Mistery Manut – Episodio 2

Mistery Manut ci porta nel pieno svolgimento delle attività di un reparto manutentivo: la squadra si sta occupando di un motore elettrico

  • Novembre 14, 2022
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In questo secondo episodio, Mistery Manut ci porta nel pieno svolgimento delle attività di un reparto manutentivo: la squadra si sta occupando di un motore elettrico. Mistery Manut ha risposto ad alcune nostre domande riguardanti la sua attività in totale anonimato e totale sincerità.

L’azienda di Mistery Manut di questo mese presenta diversi impianti produttivi e molti macchinari. Ci chiediamo quindi come funziona la squadra e il programma manutentivo all’interno di un’azienda così complessa e strutturata e per far questo ci avviciniamo ai manutentori che si accingono a eseguire un’attività di smontaggio di un motore elettrico.

Buongiorno, vedo che siete impegnati in questa attività che, se ho capito bene, riguarda un motore elettrico.

MISTERY MANUT: Sì, dobbiamo tirarlo giù perché sembra che abbia dei problemi. Non sappiamo ancora quali; per il momento ci è stato solo detto che dobbiamo disaccoppiarlo.

Ma avete un permesso di lavoro?

MISTERY MANUT: Sì, abbiamo un permesso. Siamo andati in sala controllo e il Capo Turno ce lo ha accordato.

Quali prescrizioni riporta il permesso?

MISTERY MANUT: Io non l’ho letto, l’ho solo firmato: come saprà, senza il permesso non possiamo fare niente, non possiamo muoverci.

Non crede che forse dovrebbe leggere le prescrizioni contenute prima di partire con il lavoro?

MISTERY MANUT: Certo, dopo leggeremo il documento, prima però io e miei colleghi dobbiamo smontare il motore, altrimenti il nostro capo viene qui e dice che battiamo la fiacca!

Scusi se insisto, ma forse nel permesso c’è scritto qualcosa che lei dovrebbe sapere prima di eseguire il lavoro?

MISTERY MANUT: Mi scusi, io lavoro in questa azienda da 30 anni e di motori ne ho smontati a centinaia: vuole che non sappia come si fa e quali sono i rischi? Sono quelli giovani che devono stare attenti a dove mettono le mani, perché non hanno esperienza! A scuola non ti insegnano come funziona il mondo del lavoro.

Ma…

MISTERY MANUT: Ma con tutto quello che c’è da fare non c’è sempre tempo di leggere la carta, anzi…

Posso chiederle se ritiene che la manutenzione sia considerata importante nella sua azienda?

MISTERY MANUT: Partecipiamo a tanti corsi e se si spendono i soldi per i corsi vuol dire che l’azienda ci tiene. Io, come le ho detto, lavoro da tanti anni in azienda e ne ho viste di tutti i colori. In passato ti assegnavano un incarico e dovevi “rubare il lavoro”, almeno adesso le cose te le spiegano prima. Anche se non so se tutta questa cosa qui del 4.0 possa servire a qualcosa. A volte mi sembra che tutta questa tecnologia serva solo a mandare via le persone, soprattutto quelle più vecchie come me e che non si tenga in conto della nostra esperienza. Noi che di impianti ne abbiamo visti a centinaia.

I tempi cambiano e l’azienda deve adeguarsi alla modernità e ai nuovi programmi di manutenzione. Una volta si operava quasi solo con la manutenzione correttiva, adesso si fa molta predittiva utilizzando strumentazione sofisticata che permette di intervenire prima che ci sia il guasto.

MISTERY MANUT: Certo, però quando comunichi che devi fermare la macchina di produzione perché c’è il rischio che si rompa qualcosa ti viene detto che non si può, perché si deve produrre, e ti chiedono perché bisogna fermare una macchina che funziona! Quindi penso che si dicano tante belle cose, poi però ti rendi conto che la realtà è un po’ diversa.

Ma non le sembra di essere un po’ pessimista? Forse serve un po’ di opera di convincimento e si riescono a trovare i tempi giusti, magari facendo capire quello che si potrebbe risparmiare se non si incorre in un fermo per guasto.

MISTERY MANUT: In realtà, il mio capo, che è più giovane di me – sa, lui è laureato – queste cose le dice sempre e vuole che anche noi ci convinciamo che è meglio fermare un impianto prima che si rompa. Lui però ha un bel da fare con quelli della distribuzione, perché per loro non ci si dovrebbe fermare mai. Un po’ li capisco: i clienti sono quelli che ci pagano lo stipendio!

Lei ritiene di sapere già tutto oppure ha ancora qualcosa da imparare? Cosa fa la sua azienda per la formazione?

MISTERY MANUT: Io ho tanta esperienza di lavoro, so dove mettere le mani, ma ho poca scuola. Sa, ai miei tempi non c’era tempo di studiare, bisognava andare a lavorare da subito. Adesso in azienda ti permettono di seguire tanti corsi e ti richiamano se non lo fai. Con tutte le normative che escono quasi giornalmente, c’è sempre un corso nuovo da dover frequentare. Alcuni sono anche interessanti, ma spesso vengono ripetute le stesse cose: bisogna mettere il casco, gli occhiali, le scarpe di sicurezza… Forse potrebbero insegnarci qualcosa di nuovo, per esempio come si utilizzano gli strumenti nuovi di ultima generazione, quelli digitali che faccio una gran fatica a comprendere e che fanno tutto da soli.

Sono mai capitati incidenti qui in azienda?

MISTERY MANUT: Sì, purtroppo ogni tanto è capitato e capita qualcosa. Per fortuna sono sempre state cose non gravi.

Lei sa che la fortuna non c’entra, che ogni cosa che succede ha una o più cause che devono essere approfondite per poi trovare le azioni correttive adeguate affinché l’episodio non si ripeta?

MISTERY MANUT: Questa cosa l’ho già sentita, in un corso sui “niar mis” o come si dice. Credo però che in azienda non sia mai stata fatta questa cosa, perché è capitato lo stesso incidente più di una volta. Se dobbiamo mettere in pratica tutte le protezioni per ogni lavoro da fare non si finisce più e non si sta nei tempi stabiliti.

Questo però è importante: la prevenzione, cioè evitare che succeda, e la protezione, cioè se succede qualcosa cosa mi salva, sono due aspetti importanti e credo che portare a casa la pelle sia fondamentale.

MISTERY MANUT: Ecco perché si chiama Servizio di Prevenzione e Protezione! Ora che ci penso, credo di aver capito più cose oggi chiacchierando con lei che nei corsi fatti negli ultimi tempi. Vede, forse se i corsi li costruissero facendo degli esempi pratici sarebbe meglio, in questo modo anche noi manutentori della vecchia scuola potremmo dire la nostra. Spesso, infatti, si sta in aula due ore e dopo cinque minuti si pensa già ad altro, a quello che bisogna fare dopo, perché chi espone gli argomenti, le casistiche non coinvolge “lo studente” e sembra tutto così astratto e inutile.

La ringrazio molto di avermi dedicato un po’ del suo tempo. La lascio al suo motore, altrimenti le faccio perdere troppo tempo.

MISTERY MANUT: Grazie a lei, mi raccomando: non vada a dire che mi sono lamentato, però!

Il quadro che si è delineato, dalle parole del nostro misterioso intervistato, è purtroppo più comune di quello che dovrebbe. "I manutentori, infatti, sono da sempre soggetti alle logiche del reparto produttivo e distributivo e l’intervento al guasto è visto come la norma. Così come capita spesso che passino in secondo piano le direttive di sicurezza e le prescrizioni rilasciate sui permessi. Logiche del passato che ancora perdurano nel presente. Anche in questo caso, quindi, risulta evidente come la strada sia ancora lunga per un diverso approccio alla manutenzione."

Mistery Manut