Manutenzione predittiva: quale novità in vista?

Uno sguardo sulla nuova generazione che si può prospettare per i sistemi manifatturieri che implementano paradigmi innovativi come quello dell’Industria 4.0

  • Giugno 4, 2018
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    Manutenzione predittiva: quale novità in vista?

Non c’è errore nel titolo: è lo stesso del mese di Maggio nel quale si è iniziata una riflessione sulla manutenzione predittiva a partire da una domanda che, per comodità, ricordo al lettore: “quale è la novità portata nel quadro dell’Industria 4.0 per la manutenzione predittiva?”. Oggi continuo la riflessione, proiettandomi con il pensiero verso la nuova generazione che si può prospettare per i sistemi manifatturieri che implementano paradigmi innovativi come quello dell’Industria 4.0. Il paradigma dell’Industria 4.0 promuove, come ormai noto, lo sviluppo della digitalizzazione dei processi industriali attraverso la maturità raggiunta da molteplici tecnologie che possono trovare applicazione per rendere più smart i processi e, nel mondo del manufacturing, per mantenere la promessa di aumentata flessibilità, raggiunta con elevata varietà di prodotti, migliore qualità, produttività e servizio al cliente.

Tra le varie tecnologie, è ampiamente citata l’Internet of Things (IoT) e, nello specifico dell’industria, l’Industrial IoT (I-IoT). I-IoT serve per denominare la creazione di un sistema interconnesso dove ogni “oggetto” della fabbrica (sensore, macchinario, sistema) entra a far parte di una “rete”: l’oggetto acquisisce una sua identità, ed è in grado di comunicare con altri “oggetti”, servendosi di diverse tecnologie di comunicazione. L’I-IoT offre, quindi, una nuova dorsale attraverso cui abilitare lo scambio di informazioni anche in una direzione “orizzontale”, tra pari allo stesso livello della gerarchia delle funzioni di fabbrica (i.e. gestione, controllo/coordinamento, esecuzione) – per questo, si parla appunto di integrazione “orizzontale”. L’I-IoT aggiunge, quindi, una nuova prospettiva architetturale, arricchendo il classico percorso lungo la gerarchia delle funzioni di fabbrica, secondo quella che è definita integrazione “verticale”, in eredità della piramide definita con il paradigma di Computer Integrated Manufacturing (il CIM, uno dei precursori dell’Industria 4.0) e di corrispondenti standard internazionali (cfr. IEC 62264 sull’Enterprisecontrol system integration).

Perché ho parlato di integrazione orizzontale e verticale, quando parliamo di manutenzione predittiva? Per rimarcare, prima di tutto, che queste caratteristiche, prospettabili per l’architettura dei sistemi informativi e di automazione della fabbrica 4.0, aprono nuove possibilità per impostare nuovi processi in cui – grazie alla maggiore connettività in campo – si possono gestire in maniera più integrata le informazioni necessarie alla gestione. Per sottolineare anche che l’I-IoT è una tecnologia necessaria per abilitare una nuova architettura nella quale si prospetta la presenza di “smart objects” e, quindi, la possibilità di avere una intelligence distribuita sul campo, anche se è evidente che le competenze e le tecnologie che cadono sotto l’ombrello dell’I-IoT non sono sufficienti: mentre l’I-IoT permette di creare una infrastruttura per veicolare agilmente le informazioni, l’intelligence necessaria, nello specifico quella da usare per la manutenzione predittiva negli smart objects, va ben al di là dell’I-IoT.

Una prima conclusione per il focus tecnologico portato in questo editoriale è la seguente: è vero che I-IoT rafforza le caratteristiche di connettività che favoriscono nuove idee in termini d’ideazione di nuovi processi nei quali “oggetti” smart – ndr uomo compreso – interagiscono tra di loro per avere una intelligence predittiva utile alla manutenzione. E’ altrettanto vero che, per fare manutenzione predittiva, rimangono delle necessità di analytics, di ingegneria e di innovazione dei processi, che sono tematiche che, ovviamente, ricadono in altri domini di conoscenza, diversi da quelli in cui nasce l’I-IoT.

Una seconda conclusione riguarda la necessità di pensare la manutenzione predittiva come un processo che deve essere integrato nell’architettura della fabbrica smart. Detto in altre parole, se si continuerà a pensare alla manutenzione predittiva meramente come ad una “isola” tecnica, si farà un grande errore e, di conseguenza, non si potrà fruire appieno delle nuove opportunità che nascono nel quadro dell’integrazione verticale e orizzontale della fabbrica 4.0. Alla prossima puntata per ulteriori riflessioni.

 

Prof. Marco Macchi, Direttore Manutenzione T&M