Mistery Manut EPISODIO 3 | Stagione 2023

Per il terzo appuntamento del 2023 veste i panni di Mistery Manut il responsabile di un’azienda di service manutentivo, per raccontarci una realtà che opera in contesti critici e in condizioni di stress operativo, affrontando casistiche sempre diverse

  • Aprile 6, 2023
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  • Mistery Manut EPISODIO 3 | Stagione 2023
    Mistery Manut EPISODIO 3 | Stagione 2023

Nella tua realtà, la manutenzione è considerata elemento basilare per gestire compiutamente l’attività. Quali sono i principali impatti?

Un’azienda di service come la nostra, che opera in un determinato contesto critico come è il mondo siderurgico, si trova ad affrontare sfide continue in ogni commessa che viene acquisita, in quanto le aspettative sono sempre molto alte e operiamo, soprattutto, interventi temporanei (limitati nel tempo) in condizioni di stress operativo.
Nel caso di contratti, molto più limitati, con un orizzonte più lungo, normalmente outsourcing in economia ma anche di Global Service, le criticità da affrontare sono totalmente diverse.

Quali sono le aree più critiche del processo aziendale dove pensi che la manutenzione sia fondamentale e/o voi venite chiamati?

Noi interveniamo, di solito, quando gli interventi sono temporanei, in aree che hanno risentito di grandi criticità operative, quali guasti rilevanti con fermi produttivi, o in situazioni di supporto operativo (scarsità qualitativa e quantitativa di organici tecnici) o in caso di sperimentazioni di outsourcing controllati in aree no-core (vedi facility di stabilimento).
Sono casistiche tra loro completamente differenti e i nostri interventi devono essere affrontati con mix di risorse che tengano conto di molti fattori: grado di conoscenza impianto, skill e seniority, certificazioni del personale, processi e interazioni con altre risorse coinvolte. 

In queste aree, a tuo giudizio, è stato fatto tutto il necessario ai fini manutentivi?

Spesso, se veniamo chiamati, direi di no, dal punto di vista qualitativo. In altre situazioni direi di sì, ma i rilevanti carichi di lavoro (periodi di fermi impianto) non consentono di essere tutti effettuati solo con le risorse interne.

Avete la possibilità di dare contributi per migliorare il processo manutentivo?

Questo è un argomento topico nel caso di contratti di Global Service o, in generale, nei casi in cui gli interventi sono strategici con durata nell’ordine di anni.
In tal caso collaboriamo con i referenti del committente a definire uno standard di gestione condiviso che tenga conto dei requisiti di entrambe le parti (committente e provider) e possa garantire, da una parte (cliente) la continuità operativa anche dopo la scadenza del contratto, e dall’altra (fornitore), il controllo costante dello stato avanzamento della commessa.
La definizione di uno standard deve essere anche calata nelle procedure operative in essere che ormai sono sempre più gestite da software di gestione (EAM, CMMS) diversi, e/o anche con molti aspetti gestiti da Excel o extra sistemi integrati.
Tutto ciò comporta significative criticità, in primis obbligano a digitazioni su vari software e quindi a inefficienze che devono essere previste e gestite sin dalla fase contrattuale. Il contratto di Global che implica logiche di bonus/malus consente di aver maggiore autonomia progettuale e quindi operativa, può garantire maggiori risultati per entrambi le parti, ma deve essere definito correttamente al fine di non incorrere nelle criticità, diremmo costanti, difficolta a effettuare re-insourcing a scadenza, contenziosi vari.

Se sì, quali sono le tue persone di riferimento?

Referenti del Committente sono, oltre la Supply che ha contribuito a redigere il contratto assieme ai legali, il referente spesso rappresentato sia da Direttore Stabilimento che dal Direttore Tecnico e, ultimo ma non ultimo, dall’Ingegneria di Manutenzione che rappresenta l’interlocutore che ha redatto e si è interfacciato con noi per la specifica tecnica e ha un ruolo di controllo costante sulla commessa.

Sono tenuti in considerazione, nella tua esperienza, i potenziali rischi del processo (attività) manutentivo e sono stati presi provvedimenti affinché non si ripetano situazioni pericolose?

Per noi questo è un problema cruciale e complesso, in quanto deve rispondere da una parte ai requisiti richiesti della L.81 come azienda, ma considerando che i nostri tecnici operano in situazioni eterogenee dove devono essere formati e informati da parte anche dei committenti, e interagire con soggetti terzi che variano, siano essi “colleghi” manutentori interni e/o di altre aziende provider, ma anche soggetti interni facenti parte della produzione. Inoltre, spesso, i vari clienti hanno anche Sistemi di Gestione volontari in aggiunta che implicano processi e quindi, procedure differenti sia di Qualità che di Sicurezza e Ambientali che impattano sull’operatività dei nostri tecnici, sui quali devono essere debitamente informati.

La sicurezza nei diversi processi manutentivi è considerata prioritaria? Se sì, si procede regolarmente a formazione, non solo nominale, in tema di sicurezza?

Come si diceva in precedenza per noi questo è un tema molto molto critico e, quindi, un tema a cui siamo molto sensibili. Occorre affrontarlo con attenzione, per ogni commessa, considerando anche che ci vediamo a operare, tra l’altro, in ambienti fuori Italia dove le normative sulla Sicurezza, se non molto differenti, sono certamente applicate con sensibilità diverse e gli elementi di criticità vengono aggravati da problematiche di comunicazione tra i soggetti (lingue diverse).

Ritieni che nella tua azienda la formazione del personale di manutenzione sia importante, anche alla luce delle nuove tecnologie, o viene considerata sufficiente l’esperienza acquisita sul campo?

Ritengo che la formazione abbia un peso significativo, ma gran parte deve essere molto ricondotta a fornire ai nostri tecnici strumenti per valutare i vari scenari e situazioni che andranno ad affrontare. Ogni commessa che parte deve implicare una fase di “familiarizzazione” che consenta di applicare i concetti teorici all’ambiente su cui si andrà ad operare (ambiente inteso come organizzazione, stabilimento e impianti, processi e procedure, tecnologie e software).  Tutto ciò può essere affrontato con una certa attenzione se le commesse sono di lungo respiro (Global Service o Outsourcing per lunghi periodi), ma se si tratta di commesse con una durata di un fermo impianto (estivo o durante festività) con durate limitate e in condizioni di criticità altissima (molti provider di manutenzione che operano, tempi ristretti, penali contrattuali se non si rispettano i tempi), di per sé situazioni con i rischi maggiori, è molto difficile raggiungere un equilibrio tra cosa si debba fare e cosa si riesca oggettivamente a fare.

Detto ciò, da parte nostra e anche dei clienti, c’è sempre più consapevolezza che l’elemento che più mitiga il rischio è la “continuità operativa”, o almeno occorra tendere a ciò, quindi cercare la stabilità nel personale coinvolto nostro e del cliente, che diventa l’elemento centrale per ridurre il rischio (migliore conoscenza dell’impianto, dei colleghi, dei vari scenari di rischio).