Procedure e strumenti per la gestione del patrimonio costruito

Il Piano di manutenzione certificato e la Carta della vulnerabilità degli elementi tecnici

  • Dicembre 15, 2014
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I processi e gli strumenti finalizzati alla prevenzione del deterioramento dei beni edilizi, con attività programmate di tipo ispettivo e manutentivo, sono largamente condivisi dalla comunità scientifica, ma non sempre hanno trovato apporti di tipo attuativo in grado di rispondere pienamente alla pluralità e alla complessità dei Beni diffusi sul territorio. I recenti dettati legislativi in materia di Lavori Pubblici (D.L. 12 aprile 2006 n.163) testimoniano, con la cogenza del Piano di manutenzione quale documento necessario al progetto esecutivo, l'acquisizione di una maggiore consapevolezza, rispetto al passato, del ruolo strategico affidato alla manutenzione per assicurare la conservazione e la valorizzazione del Patrimonio edilizio attraverso azioni programmate di cura del bene.

 

Tale scenario richiede il Controllo della Qualità del processo manutentivo, con l'obiettivo di garantire strategie di manutenzione non solo efficaci ed efficienti, ma compatibili con il bene interessato.

In questo ambito, il Laboratorio di Riuso, Riqualificazione e Manutenzione (LRRM) del Dipartimento di Architettura (DiARC) dell'Università di Napoli Federico II, ha individuato strategie di manutenzione in grado ottimizzare la pianificazione e la programmazione delle azioni manutentive da intraprendere ed ha sviluppato procedure e strumenti operativi che declinano i temi della conoscenza, della prevenzione e della gestione della manutenzione in relazione alla peculiarità dei beni, ipotizzando scenari d'intervento misurati sulle specificità di volta in volta emergenti.

 

Controllo della qualità e piano di manutenzione

Il Laboratorio di Riuso, Riqualificazione e Manutenzione ha conseguito la certificazione di qualità per l'attività di ricerca relativa all'elaborazione di "Procedure e strumenti operativi per la manutenzione edilizia" ed ha elaborato una Procedura Operativa (POP) per la redazione di un Manuale di Manutenzione per gli edifici. Tale procedura definisce la metodologia operativa che, partendo dalle peculiarità dell'organismo edilizio e sulla base della documentazione richiesta dalla Normativa UNI, guida la redazione del Manuale di Manutenzione, documento di supporto alla manutenzione programmata di un bene immobile. Il progetto di ricerca che ha consentito di sperimentare l'applicazione del Sistema di Gestione della Qualità (SGQ), è stato  finanziato dal Centro Regionale di Competenza sui  Beni Culturali BENECON e riguarda il recupero del sistema dei mulini del Comune di Ottati, nel Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, costituito da manufatti rurali, testimonianza della tradizione produttiva legata alle risorse locali.

 

La ricerca ha avuto come esito la redazione del Piano per la manutenzione programmata di tale sistema e la definizione di criteri, procedure e specifiche per la gestione delle attività manutentive previste.

Lo stato di conservazione dei manufatti edilizi oggetto di studio ha reso necessaria la redazione di un progetto di riuso, in funzione del quale sono state sviluppate le strategie manutentive ed è stato redatto il Piano di manutenzione. Tale elaborato, concepito in chiave evolutiva e integrato nei contenuti, si è rilevato uno strumento efficace per la realizzazione di attività di manutenzione compatibili con i vincoli percettivi, morfologici e materici dei beni in esame. Ha consentito, inoltre, la raccolta di informazioni, la registrazione delle attività ispettive e manutentive progressivamente attuate ed il monitoraggio delle condizioni di stato del bene edilizio.

Il Sistema di Gestione della Qualità (SGQ) messo in atto dal LRRM con la certificazione delle "Procedure e strumenti operativi per la manutenzione edilizia", è stato utilizzato anche nel caso dell'attività di ricerca "Procedure sperimentali per la conoscenza di parametri ambientali significativi per gli spazi semiconfinati, costituiti dalle tipologie edilizie a corte del centro storico di Napoli". In questo caso, il Piano di Gestione della Qualità ha riguardato la programmazione, pianificazione e gestione delle attività di monitoraggio della temperatura e dell'umidità. Il Piano è stato lo strumento di supporto all'organizzazione dell'informazione e dell'attuazione degli interventi di monitoraggio, ed ha consentito di modificare e correggere le ipotesi di programma.

Il SGQ applicato alla redazione del Manuale di Manutenzione si è dimostrato, in entrambe le applicazioni, un modello gestionale flessibile ed adattabile, oltre che di grande efficacia per le ricerche nel settore del recupero edilizio, urbano e ambientale.

Nell'ambito del Programma di ricerca FARO (Finanziamenti per l'Avvio di Ricerche Originali), "Innovazione e Sostenibilità negli interventi di riqualificazione edilizia. Best Practice per il Retrofit e la manutenzione", il LRRM in relazione all'attività "Procedure e strumenti operativi per la manutenzione edilizia" ha sviluppato un ulteriore processo relativo alla valutazione dei livelli di vulnerabilità manutentiva del bene edilizio. Tale processo ha condotto alla redazione della "Carta della Vulnerabilità degli elementi tecnici", uno strumento operativo innovativo che, a partire dall'individuazione degli elementi tecnici ad Alta Priorità Manutentiva, è in grado di ottimizzare gli interventi di manutenzione ed incrementare l'affidabilità delle previsioni temporali del Cronoprogramma, fornendo indicazioni indispensabili per migliorare l'efficacia e l'efficienza dei Piani di manutenzione.

Ad ogni elemento tecnologico dell'edificio è associato un livello di vulnerabilità manutentiva, riferito a patologie di guasto e ad indicatori che consentono ai tecnici interpretazioni univoche dei guasti, in un'ottica di gestione della qualità del Piano di manutenzione. Le informazioni restituite dalla Carta della Vulnerabilità incidono sullo Scadenzario e sul Cronoprogramma del Piano di manutenzione, in quanto risultano fondate sulla previsione e l'identificazione di possibili anomalie e guasti che possono verificarsi nel Sistema Edilizio a seguito dell'incidenza di variabili di vulnerabilità in grado di accelerare i processi

di degrado.

 

Conclusioni

Le strategie di manutenzione che utilizzano strumenti dedicati e certificati consentono di ottimizzare la qualità degli interventi, attraverso una previsione fondata su un maggiore livello di affidabilità dei guasti, ottenendo un risparmio relativo ai costi e limitando i disagi degli utenti coinvolti con diversi gradi di interferenza nel corso dell'intervento.

Azioni di manutenzione basate sulla conoscenza dei fenomeni di degrado e di anticipazione dei guasti permettono di migliorare le prestazioni e preservare i caratteri tipologici, architettonici e materici degli edifici. La programmazione

degli interventi, basata su procedure e strumenti finalizzati al Controllo della Qualità del processo manutentivo consente, infatti, di prolungare il ciclo di vita del bene favorendone la cura mediante la logica del minimo intervento.

La cultura della qualità, trasferita in ambito manutentivo attraverso la certificazione dei Piani di manutenzione, può divenire un riferimento per comunicare agli attori coinvolti nel processo i tempi, le modalità e i risultati da conseguire attraverso azioni sinergiche.

Maria Rita Pinto

Professore straordinario di Tecnologia dell'Architettura,

Università degli Studi di Napoli Federico II

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