Mistery Manut – Episodio 4

per il quarto episodio, Mistery Manut ci porta in una azienda che è un "riferimento storico"

  • Dicembre 20, 2022
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    Mistery Manut – Episodio 4

L’azienda di cui parla il Mistery Manut di questo mese è un riferimento storico, nata nel mondo delle manutenzioni quando le grandi industrie, internazionali e non, hanno cominciato a esternalizzare i lavori più “discontinui” o “specialistici”, non legati direttamente alla produzione industriale.

Il nostro uomo è oggi un ingegnere con lunga esperienza di lavoro in campo, ha il ruolo di responsabile tecnico/commerciale di una media azienda di manutenzione. Ama definirsi “un perito con la laurea”… perché non sono i “titoli” che inquadrano le capacità della persona…

Buongiorno, perché ha scelto di lavorare nel mondo delle manutenzioni?

MISTERY MANUT: Buongiorno a lei, ho scelto di lavorare in questo ambito perché ho sempre tifato per gli anelli deboli della catena, per quelli che con i mezzi a disposizione devono riuscire a salvare la situazione, perché non mi fa paura lavorare…

Ma lei ritiene che il ruolo del manutentore sia un ruolo da “deboli”?

MISTERY MANUT: No! Assolutamente no. Ma nel mondo industriale il manutentore viene ritenuto quello “sfortunato”, l’area dove si spendono i margini operativi della produzione; mentre sappiamo che, come dice il grande Pier Giorgio Perotto, “Le attività di manutenzione non pretendono di trasformare il mondo, i loro obiettivi non sono esprimibili in modo semplice, non hanno il fascino mozzafiato di attività che producono oggetti con prestazioni elevatissime, vanno continuamente e periodicamente ripetute; se hanno successo il loro effetto non si vede.”

La Manutenzione è una attività sulle prime poco attraente, non ha il fascino del marketing che fa vendere  prodotti “scintillanti”, o il progettare l'ultimo modello di utilitaria che può raggiungere i 250 chilometri orari. È una attività quotidiana, che quando funziona, non ci si accorge che esiste, ma silenziosamente si occupa che tutto sia in ordine…

Come mai il titolo di Tecnico/Commerciale? Normalmente sono due ruoli che non vengono messi assieme.

MISTERY MANUT: Il mondo della manutenzione ha delle dinamiche particolari. Nei contratti di lunga durata, come quelli che mi vedevano coinvolto in prima fila, il rapporto tra Cliente e Appaltatore si basava sulla fiducia reciproca, ove entrambi sapevano che dal loro lavoro doveva rimanere una margine ragionevole. Non troppo elevato e non troppo basso, pena la fine della fiducia od una situazione di difficoltà, un rapporto oggi definito “win/win”.

Ma il manutentore sa che il giorno dopo sarà sempre lo stesso personaggio del giorno prima, perché il giorno dopo sarà il momento della verifica di quanto promesso il giorno prima.

Per cui non serve essere “venditori” puri, bisogna essere persone vere, che riescono a guardare il proprio cliente fisso negli occhi senza dover mandare il proprio sguardo altrove.

In questo caso, un buon tecnico, con sufficiente esperienza pratica, magari maturata in contesti diversi (quindi non mono-cliente o mono-specialità), dotato di una buona capacità dialettica, è la persona ideale per assumere il ruolo di “tecnico-commerciale”.

Ciò che mi è stato sempre riconosciuto è la lealtà, valore impagabile in certi ambiti lavorativi dominati dalla logica “mordi e fuggi”.

E adesso? Continua a svolgere sempre lo stesso ruolo, nella stessa azienda?

MISTERY MANUT: Il mondo è cambiato, la mia vecchia azienda ha avuto delle problematiche ed ho deciso di cambiare.

Un giorno sono venuto in contatto con una realtà che proponeva sistemi di indagine raffinati che utilizzavano i parametri dei lubrificanti in esercizio come indicatori della “salute” dei macchinari. La tecnica era di per sé molto attraente, eppure…

La realtà di cui stiamo parlando, per la quale lavoro oggi, è una realtà anomala nel mondo manutentivo industriale, ricca di persone di valore, colte, che tengono alla loro azienda così come tengono allo stato dei macchinari dei Clienti, semplicemente “gente per bene”. Avevo già avuto modo di confrontarmi in passato con tale contesto, eppure, nonostante fosse intuitivo il vantaggio derivante dall’applicazione di un simile approccio molto tecnologico, incontrai tuttavia molte difficoltà ad inserire tale metodica nelle nostre “ronde” ispettive. La sensazione era di passare per “saputelli” in casa d’altri. Le dinamiche del tempo erano ancora immature per tale tipo di approccio, molto scientifico, direi quasi filosofico.

La maniera con la quale cercavo, e cerco ancora, di fare capire il valore intrinseco di tale modo di vedere la manutenzione, era quello di fare capire che, nonostante la manutenzione sia un “male necessario”, ci sono diversi modi e tempi in cui ricorrere alle cure del manutentore.

Fondamentalmente, se riesco a capire in tempo reale cosa sta succedendo (oppure è in procinto di accadere), posso ORGANIZZARMI, parola chiave in ogni attività di successo.

Il pezzo si sta rompendo, si romperà, non lo posso fermare perché ho bisogno di anteporre la produzione, ma posso mettere a terra, a fianco del pezzo che si sta rompendo, quello nuovo. Posso organizzare le squadre di lavoro per effettuare un “pitstop” tipo Gran premio, invece di attendere l’inevitabile rottura (a quel punto improvvisa), cercare ricambi, personale, sistemare eventuali sversamenti etc. etc.

Mentre posso intervenire sistemando un fenomeno di usura incipiente con largo anticipo, prima che diventi una rottura importante… Ho sempre fatto fatica, e faccio tuttora fatica, a far passare questo messaggio evoluto, organizzato, vincente. Ci credevo al tempo, e oggi ci credo ancora di più.

Ma dobbiamo tutti lavorare affinché il sistema industriale, TUTTO, cresca, maturi, evolva…

Mistery Manut

Una nuova voce per la manutenzione

misterymanut@gmail.com