Pipeline sospese per operare in condizioni estreme

In occasione della fiera OMC di Ravenna, DNV-GL Oil & Gas ha presentato un interessante studio di ricerca sulla riduzione dell'impatto ambientale delle condotte

  • Aprile 10, 2015
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  • Esempio di 'floating' pipeline per ovviare ad avvallamento
    Esempio di 'floating' pipeline per ovviare ad avvallamento

La domanda di energia aumenta e in base ai trend attuali ci si aspetta che cresca di circa il 19% tra il 2010 e il 2020. In questo scenario, i combustibili fossili continueranno a giocare un ruolo centrale "nel mix energetico" dei prossimi anni, portando gli operatori a prendere in considerazione fonti di petrolio e gas nuove o che fino a oggi erano state scartate per ragioni tecniche o economiche; ci si sposterà, così, dalle aree conosciute e più accessibili, si esploreranno nuove rotte e ci si troverà a dover fare i conti con fondali marini ostici e con acque sempre più profonde o burrascose.

 

In occasione dell'Offshore Mediterranean Conference di Ravenna, DNV GL - Oil & Gas -divisione di DNV GL, una delle principali società al mondo di classificazione, verifica e di servizi per la gestione del rischio - ha presentato i risultati di studi di ricerca sulle evoluzioni delle condotte per il trasporto di gas e petrolio per gestire i nuovi rischi e consentire operazioni sicure anche a fronte del mutare delle condizioni operative.

 

Operare in acque profonde e ultra profonde comporta l'aumento della pressione sugli impianti, oltre a rendere difficile qualsiasi intervento di tipo strutturale. Fondali non livellati, invece, possono porre seri problemi di sicurezza agli impianti perché non garantiscono adeguato sostegno, così come i flussi torbiditici presenti in certi mari che causano depositi sedimentari responsabili di carichi eccessivi sulle pipeline. Situazioni di questo tipo hanno portato fino a oggi a intervenire sui fondali o a re-indirizzare la rotta delle pipeline con notevoli costi economici e con l'estensione dei tempi di realizzazione degli impianti.

 

Il modello delle "floating" pipeline, illustrato in Italia in occasione dell'OMC di Ravenna, sfrutta in modo intelligente tecnologie già esistenti. Sviluppate originalmente per il trasporto di acqua, consentiranno di operare in condizione offshore estreme senza la necessità che gli impianti poggino sui fondali marini, contribuendo anche a ridurre l'impatto ambientale dei condotti.

 

Fabio Lo Brutto, Business Development Director Italy di DNV GL - Oil & Gas, ha commentato "La crescente complessità dei contesti in cui si opera pone sempre più l'attenzione sulla stabilità e sicurezza delle operazioni. Anche se la congiuntura economica sfavorevole porterebbe istintivamente ad adottare un approccio conservativo, investire in innovazione è imprescindibile per la crescita e lo sviluppo del settore".

 

Alcuni spunti tecnici

 

In sede di progettazione di "floating" pipeline, si deve prevedere un peso sommerso del condotto, in tutte le sue fasi, quanto più vicino possibile a quello che avrebbe in condizioni di galleggiamento, così da ridurre il carico sui sistemi di supporto e ancoraggio necessari. Il progetto può essere pensato sia su brevi, sia su lunghe distanze.

 

La pipeline galleggiante può essere posta a notevole distanza dal fondo del mare se si opera in acque profonde o appena alcuni metri sopra il fondale se il problema che si vuole risolvere è legato alla conformazione del terreno, come si vede nell'immagine.

 

Ad avvalorare l'importanza degli studi condotti, lo scorso 10 marzo DNV GL è stata premiata per il secondo anno consecutivo ai Global Risk Awards come "Società di consulenza per la gestione dei rischi dell'anno" dall'IRM. (Institute of Risk Management).

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