Quella delle emissioni di mercurio è tra le problematiche più pressanti nel mondo industriale: presente nei processi di combustione, il mercurio è un elemento chimico persistente, entra nel ciclo alimentare e si deposita all’interno degli organismi, prolungando così l’effetto nocivo nel tempo.
Al fine di sensibilizzare gli operatori del settore sulla situazione attuale, illustrare gli strumenti e le tecnologie disponibili per il corretto monitoraggio dei livelli di mercurio negli impianti e rendere consapevoli dell’assetto normativo presente e futuro, SICK ha tenuto il 9 aprile una giornata formativa presso la propria sede italiana di Vimodrone (MI).
L’assetto normativo
Nel 2010 l’UE ha adottato la direttiva IED (Industrial Emission Directive), per limitare le emissioni di sostanze tossiche dalle industrie. Essa va a definire gli obblighi ambientali che ogni impianto industriale deve rispettare, tra cui quello di adottare le migliori tecniche disponibili per assolvere a questo compito, indicate col termine BAT (Best Available Techniques). Tuttavia spesso sussistono discrepanze tra aree geografiche in merito ai limiti massimi di emissione consentiti: in Europa il limite è attualmente di 50 μg/m3, senza obbligo di monitoraggio in continuo (fa eccezione la Germania), mentre negli USA per i cementifici di nuova costruzione, ad esempio, il limite massimo è di 12 μg/m3.
La consapevolezza del problema emissioni si è fatta crescente negli ultimi anni, in particolare dopo gli ultimi rapporti UNEP (United Nation Environment Programme) che hanno certificato una pericolosa impennata del fenomeno. In più, un recente rapporto dell’Agenzia Europea dell’Ambiente ha evidenziato come i livelli di mercurio presenti in atmosfera siano del 500% superiori a quelli naturali, mentre quasi la metà dei corpi idrici superficiali dell’UE mostra livelli di mercurio troppo alti nonostante l’entrata in vigore della Convenzione di Minimata e del Regolamento UE 2017/852 sul mercurio.
La tecnologia disponibile
I principali protagonisti di questa attività restano i grandi impianti di combustione: cementifici, impianti di incenerimento, termovalorizzatori, raffinerie di petrolio e centrali elettriche sono infatti tra i soggetti più esposti all’emissione di particelle di mercurio. E sono i primi a doversi confrontare con i sempre più bassi livelli di emissione massima consentiti dalle direttive internazionali.
È proprio loro che SICK ha coinvolto durante l’evento, per discutere insieme le principali soluzioni atte al controllo e monitoraggio delle emissioni di mercurio dei propri impianti. In particolare, sotto i riflettori è stato posto l’analizzatore MERCEM300Z, il sistema capace di misurare in continuo il tenore di mercurio nei fumi con un campo di misura certificato in accordo alla EN 15267, e in grado di offrire affidabilità di misura sia su piccoli range da 0 a 10 μg/m³ sia su quelli elevati fino a 1.000 μg/m³.
A riprova della sua efficacia, sono state presentate anche alcune User Experiences che hanno dimostrato come la misurazione efficace permetta di intervenire nel regolare i sistemi di abbattimento di mercurio e, attraverso un dosaggio preciso dei carboni attivi, possa influire nel contenimento dei costi.
Alessandro Ariu
a.ariu@tim-europe.com