Affermare "non esiste impresa senza ingegneria di manutenzione" non è una provocazione, non è uno slogan né una invettiva,
è una constatazione ingegneristica.
Gli asset aziendali devono essere catalogati, preservati, monitorati, migliorati? in una parola "manutenzionati". Da troppo tempo l'ingegneria di manutenzione è stata considerata dai più un lusso, un accessorio, una cosa di cui si può fare a meno. Il patrimonio dell'impresa deve essere "mantenuto vivo" e il responsabile di manutenzione, oggi ingegnere di manutenzione, deve rappresentare il garante della salvaguardia dei beni di produzione ossia quella persona di fiducia, di "famiglia" a cui la proprietà o il consiglio di amministrazione affida la responsabilità del corretto e duraturo funzionamento degli asset.
L'ingegneria di manutenzione dunque è un'assunzione di responsabilità, è l'avere la piena consapevolezza che soltanto attraverso l'esecuzione
di precisi passi all'interno di un quadro organico di azioni è possibile raggiungere l'obiettivo dell'assicurare l'integrità del patrimonio aziendale.
La situazione peggiore in cui un'impresa può versare per la cecità del proprio management è proprio quella di non avvertire la necessità nel disporre dell'ingegneria di manutenzione; non comprendere la mancanza di avere una manutenzione organizzata e strutturata significa mettere a rischio il business, avere problemi di sicurezza, ambientali, assicurativi?
Non è più tollerabile entrare in un sito industriale che non abbia il censimento aggiornato delle proprie apparecchiature, che non abbia diviso gli asset critici dai non critici, che non abbia i piani di manutenzione ed ispezione e che non abbia un sistema informativo anche fatto in casa.
Quest'impresa è destinata a fallire, perché non è al passo col mercato, non risponde alle prescrizioni di legge, non può garantire marginalità durature. In ogni caso e quindi anche per le aziende più strutturate e all'avanguardia è assolutamente necessario effettuare un assesment o meglio dare una risposta alla domanda topica del "dove siamo" da parte di un esterno.
Per taluni l'assesment consoliderà le strade già intraprese, per altri farà emergere aree di miglioramento per altri ancora farà comprendere a pieno la necessità di "mettere a posto le cose nel campo della manutenzione" una volta per tutte. Fermarsi a ragionare su come la manutenzione della propria azienda deve funzionare, su cosa manca, su come si potrebbe far meglio è una scelta necessaria non è un'opzione, non è un spreco di tempo e denaro, ma è l'unica via per la sopravvivenza.
La manutenzione purtroppo quando è progettata, eseguita e controllata correttamente non si vede, non si sente, non si manifesta in modo evidente per cui effettivamente sorgono dei dubbi sulla reale necessità di essa; quando invece non si ha il pieno controllo del processo manutentivo allora si producono danni gravi nei momenti impensati. In definitiva soltanto la presa di coscienza nel campo manutentivo può far sì che un'azienda possa consolidare nel tempo il proprio business.
Antonio Spadaccini, Direttore Responsabile Manutenzione T&M, Consigliere A.I.MAN.