Manutenzione e Formazione

Un percorso a ritroso nella storia di A.I.MAN. per raccontare quanto è stata ed è importante l’Associazione nella diffusione della cultura manutentiva

  • Giugno 20, 2022
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1959. Nasce A.I.MAN. e da qui in poi la formazione è sempre stata al centro dell’attività associativa. Ci sono state nel tempo diverse fasi che occorre distinguere per arrivare alla situazione di oggi. Poiché il fattore umano è uno degli elementi chiave della manutenzione lo è anche la dimensione formativa. La fonte a cui il fattore umano si abbevera.

In principio erano i congressi. Inizialmente, i momenti formativi principali di A.I.MAN. erano i Congressi biennali realizzati negli anni dispari, svolti però ad anni alterni con quelli di EuroMaintenance (negli anni pari), i congressi della federazione europea di manutenzione (EFNMS).

Fra un congresso e l’altro i soci animavano il dibattito con i “pomeriggi” A.I.MAN. Momenti di scambio di conoscenze manutentive in un periodo dove la letteratura manutentiva italiana specifica era molto scarsa, non meno di quella inglese.

Lo scambio di conoscenze “in presenza” era dunque una fonte di cultura manutentiva fondamentale per alimentare le competenze di noi giovani ingegneri. L’amico Renzo Davalli fu un animatore instancabile dei “pomeriggi”. E nondimeno fu anche uno dei fondatori di A.I.MAN., all’età di 27 anni.

Poi vennero gli anni ’80. La manutenzione appariva al centro del dibattito tecnico nei principali settori industriali. A.I.MAN. organizzò il primo Congresso Mondiale di manutenzione a Venezia. 1984. Si moltiplicarono gli eventi. La nostra rivista prese a diventare mensile (dieci numeri l’anno) e per la prima volta venne denominata Manutenzione Tecnica & Management. A sottolineare la verità affermata negli 80s. Il management della manutenzione aveva pari dignità con le tecniche.

L’indigestione di cultura manutentiva raggiunse il culmine con il seminario organizzato congiuntamente da A.I.MAN. e Censis. La Manutenzione ormai aveva un corpus disciplinare ben definito ma non ancora rappresentato nelle facoltà di ingegneria italiane. Luciano Furlanetto da Presidente A.I.MAN. divenne il regista indiscusso di questo periodo.

Arrivarono poi gli anni ’90 con le organizzazioni piatte e la distruzione di quelle a scopo di ricostruzione più efficiente. In Italia si iniziò ad avvertire questo impatto nel 2000. Dopo il fatidico superamento dell’anno a due byte.

Intanto si moltiplicavano le iniziative culturali sulla manutenzione sempre basate su scambi “in presenza” fra tecnici ma non limitatamente ai “pomeriggi” A.I.MAN. Numerose aziende specializzate videro nella cultura manutentiva un business sul quale era conveniente investire.

Il momento più alto di quel periodo era l’atteso Forum della Manutenzione. Annuale. Che si affiancò alla continuità dei Congressi di A.I.MAN. ed EFNMS.

Anche in Italia arrivarono le organizzazioni piatte. L’empowerment. La delega verso il basso.

Le aziende iniziarono a disinvestire nelle grasse strutture intermedie di tecnici manutentivi. E i partecipanti ai convegni si diradarono con sempre maggiore efficacia. In questo periodo la vita di A.I.MAN. si incentrò soprattutto sulla rivista con nuovo editore e nuove energie.

È il momento di Cristian Son che, con lungimiranza, dopo qualche anno di rodaggio seppe indicare la strada  a noi Aimannauti.

Nello stesso tempo la diffusione di internet e la continua e crescente disponibilità di materiale buono per la manutenzione ha fatto il resto. Ma è un periodo di grande confusione e di pasticci per la cultura manutentiva. Arriva la crisi perché non si sa bene dove andare fra il non più e il non ancora.

La crisi (secondo i greci “necessità di cambiamento o opportunità”) nasconde sempre un potenziale evolutivo. E in questo caso il potenziale evolutivo era notevole. La mazzata che abbiamo ricevuto con la pandemia ci ha aiutato ad aprire gli occhi.

Si sono moltiplicate le iniziative culturali e non solo in manutenzione. Abbiamo iniziato ad apprezzare la possibilità di accedere in tempo reale ai neo “pomeriggi” A.I.MAN. Meno spostamenti. Meno pranzi e cene  che attentano alla nostra salute. Meno oneri accessori.

La sorpresa è stata che nonostante tutti i “meno” la relazione non era da meno. In presenza certo più rarefatta ma senza nulla togliere ai contenuti. Anzi. C’era pure più tempo per le relazioni interpersonali e per la propria vita sociale.

E qui i Cristiannauti hanno saputo cogliere l’opportunità evolutiva dando vita a Il Mese della Manutenzione,  l’ultimo dei quali si è appena concluso.

La rivista diviene ancor più il centro dell’attività culturale di A.I.MAN. Ora ha cambiato nome per adeguarsi ai  tempi. Manutenzione & Asset Management. Si mette in evidenzia ancora una volta come il cd bene patrimoniale sia il centro delle passioni manutentive.

I Fab Lab e i Repair Cafè sanno bene che su internet si trovano molte pratiche per la riparazione, per la progettazione IoT e altre diavolerie del genere. Anche per le più semplici manutenzioni caserecce oggi si trovano tutorial e persino per alcune prassi della manutenzione industriale.

Ma A.I.MAN. svolge un ruolo diverso e collaborando insieme con la rivista si chiude un cerchio. Si mettono in  linea quei concetti di cultura manutentiva che prima erano appannaggio dei “pomeriggi”. Con i dirigenti A.I.MAN., pionieri di quella che sarebbe poi diventata la cultura manutentiva nostrana. Come diceva Luciano  Furlanetto: la via italiana alla manutenzione. Con i suoi Magec. Con lo ZBB. Con l’ingegneria di manutenzione nobilitata e arrivata finalmente nelle università.

Mai come oggi – e domani – c’è e ci sarà bisogno di formazione. Il mondo sta cambiando e non solo per gli ultimi tragici avvenimenti. Il 2030 conoscerà l’obiettivo UE di raggiungere il 60% di neutralità carbonica. Un obiettivo enorme. Cambierà totalmente la nostra vita ed è fra soli otto anni. Molto più del lontano 2050 quando si dovrà raggiungere la neutralità carbonica in tutta la UE. Fra otto anni dovranno dimezzarsi i consumi di combustibili fossili rispetto al 2020. Il sistema dei trasporti privati e pubblici diventerà prevalentemente elettrico e basato su energie verdi o blu (come nel caso dell’idrogeno).

Lo abbiamo ripetuto più volte nella nostra rubrica. La manutenzione dovrà affrontare grandi trasformazioni a livello soprattutto dei sistemi sottostanti. Essi produrranno bisogni formativi ampi e variegati.

A.I.MAN. può giocare un ruolo grazie agli strumenti multimediali che sono stati messi a punto in questi ultimi anni. Siamo piccoli. Siamo pochi. Ma possiamo raggiungere tante persone. Oggi sono necessarie più le idee che i mezzi. Poco importa se nella mediana i bisogni culturali incontrano anche bisogni commerciali. Ci sono sempre stati anche nei “pomeriggi” di 60 anni fa.

Dobbiamo quindi essere grati a Thomas che con A.I.MAN. organizza le palestre formative della manutenzione. Diamo la possibilità ai tecnici di vedere la luce. La fiammella della cultura che da sempre ci accompagna in questa straordinaria avventura umana e scientifica che abbiamo chiamato Manutenzione.

E non dimentichiamo che… chi sa cosa cercare, trova.

Maurizio Cattaneo Amministratore, Global Service & Maintenance