L’impatto sulla manutenzione sarà importante specie per quelle aziende che in questi ultimi anni hanno preso un po’ alla larga la questione della manutenzione preventiva, della migliorativa e del miglioramento continuo e il loro impatto sul Sistema Informativo di Manutenzione (SIM).
Il mancato aggiornamento delle precedenti ISO e la mancata transizione da effettuarsi al più tardi entro la prossima estate, comporteranno per le imprese costruttrici di auto, motoveicoli e veicoli industriali e professionali ed i loro ricambi, in pratica l’intera filiera automotive, la sospensione o il ritiro della preesistente certificazione.
In fin dei conti, già con la ISO 9000:2015, da cui derivano le IATF per il settore automotive, erano stati introdotti criteri più restrittivi quali il miglioramento continuo inteso come strategia di lungo termine, una più accurata valutazione delle performances e delle cause di fermata/guasto e l’esame delle derive.
Inoltre, la ISO 9000 mira ad una più precisa disamina dei processi interni ed esterni (fra cui la manutenzione) anche relativamente ai fornitori di componenti, ricambi e più in generale a tutta la catena di fornitura del settore automotive.
La norma prende atto quindi della sempre maggiore integrazione fra l’azienda primaria e i fornitori di componenti la cui articolazione è aumentata considerevolmente di complessità fin dallo scorso decennio.
L’ottenimento della certificazione IATF, comporta che l’azienda inserita nella filiera dimostri l’osservanza dei capitolati inerenti i clienti automotive e la padronanza specifica di metodologie di indagine quali ad esempio FMECA e, specificatamente per la manutenzione, alcuni strumenti che fanno già parte del mondo WCM (in Italia largamente impiegato nel settore automotive) mirati alla repentina individuazione delle cause prime di guasto o fermata o deriva allo scopo di eliminarle o contenerle (Cattaneo, Manutenzione, una speranza per il futuro del mondo, 2012).
Lo scopo per la manutenzione è di attivare nella realtà operativa quotidiana il miglioramento continuo, e poi di inserire la manutenzione proattiva e più in generale la migliorativa al centro della azione di mantenimento.
Il monitoraggio delle prestazioni del sistema di manutenzione e del sistema produttivo sul quale impatta, è uno dei pilastri del Sistema Qualità, il quale si affida ad una serie di indicatori (KPI).
Il calcolo di questi indicatori è riferibile ad una serie di norme concepite inizialmente negli anni ’90 che hanno portato alla redazione delle UNI 10147 (UNI EN 13306:2018) e 10388 (UNI EN 15341:2007) rispettivamente per la terminologia e gli indicatori di prestazione, e a numerose altre.
Tali norme sono state in gran parte adottate poi anche in sede europea dal CEN/TC 319, Comitato Tecnico di Manutenzione, di cui è presidente l’amico Franco Santini.
Il monitoraggio dovrebbe quindi rappresentare il primo passo per sviluppare in seguito tutte le iniziative volte a migliorare gli indicatori e conseguentemente il processo o il livello di servizio della manutenzione.
Eppure, ci sono ancora imprese che considerano la manutenzione preventiva come unica dote al Sistema Qualità portata dalla manutenzione, una dote raramente impreziosita da rigorosi controlli sulla realizzazione degli interventi se non per le attività richieste a norma di legge.
Con i più recenti Sistemi Qualità e ancora di più con la IATF questo atteggiamento comporterebbe un rifiorire di eccezioni e non conformità, non solo dagli enti preposti ma persino negli audit interni.
L’adozione delle estensioni IATF, in tutta la filiera automotive, avrà l’effetto di migliorare il rigore con cui la manutenzione affronta l’argomento qualità.
Con molti vantaggi per le aziende virtuose che non dovranno faticare per raggiungere i nuovi standard, e in fondo anche per le aziende “viziose” che coglieranno l’occasione delle IATF per aumentare le proprie capacità di sopravvivenza.
In tutti questi anni, abbiamo osservato l’impegno dei tecnici nelle aziende per raggiungere anno dopo anno gli obiettivi e realizzare man mano nuovi metodi, processi, tecniche per adeguare il sistema produttivo e migliorarne affidabilità e qualità.
È il quotidiano lavoro dei manutentori che adattano impianti e macchine, studiano soluzioni tecniche spesso innovative, e molte altre attività per cui siamo orgogliosi del lavoro di manutenzione.
Tuttavia, altrettanto importante è il rispetto non formale ma sostanziale, non nella lettera ma nello spirito, delle normative approntate allo scopo di identificare i percorsi migliori che può seguire una azienda per arrivare alla qualità, e, per la manutenzione, un uso appropriato del SIM.
Qualità. L’arete (aretè) dei greci, per loro era la virtù più importante. Come scrisse nel 2008 Francesco Alberoni sul Corriere della Sera:
“Ciascuno, nel suo campo di attività, nella sua arte, doveva prodigarsi per raggiungere la perfezione. Il vasaio realizzare i vasi più belli, lo scultore le più belle statue, il navigante guidare con la massima perizia la sua nave, il poeta tragico scrivere le più sublimi tragedie”.
La manutenzione da sempre è permeata di qua lità e di eccellenza. Aiman (Associazione Italiana di Manutenzione), ha dedicato all’eccellenza il suo XX congresso, nel 2003 a Bologna, e alla qualità il XII Congresso, a Milano, nel 1987. Noi, per più di trent’anni abbiamo seguito il lavoro dei manutentori nella direzione della eccellenza.
Il nostro sistema informativo Gsm.NET, ad esempio supporta fin dagli anni ’90: tecniche Fmea/Fmeca, per identificare le macchine critiche e le criticità del processo; manutenzione preventiva e migliorativa; taratura e gestione degli strumenti; analisi delle informazioni di fermo e guasto e problem solving con diverse tecniche di indagine. In pratica, Gsm.NET, supporta a 360 gradi la metodologia WCM (World Class Manufacturing) per tutti gli aspetti che riguardano la manutenzione.
L’obiettivo finale è soddisfare i mantra: zero fermate, zero difetti, zero infortuni, supportando il processo di manutenzione migliorativa che è la forma più pura ed essenziale di manutenzione (Furlanetto, Cattaneo, Ladiana, Di Sivo, Cultura di Manutenzione, 2007).
I tempi cambiano, gli strumenti pure, ma gli obiettivi restano.
Maurizio Cattaneo, Amministratore di Global Service & Maintenance