Linee guida per la valutazione del rischio elettrico

Predisposizione dell'impianto, programmazione e preparazione del lavoro, tre elementi chiave per svolgere attività in sicurezza

  • Luglio 29, 2014
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  • Figura 1 - La suddivisione delle diverse zone di lavoro
    Figura 1 - La suddivisione delle diverse zone di lavoro
  • Figura 2 - Tabella riassuntiva di qualifica delle persone in funzione del tipo di lavoro
    Figura 2 - Tabella riassuntiva di qualifica delle persone in funzione del tipo di lavoro

 

Il settore elettrico è probabilmente il più normato ed il rischio elettrico, inteso come arco elettrico, shock elettrico, ustione, incendio o esplosione originati da energia elettrica, viene valutato anche in sede normativa, dove sono indicate anche le misure di protezione da mettere in atto per ridurlo ad un livello ritenuto accettabile.

 

In particolare, secondo i disposti dell'art. 80 del D.Lgs. 81/2008 e s.m.i., la valutazione dei rischi di natura elettrica per i lavoratori deve tenere in considerazione tre aspetti fondamentali:

  • le condizioni e le caratteristiche specifiche del lavoro, comprese eventuali interferenze;
  • i rischi presenti nell'ambiente di lavoro;
  • tutte le condizioni di esercizio prevedibili, incluse avvio, fermata e manutenzione degli impianti elettrici e condizioni di guasto ragionevolmente prevedibili.

Tale valutazione deve inoltre tenere in debito conto l'analisi storica di accadimenti incidentali di natura elettrica occorsi nell'attività imprenditoriale medesima o in attività imprenditoriali similari, per potersi giovare, ai fini della prevenzione, dei risultati di tali analisi.

 

Ciò premesso, la valutazione dei rischi di natura elettrica deve essere necessariamente effettuata in maniera diversificata per gli "utilizzatori", intendendo come tali tutti i lavoratori che impiegano "semplicemente" materiali, impianti e apparecchiature elettriche, ed il personale addetto ad eseguire lavori con rischio elettrico, in quanto gli stessi sono soggetti a rischi sostanzialmente diversi.

 

Nel seguito ci soffermeremo esclusivamente sui lavori con rischio elettrico; gli argomenti non esauriscono ovviamente la materia, che è molto ampia e articolata, né sono trattati in modo esteso e approfondito; lo scopo principale è quello di illustrare brevemente le varie tipologie di lavori con rischio elettrico ed alcune delle nozioni fondamentali di sicurezza nell'esecuzione degli stessi, evidenziando in merito alcune delle principali novità introdotte dalla quarta edizione della norma CEI 11-27, pubblicata il 01/01/2014.

 

E' bene quindi sin da subito precisare cosa si intende per lavoro con rischio elettrico; in tal senso la IV edizione della CEI 11-27 ha modificato in maniera significativa il concetto di lavoro elettrico e non elettrico; precedentemente, infatti, il lavoro era definito in base alla sua natura, mentre nella nuova edizione il tipo di lavoro è definito unicamente in funzione della distanza assunta dall'operatore, attrezzi, equipaggiamenti e dispositivi maneggiati compresi, rispetto alle parti attive accessibili di linee elettriche ed impianti elettrici.

 

Per lavoro elettrico si intende quindi qualsiasi attività lavorativa, compresi quindi anche lavori di natura non elettrica (es.: lavori di costruzione, scavo, verniciatura, ecc.), purché svolta all'interno della zona di lavoro prossima, ovvero a distanza minore o uguale a DV da parti attive in tensione non protette o non sufficientemente protette, in quanto in essa qualsiasi lavoratore può essere assoggettato a un rischio elettrico.

 

 

A tal fine le parti attive devono essere considerate in tensione se ad esse non sono state applicate le 5 prescrizioni fondamentali previste per la messa fuori tensione e in sicurezza:

  • individuazione della zona di lavoro;
  • sezionamento della parte di impianto interessata dal lavoro;
  • adozione di provvedimenti contro le richiusure dei circuiti sezionati;
  • verifica dell'assenza di tensione su tutte le parti attive sezionate;
  • messa a terra ed in cortocircuito delle parti attive sezionate, ove necessario.

Questo implica quindi che per tutti i lavori svolti all'interno della zona prossima, qualunque sia la loro natura, è sempre richiesta la presenza di personale qualificato, ovvero le Persone Comuni (PEC) possono operare in tale zona esclusivamente sotto la sorveglianza diretta e continuativa di personale PAV o PES, se la protezione è realizzata mediante il mantenimento di una distanza sicura dalle parti attive in tensione, oppure sotto la supervisione di una PES, se la protezione è realizzata mediante sezionamento e messa in sicurezza delle parti attive oppure mediante l'interposizione di barriere, schermi e protezioni isolanti.

 

I lavori non elettrici, invece, includono:

  • lavori svolti all'esterno della zona prossima ma all'interno della zona di lavoro non elettrico (DV<d?DA9);
  • lavori svolti all'esterno della zona di lavoro non elettrico (d>DA9).

I lavori elettrici, come sopra definiti, si distinguono in:

  • lavori sotto tensione;
  • lavori in prossimità;
  • lavori fuori tensione.

A loro volta, i lavori sotto tensione possono essere eseguiti utilizzando tre metodologie di lavoro, in funzione della posizione assunta dall'operatore rispetto alle parti attive in tensione e degli attrezzi, equipaggiamenti e dispositivi utilizzati dall'operatore. In particolare:

  • lavori a distanza (con aste isolanti);
  • lavori a contatto (con guanti isolanti);
  • lavori a potenziale (a mani nude).

Relativamente ai lavori elettrici sotto tensione, si ricorda innanzitutto che lo svolgimento degli stessi è consentito, ai sensi dell'art. 82 del D.Lgs. 81/2008 e s.m.i., solo nei casi in cui le tensioni su cui si opera sono tensioni di sicurezza o nel caso in cui siano soddisfatte le seguenti condizioni:

  • le procedure adottate e le attrezzature utilizzate sono conformi ai criteri definiti nelle norme tecniche;
  • per sistemi di categoria 0 e I, purché l'esecuzione sia affidata a lavoratori riconosciuti dal Datore di Lavoro idonei per tale attività;
  • per sistemi di categoria II e III, purché l'esecuzione sia affidata ad aziende autorizzate secondo i criteri definiti nel D.M. 4 febbraio 2011, e a lavoratori riconosciuti dal Datore di Lavoro idonei per tale attività ai sensi della norma CEI 11-15.

La richiamata norma CEI 11-27 definisce per le varie tipologie di lavori elettrici e non elettrici sopra definiti (esclusi i lavori elettrici sotto tensione su sistemi di categoria II e III, regolamentati dalla norma CEI 11-15):

  • modalità operative e prescrizioni minime di sicurezza da adottare;
  • qualifica professionale delle persone abilitate ad eseguire tali lavori e relativi requisiti formativi minimi richiesti.

In particolare, la qualifica è attribuita dal Datore di Lavoro sulla base del'istruzione, dell'esperienza e delle caratteristiche personali significative, con l'indicazione della tipologia/e di lavori a cui si riferisce, oltre che dalla documentazione che oggettiva il profilo professionale attribuito.

 

Le misure tecniche, organizzative e procedurali da porre in essere per minimizzare e gestire il rischio elettrico nell'esecuzione di lavori sono invece definite dalle norme tecniche in base al livello di tensione delle parti attive su cui intervenire, prossime o in vicinanza, e della distanza dalle stesse delle persone preposte all'esecuzione dei lavori medesimi.

 

Così, ad esempio:

  • per i lavori in prossimità, le misure di sicurezza consistono nel mettere in atto tutti gli accorgimenti possibili (adottabili singolarmente o in combinazione tra loro) per impedire la penetrazione nella zona di lavoro sotto tensione durante lo svolgimento dell'attività, ovvero: impedimento fisico; distanza sicura.
  • per i lavori non elettrici svolti tra DV e DA9, le misure di sicurezza da porre in atto sono invece diversificate in funzione della qualifica professionale della persona che esegue il lavoro e della tipologia di mezzi o attrezzi impiegati nei lavori;
  • per i lavori sotto tensione a contatto in Bassa Tensione, le principali misure di sicurezza da porre in atto sono:
    • limitazione della zona di intervento all'area che l'operatore può tenere sotto controllo visivo;
    • separazione, mediante schermi isolanti, delle parti a potenziale diverso presenti nella zona di intervento;
    • divieto di abbandono delle parti attive mobili, prima che le stesse siano state isolate o fissate;
    • doppia protezione isolante verso le parti attive su cui intervenire, mediante utilizzo di guanti isolanti, sempre, e di attrezzi isolati o tappeti/pedane isolanti;
    • utilizzo di attrezzi e DPI conformi alle relative norme di prodotto;
    • presenza di una seconda persona in assistenza nel caso di situazioni che evidenzino rischi non eliminabili.

In conclusione, qualunque sia la tipologia di lavoro in esame, sono fondamentali, ai fini dell'esecuzione in sicurezza dei lavori, una corretta programmazione e preparazione del lavoro (individuazione zona di lavoro e procedure ad esso applicabili) ed una idonea predisposizione dell'impianto elettrico.

 

 

Mauro De Francesco, Specialista sistemi di processo e standard di sicurezza Versalis

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