Premessa
Estratto dal volume “la Manutenzione nell’Industria, Infrastruttura e Trasporti” – autori vari – Franco Angeli editore – 2010.
“Manutenzione e sostenibilità. Si profila un crescente allargamento del concetto di manutenzione, da processo demandato al mantenimento in efficienza dei sistemi a funzione responsabile del costo globale dei sistemi, a scienza della conservazione, a strumento di miglioramento ed innovazione continua in un contesto sostenibile di impiego delle risorse. La manutenzione diventa così una scienza di confine fra ingegneria, tecnologia e filosofia dello sviluppo, che le conferiscono una dimensione etica ed un insieme di valori che mirano alla eliminazione degli sprechi ed alla responsabilizzazione dei comportamenti. Tale trasformazione sarà compiuta solo quando vi sarà una diffusa condivisione dei valori e dei principi etici della manutenzione all’interno di tutte le società”.
Sostenibilità
La sostenibilità quindi assume aspetti non solo tecnici ed economici ma anche sociali ed ambientali. Parlare di manutenzione e sostenibilità significa affrontare cambiamenti organizzativi, utilizzare nuovi metodi e nuovi strumenti operativi. È necessario quindi affrontare il tema della responsabilità sociale dell’impresa che nella sua attività deve tenere conto di diversi fattori basilari tra cui:
- Globalizzazione dei mercati
- Tutela e conservazione del patrimonio aziendale
- Tutela dell’ambiente
- Problematiche sociali
- Diritti dei lavoratori
- Sostenibilità economica
Il mondo dei trasporti
Il mondo dei trasporti ha approcciato buon ultimo (con notevoli differenziazioni al suo interno) questi punti. Il sistema dei trasporti costituisce nel suo complesso un fattore rilevante di impatto ambientale non soltanto per i volumi di traffico movimentati ed il conseguente inquinamento prodotto, ma anche per la sua influenza diretta sul territorio.
Nei paesi dell’Unione Europea infatti il settore dei trasporti occupa il 30% dei consumi finali di energia, producendo più di un quarto delle emissioni di gas serra responsabili dei cambiamenti climatici (fonte IEA 2016).
Le risposte dei diversi settori del trasporto hanno riguardato prima di tutto gli aspetti produttivi e di esercizio, mirando ad un sistema di mobilità, in grado di soddisfare i bisogni delle generazioni attuali senza arrecare danno alle generazioni future, centrato sulle tre componenti fondamentali già ricordate:
- Sociale
- Economico
- Ambientale
È notevole però lo squilibrio fra i diversi settori. Infatti la spesa annua della collettività per i trasporti in Italia è (fonte Cappelli 2013):
- Rotaia: 10 miliardi di euro
- Gomma: 400 miliardi di euro
- Poi ci sono i costi esterni medi della mobilità (fonte UIC 2012):
- I costi esterni della mobilità in Europa equivalgono a circa il 4% del PIL
- La congestione stradale provoca ulteriori costi fino al 2% del PIL (fino a 30 miliardi di Euro all’anno in Italia)
Inoltre se le quote dei trasporti ferroviari e dei trasporti collettivi a motore sono rimaste pressoché costanti, dal 2012 assistiamo ad un aumento della mobilità individuale motorizzata (moto più auto) e ad una diminuzione della mobilità collettiva motorizzata (treno più bus) (fonte CNIT 2017).
I punti nodali che la mobilità deve affrontare sono quelli della efficienza energetica e della sicurezza. Per questo alcuni grossi players del trasporto ipotizzano di andare verso una offerta di servizi di mobilità e logistica integrati e sostenibili, sfruttando infrastrutture di trasporto in sinergia:
- Integrazione modale passeggeri
- Logistica integrata
- Infrastruttura integrata
Ci troveremo perciò a dover prendere nel prossimo futuro una serie di decisioni “politiche” che si possono così sintetizzare (dall’audizione al Senato delle FS 24 luglio 2017):
Completare al più presto il processo del Tavolo per la Mobilità Sostenibile della Presidenza del Consiglio per pervenire ad una nuova Roadmap della Mobilità Sostenibile che includa anche la mobilità non motorizzata, quella collettiva e quella condivisa.
Includere il ruolo chiave della mobilità sostenibile nei processi di pianificazione territoriale e nel Piano Generale dei Trasporti e della Logistica (PGTL).
Adottare nelle aree metropolitane politiche di accesso e gestione che rendano conveniente l’utilizzo del TPL o di forme di mobilità dolce.
Favorire il trasporto merci intermodale sostenibile, introducendo politiche di attribuzione degli oneri derivanti dai costi esterni riguardanti modi di trasporto meno sostenibili (modi motorizzati individuali, trasporto merci su strada) e incentivi diretti ai modi più sostenibili (modi collettivi, trasporto su ferro e vie d’acqua).
Destinare al trasporto locale e metropolitano risorse certe e adeguate irrobustendo il Fondo Nazionale dei Trasporti.
Colmare il gap infrastrutturale nelle aree metropolitane attivando processi di finanziamento e realizzazione delle reti primarie (ferroviarie, tramviarie, metropolitane) e dei nodi di scambio.
Investire ancora sul rinnovo del materiale rotabile del trasporto collettivo, sia ferroviario che su gomma.
Investire sostanzialmente nelle nuove tecnologie per la mobilità e promuovere progetti end-to-end di integrazione modale, informativa e tariffaria, e di routeplanning.
In questo scenario la manutenzione assume sempre più maggiore importanza.
Il settore ferroviario, con la normativa a livello europeo, ha imboccato per primo una strada che coniuga manutenzione e sostenibilità, prefigurando un sistema manutentivo con regole certe e mirate ai principi sopra ricordati.
Il settore su gomma, lasciato ancora alla buona volontà non solo dei singoli Stati ma delle singole aziende di trasporto, presenta ancora troppe criticità. Ci vorrebbe un po’ di coraggio e prendere decisioni anche impopolari ma che ogni giorno che passa sono sempre più indispensabili.
Bruno Sasso, Coordinatore Sezione Trasporti A.I.MAN.