Norme ISO 9000 e IATF per il settore Automotive, impatto sul SIM

Ancora qualche mese ed entreranno in vigore le nuove norme IATF che obbligheranno le aziende del settore a certificarsi secondo questo nuovo standard, più stringente dei precedenti

  • Marzo 12, 2018
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    Norme ISO 9000 e IATF per il settore Automotive, impatto sul SIM

L’impatto sulla manutenzione sarà importan­te specie per quelle aziende che in questi ultimi anni hanno preso un po’ alla larga la questione della manutenzione preventiva, della migliorativa e del miglioramento conti­nuo e il loro impatto sul Sistema Informati­vo di Manutenzione (SIM).

Il mancato aggiornamento delle precedenti ISO e la mancata transizione da effettuarsi al più tardi entro la prossima estate, comporteranno per le imprese costruttrici di auto, motoveicoli e veico­li industriali e professionali ed i loro ricambi, in pratica l’intera filiera automotive, la sospensione o il ritiro della preesistente certificazione.

In fin dei conti, già con la ISO 9000:2015, da cui derivano le IATF per il settore automotive, erano stati introdotti criteri più restrittivi quali il miglioramento continuo inteso come strategia di lungo termine, una più accurata valutazione delle performances e delle cause di fermata/guasto e l’esame delle derive.

Inoltre, la ISO 9000 mira ad una più precisa di­samina dei processi interni ed esterni (fra cui la manutenzione) anche relativamente ai fornitori di componenti, ricambi e più in generale a tutta la catena di fornitura del settore automotive.

La norma prende atto quindi della sempre mag­giore integrazione fra l’azienda primaria e i for­nitori di componenti la cui articolazione è au­mentata considerevolmente di complessità fin dallo scorso decennio.

L’ottenimento della certificazione IATF, com­porta che l’azienda inserita nella filiera dimo­stri l’osservanza dei capitolati inerenti i clienti automotive e la padronanza specifica di meto­dologie di indagine quali ad esempio FMECA e, specificatamente per la manutenzione, alcuni strumenti che fanno già parte del mondo WCM (in Italia largamente impiegato nel settore au­tomotive) mirati alla repentina individuazione delle cause prime di guasto o fermata o deriva allo scopo di eliminarle o contenerle (Cattaneo, Manutenzione, una speranza per il futuro del mondo, 2012).

Lo scopo per la manutenzione è di attivare nel­la realtà operativa quotidiana il miglioramento continuo, e poi di inserire la manutenzione pro­attiva e più in generale la migliorativa al centro della azione di mantenimento.

Il monitoraggio delle prestazioni del sistema di manutenzione e del sistema produttivo sul qua­le impatta, è uno dei pilastri del Sistema Qualità, il quale si affida ad una serie di indicatori (KPI).

Il calcolo di questi indicatori è riferibile ad una serie di norme concepite inizialmente negli anni ’90 che hanno portato alla reda­zione delle UNI 10147 (UNI EN 13306:2018) e 10388 (UNI EN 15341:2007) rispettivamente per la terminologia e gli indicatori di presta­zione, e a numerose altre.

Tali norme sono state in gran parte adottate poi anche in sede europea dal CEN/TC 319, Comi­tato Tecnico di Manutenzione, di cui è presiden­te l’amico Franco Santini.

Il monitoraggio dovrebbe quindi rappresentare il primo passo per sviluppare in seguito tutte le iniziative volte a migliorare gli indicatori e con­seguentemente il processo o il livello di servizio della manutenzione.

Eppure, ci sono ancora imprese che considera­no la manutenzione preventiva come unica dote al Sistema Qualità portata dalla manutenzione, una dote raramente impreziosita da rigorosi controlli sulla realizzazione degli interventi se non per le attività richieste a norma di legge.

Con i più recenti Sistemi Qualità e ancora di più con la IATF questo atteggiamento comporte­rebbe un rifiorire di eccezioni e non conformità, non solo dagli enti preposti ma persino negli audit interni.

L’adozione delle estensioni IATF, in tutta la fi­liera automotive, avrà l’effetto di migliorare il rigore con cui la manutenzione affronta l’argo­mento qualità.

Con molti vantaggi per le aziende virtuose che non dovranno faticare per raggiungere i nuovi standard, e in fondo anche per le azien­de “viziose” che coglieranno l’occasione delle IATF per aumentare le proprie capacità di so­pravvivenza.

In tutti questi anni, abbiamo osservato l’impe­gno dei tecnici nelle aziende per raggiungere anno dopo anno gli obiettivi e realizzare man mano nuovi metodi, processi, tecniche per ade­guare il sistema produttivo e migliorarne affida­bilità e qualità.

È il quotidiano lavoro dei manutentori che adat­tano impianti e macchine, studiano soluzioni tecniche spesso innovative, e molte altre attività per cui siamo orgogliosi del lavoro di manuten­zione.

Tuttavia, altrettanto importante è il rispetto non formale ma sostanziale, non nella lettera ma nello spirito, delle normative approntate allo scopo di identificare i percorsi migliori che può seguire una azienda per arrivare alla qualità, e, per la manutenzione, un uso appro­priato del SIM.

Qualità. L’arete (aretè) dei greci, per loro era la virtù più importante. Come scrisse nel 2008 Francesco Alberoni sul Corriere della Sera:

“Ciascuno, nel suo campo di attività, nella sua arte, doveva prodigarsi per raggiungere la perfezione. Il vasaio realizzare i vasi più belli, lo scultore le più belle statue, il navi­gante guidare con la massima perizia la sua nave, il poeta tragico scrivere le più sublimi tragedie”.

La manutenzione da sempre è permeata di qua­ lità e di eccellenza. Aiman (Associazione Italia­na di Manutenzione), ha dedicato all’eccellenza il suo XX congresso, nel 2003 a Bologna, e alla qualità il XII Congresso, a Milano, nel 1987. Noi, per più di trent’anni abbiamo seguito il lavoro dei manutentori nella direzione della eccellenza.

Il nostro sistema informativo Gsm.NET, ad esempio supporta fin dagli anni ’90: tecniche Fmea/Fmeca, per identificare le macchine cri­tiche e le criticità del processo; manutenzione preventiva e migliorativa; taratura e gestione degli strumenti; analisi delle informazioni di fer­mo e guasto e problem solving con diverse tec­niche di indagine. In pratica, Gsm.NET, supporta a 360 gradi la metodologia WCM (World Class Manufacturing) per tutti gli aspetti che riguar­dano la manutenzione.

L’obiettivo finale è soddisfare i mantra: zero fer­mate, zero difetti, zero infortuni, supportando il processo di manutenzione migliorativa che è la forma più pura ed essenziale di manutenzione (Furlanetto, Cattaneo, Ladiana, Di Sivo, Cultura di Manutenzione, 2007).

I tempi cambiano, gli strumenti pure, ma gli obiettivi restano.

Maurizio Cattaneo, Amministratore di Global Service & Maintenance