempio il settore aerospaziale.
4. La limitazione nel ventaglio dei materiali (metallici, polimerici o di altra natura) che possono essere lavorati mediante tecnologie additive;
5. La mancanza di know-how diffuso sulle modalità di progettazione e impiego dei sistemi di produzione basati sulle tecnologie additive, dovuto alla “giovane età” delle tecnologie additive, intese come “macchine utensili del terzo tipo” impiegate al di fuori della pura prototipazione.
Alcuni esempi di applicazione
Prima di passare ad alcuni casi “bibliografici”, è necessario notare che quanto menzionato nella nostra breve trattazione, pur avendo origine da considerazioni tipiche dei beni strumentali per il manifatturiero, può essere in larga misura “traslato” su applicazioni di altri settori (specie appartenenti al contesto B2B), quali, ad esempio, l’oil&gas, l’aerospaziale e i trasporti. Inoltre il settore delle tecnologie additive “attuale” rappresenta la “punta dell’iceberg” di quanto potrebbe apparire sul mercato nei prossimi anni, a livello di prodotti, processi e sistemi “additive based”.
Questi potranno mutare sensibilmente le caratteristiche dei beni strumentali (cosa già in nuce con le macchine utensili ibride additivo-sottrattive) e di quanto da essi realizzato. Vediamo, quindi, alcuni esempi.
1. Copertura amovibile
Un produttore di presse idrauliche, raddrizzatrici e di sistemi per la prova materiali, ha scelto l’additive manufacturing per realizzare un elemento da installare sulle sue macchine. In particolare, il componente scelto per questa esperienza è una copertura amovibile di uno strumento collegato alla macchina di prova materiali. Tra i vantaggi che hanno spinto l’azienda ad adottare la manifattura additiva vi sono:
- nessun limite alla forma;
- facilità di modifica del componente da un lotto all’altro, non esiste stampo;
- tempi di produzione pressoché indipendenti dalla complessità della forma;
- nessuna rilavorazione, visto che il pezzo esce finito dalla macchina, identico al disegno evitando così ulteriori passaggi;
- facilità di approvvigionamento, mediante l’invio del file al service di stampa.
2. Stampa 3D
Un leader globale nelle soluzioni di automazione e di presa, con oltre 30 anni di esperienza nello sviluppo di componenti per la presa robotica. La società è stata fondata nel 1985 a Brescia, e da allora è ben nota per la leadership tecnica.
L’azienda è anche riconosciuta per la qualità superiore dei suoi prodotti: macchinari all’avanguardia e controlli minuziosi garantiscono la coerenza e l’affidabilità. Produce oggetti con componenti sia meccanici che elettronici, e la linea di business delle dita di presa rappresenta una recente espansione e la attuale sfida per stabilirsi proficuamente in questo mercato relativamente nuovo.
Nel tempo ha aumentato il numero di prodotti offerti e poiché spesso questi dispositivi devono essere aggiornati, migliorati o personalizzati, il processo di revisione dei prodotti è costoso e dispendioso in termini di tempo.
Per ovviare a questi limiti, l’azienda si è dotata di una Stampante 3D Multi Jet Fusion, che consente di produrre dita di presa personalizzate sulle esigenze del singolo cliente, il quale fra l’altro può rivolgersi ad un solo fornitore sia per la parte elettronica o pneumatica che per le parti meccaniche che effettivamente afferrano l’oggetto da movimentare.
Questo ha consentito all’azienda di offrire un servizio nettamente migliore ai propri clienti e anche di espandersi in un nuovo business.
3. Testa supporto laser
L’azienda è convinta che con la sua macchina, un sistema quad-laser, allargherà il mercato degli utilizzatori della produzione additiva metallica. Questo accelerando il processo di quattro volte, rispetto alle soluzioni tradizionali, rendendolo economicamente vantaggioso.
La chiave del successo della macchina è un componente critico del sistema: il sistema ottico innovativo, progettato interamente in azienda e in grado di gestire i 4 fasci laser alla base del suo funzionamento.
I laser a fibra itterbio entrano nel sistema ottico e sono guidati alla loro destinazione da quattro coppie di specchi, mossi da azionamenti galvanici, che ruotano per dirigere i raggi dove richiesto sulla piastra di costruzione. Il sistema ottico focalizza anche i laser in modo dinamico, correggendo costantemente la lunghezza focale in funzione della posizione nell’area di lavoro.
Ottenere un risultato di precisione richiede conoscenza di ottica e di sistemi di controllo, cioè le competenze che l’azienda ha sviluppato nei decenni. A ciò si è sommata la sua capacità di realizzare internamente componenti prodotti in maniera additiva: progettare da zero con un approccio “additivo” ha permesso di ridurre l’ingombro del blocco di contenimento e di incorporare nelle sue pareti metalliche un sistema di raffreddamento a canali conformi.
La vicinanza dei punti di emissione dei laser e la stabilità termica superiore permettono alla macchina di affrontare le sfide della produttività facendo il miglior uso della piattaforma di media dimensione, la più utilizzata nell’ambito additivo per il metallo.
Il sistema ottico è anche prodotto sfruttando una tecnica di produzione ibrida, che incorpora nel pezzo finale la piastra di partenza del processo, normalmente rimossa al termine della fusione. Ciò porta un triplo vantaggio: risparmio di materiale, lavorazione più rapida, assenza della fase di distacco del pezzo dalla piastra post-fusione.
Conclusioni
Le tecnologie additive offrono la possibilità di usufruire di nuove opzioni in molte applicazioni manifatturiere e, in particolare, in quelle connesse alla manutenzione di beni strumentali e/o alle applicazioni B2B, consentendo, tra l’altro, un approccio al problema di natura “digital manufacturing/Industria 4.0”.
Tuttavia, la loro relativa gioventù non ha ancora permesso una diffusione comparabile a quella delle tecnologie “tradizionali”, lasciando però intravvedere un notevole potenziale, che potrà contribuire alla competitività di coloro che sapranno agire di conseguenza. A tal fine, AITA-Associazione Italiana di Tecnologie Additive (www.aita3d.it) organizza una serie di incontri e di workshop, che intendono far conoscere alle aziende italiane le opportunità di questo nuovo “modo” di intendere il manifatturiero.
Enrico Annacondia, Coordinatore AITA, Associazione Italiana Tecnologie Additive
Bibliografia
Enrico Annacondia, Tutto quello che c’è da sapere sull’additive manufacturing (GUIDA) – Innovation Post, settembre 2018, www.innovationpost.it/2018/09/17/tutto-quello-che-ce-da-sapere-sulladditive-manufacturing-guida/
AA.VV., “Il parco macchine utensili e sistemi di produzione dell’industria italiana”, Centro Studi & Cultura d’Impresa UCIMU-SISTEMI PER PRODURRE, novembre 2015, www.ucimu.it/attivita/progetti-e-iniziative/il-parco-macchine-utensili-e-sistemi-di-produzione-dellindustria-italiana/
AA.VV., “Rapporto di Settore 2017”, Centro Studi & Cultura d’Impresa UCIMU-SISTEMI PER PRODURRE, giugno 2018, www.ucimu.it/settore/per-saperne-di-piu/
AA.VV., “Il settore dei beni strumentali nel 2017”, FEDERMACCHINE, luglio 2018, www.federmacchine.it/il-settore/