La qualità nei servizi, diversamente dai prodotti e processi, è ampiamente dibattibile. In particolare, mi sono reso conto di quanto la Cultura Manutentiva allo stesso modo rifletta una qualità difficile da dimostrare se non addirittura, appunto, dibattibile.
Il 15 ottobre si è festeggiata la Giornata Internazionale della Riparazione, che cade come ogni anno il terzo sabato di ottobre. La riparazione è un fatto concreto e come nei più tradizionali processi aziendali non è difficile misurarne qualità ed efficienza, diversamente da questo articolo, dalla nostra rivista, dall’ampia ormai letteratura disponibile per la manutenzione.
Lo spunto l’ho avuto da un pezzo che mi ha inviato recentemente Roberto Vacca, uno dei miei mentori.
Il mio ultimo libro “Manutenzione, una speranza per il futuro del mondo” (Franco Angeli, 2012), oltre a essere stato ispirato da Luciano Furlanetto, amico di sempre e mio testimone di nozze, ha avuto quattro prefazioni una delle quali a firma proprio di Roberto Vacca.
In questi anni siamo sempre rimasti in contatto e Roberto, nonostante oggi abbia raggiunto la veneranda età di 95 anni, nella sua rubrica “Parole di Scienza”, quattro-cinque volte l’anno, pubblica un articolo e talvolta me ne invia i contenuti per e-mail.
Lo scorso mese ricevetti da Roberto un articolo particolarmente intrigante: “Controllo di qualità da applicare al pensiero” (Sollevare, settembre 2022). Scrive “Viviamo in un mondo di servizi e attività intellettuali dal valore discutibile per non dire nullo …” e poi “La decadenza della logica matematica e del pensiero scientifico trascina con sé ogni valore culturale”.
Da qui a vagare con il pensiero alla nostra amatissima Manutenzione il passo è breve. Una decina di anni fa ci fu la proposta di sottoporre a peer review anche la nostra Rivista MT&M (ora M&AM). Azione sostenuta in modo particolare dal direttore di allora Michele Di Sivo, professore ordinario presso l’Università di Pescara e successivamente presso l’Università di Pisa.
Non se ne fece nulla. Ma l’idea di una supervisione rimase. Fu così rinforzato il Comitato Scientifico della Rivista e si avviarono le procedure per dotare anche l’Associazione Italiana di Manutenzione di un Comitato Scientifico. Se ne occupò in prima persona e con grande energia il compianto Marco Garetti. Con la scomparsa di Luciano Furlanetto, principale sponsor della iniziativa, anche questa ipotesi fu abbandonata.
Il problema però è particolarmente sentito.
Il personale di manutenzione, a vari livelli, ha a disposizione un sistema di certificazione basato sulla norma UNI EN 15628:2014. Tale sistema definisce le conoscenze e competenze necessarie per assicurare la presenza di personale qualificato nelle diverse funzioni o mansioni della manutenzione. La certificazione coinvolge Responsabili di manutenzione, Ingegneri o supervisori di manutenzione e Tecnici specialisti di manutenzione. La normativa aiuta chi deve organizzare i processi aziendali ad avere un orientamento nella scelta dei candidati e nella valutazione della loro adeguatezza.
E le pubblicazioni, gli articoli, i paper congressuali?
Viviamo in un paese (e in un mondo?) dove le conoscenze scientifiche sono soverchiate da un oscurantismo che, complici anche i social e più in generale i media, tende a sovrapporre al linguaggio rigoroso della scienza una vaghezza tipica di chi per contro assume posizioni ideologiche e refrattarie a qualsiasi confronto, a qualsiasi approccio dialettico.
Fanno così la loro comparsa le scie chimiche, i terrapiattisti, il mancato sbarco sulla luna, e altre amenità che unite al sentimento complottista hanno permesso ineguagliabili polemiche persino su una questione di comune interesse come il contrasto alla pandemia causata dal Covid.
La Cultura Manutentiva riuscirà a navigare in mezzo a questa società civile in tempesta approdando a un porto sicuro dove affermare il suo corpus disciplinare?
Pubblicazioni, articoli, paper congressuali, che riguardano il nostro piccolo mondo della manutenzione saranno immuni da approcci ideologici e concetti campati per aria?
In quest’ultimo scorcio del 2022, nel nostro paese siamo letteralmente sommersi da messaggi inquietanti: l’inflazione raggiunge livelli che non si vedevano da trent’anni, il costo dell’energia fa lievitare la spesa degli italiani, la guerra in Ucraina prosegue senza sosta, non abbiamo idea di dove ci porterà il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, eccetera.
E contemporaneamente in questo mese di novembre succede di tutto. È in corso la Conferenza sul Cambiamento Climatico COP27, a Sharm el-Sheikh, che Greta Thunberg ha bollato come semplice “greenwashing” o ambientalismo di facciata, ma che comunque, nonostante l’assenza dei principali paesi responsabili dell’inquinamento mondiale, finirà con un serie di buoni propositi. Speriamo!
Ben più vicino a noi, in quel di Rimini, si sono tenuti gli Stati Generali della Green Economy che hanno fissato nuovi parametri per accelerare la transizione verde. Sono stati introdotti obiettivi minimi di riciclaggio in particolare in riferimento alle Miniere Urbane, preziose fonti di minerali rari di cui noi in Italia (e in Europa) siamo sprovvisti e per i quali dipendiamo in massima parte dalla Cina.
Entrambi ci permettono di progettare percorsi sostenibili e ragionevoli, evitando di farci prendere in contropiede dagli eventi. Questo perlomeno nelle intenzioni degli esperti, nonostante il pubblico sia sommerso da notizie che definire contraddittorie rende abbastanza bene l’idea.
In questo bailamme di notizie, riuscire a estrapolare delle tendenze che possano riguardare il futuro della Manutenzione appare come una impresa assai difficile volendo evitare di ricadere in quei contenuti dal valore discutibile se non nullo.
Lasceremo quindi sedimentare e digerire le istanze provenienti dal COP27 e dagli Stati Generali della Green Economy con la promessa il prossimo mese di darvi qualche approfondimento.
Nel frattempo, accogliamo con particolare soddisfazione da parte della comunità di Arduino l’introduzione di Opta, un micro PLC di nuova concezione che prevede funzionalità IoT di livello industriale. Opta, basato come sempre sull’approccio open source tipico di Arduino permetterà a tanti ragazzi creativi di cimentarsi con progetti di automazione industriale alla portata di tutte le tasche, con grandi vantaggi per il sistema paese. Speriamo!
In mezzo a queste vigorose tempeste aiutare i giovani a sviluppare i loro talenti sembra essere l’unico sentimento manutentivo esente da critiche e incontrovertibile, dato che noi anziani, parafrasando John Maynard Keynes, prima o poi dovremo necessariamente “passare il testimone” ai giovani.
Maurizio Cattaneo Amministratore, Global Service & Maintenance