Le motivazioni per adottare ed implementare un sistema informativo di manutenzione (SIM) nell'industria italiana, sono andate modificandosi nel tempo.
Negli anni Ottanta le aziende guardavano al SIM come strumento per il controllo dei costi, per ottimizzare la gestione dei materiali e, i più avveduti, per la valutazione degli indicatori di prestazione degli impianti e delle cause di guasto e fermata.
Nel 1984 si tenne a Venezia il primo congresso mondiale di manutenzione, dove furono presentati in una area espositiva antistante il congresso i SIM allora disponibili sul mercato. Di questi ne è sopravvissuto solo uno fino ai giorni nostri, con successive trasformazioni ed evoluzioni.
Nel 1987 si tenne a Roma un convegno organizzato da AIMAN e CENSIS, dal titolo emblematico "Produrre non basta!". In questa occasione si postularono estensioni del SIM, sia come funzionalità, sia come Industry di riferimento, poiché emersero prepotentemente le problematiche legate alle infrastrutture (reti, trasporti, trattamenti biologici, eccetera), la precaria situazione manutentiva del Settore Pubblico ed i bisogni del Settore Edilizio (CENSIS, "Produrre non basta!", atti).
Il SIM fino ad allora legato principalmente al mondo dell'industria manifatturiera e di processo, diventava così un prodotto per imprese di tutti i generi.
Agli inizi degli anni '90 vi furono due eventi che mutarono questo scenario: la formalizzazione delle prime Norme UNI specifiche per la Manutenzione, ed il diffondersi delle normative legate alla qualità, come ad esempio la UNI-EN-ISO 9000.
Le aziende allora cercarono nel SIM uno strumento per semplificare il passaggio alle normative di qualità, volontarie ma sempre più di immagine e, nel Settore Automotive, diventate ben presto punto di riferimento obbligatorio. Il SIM garantiva la copertura funzionale a quelle azioni di prevenzione e mantenimento degli impianti, che delle ISO 9000 erano uno dei cardini, le quali se mal documentate producevano innumerevoli non conformità.
L'esigenza di rispondere alle ISO 9000, evitando non conformità in manutenzione, fu una importante motivazione che spinse le aziende a dotarsi di un SIM che poi utilizzavano al 10-15% in quanto le aree non interessate dalle ISO 9000, pur implementate non venivano usate.
Questo fenomeno sussiste ancor oggi in numerose aziende di stampo fordista (Anna Grandori, "10 tesi sull'impresa, contro i luoghi comuni dell'economia"), dove le suggestioni della manutenzione migliorativa e del World Class Manufacturing (WCM), non sono ancora arrivate.
L'ottobre dello scorso anno, proprio in questa rubrica, abbiamo riferito su WCM e SIM a proposito della migliorativa e degli obiettivi "zero". Infatti, è con la sistematica raccolta dei dati e con le successive analisi e modifiche migliorative, che si raggiungono gli obiettivi di zero guasti, zero difetti, zero scorte e, l'irrinunciabile mantra di zero infortuni.
Dal 2000 in poi, queste tendenze si sono radicalizzate, e in Italia, per essere la seconda nazione manifatturiera d'Europa, sono poche le aziende che vanno oltre le esigenze legate prettamente al fenomeno della qualità e del bisogno di evitare non conformità mostrando una documentazione ineccepibile.
Durante questi ultimi quindici anni ci sono stati momenti in cui si è cercato di buttarla sul tecnologico: la tele manutenzione, il monitoraggio continuo degli impianti trainato dall'abbattersi dei costi di sensori e reti
di comunicazione, il diffondersi delle tecniche non distruttive e in particolare ultrasuoni e termografia, per giungere all'apoteosi finale: l'integrazione del SIM con il MES, ossia del sistema informativo di manutenzione con il sistema di operativo di produzione (MES, Manufacturing Execution System).
Il SIM-MES (il neologismo è mio) porta ad indubbi vantaggi:
- Impedire agli operatori l'utilizzo inappropriato delle apparecchiature
- Registrare una storia completa ed accurata degli eventi che hanno riguardato un determinato dispositivo oggetto di manutenzione
- Tracciare velocemente l'evoluzione delle strutture impiantistiche mantenendo un allineamento in tempo reale fra sistema di produzione e di manutenzione
- Misurare più efficacemente e a costo zero l'indice di prestazione globale (OEE, Overall Equipment Effectiveness) degli impianti ricavando i dati necessari direttamente dallo svolgimento della produzione.
- Costruire dei cruscotti che combinino informazioni provenienti da produzione e manutenzione per formare indicatori più specifici al prodotto/processo.
Tutte cose utili per carità, ma con un impatto assai meno imponente rispetto ai processi che incidono sul miglioramento continuo e sulla manutenzione migliorativa (in questi ultimi anni, detta anche proattiva).
I vantaggi della migliorativa sul processo manutentivo e sugli impianti, e sulle tecnologie sottostanti, è talmente clamoroso da oscurare qualsiasi ottimizzazione come quelle appena accennate.
Pertanto, alla fine, in tempi di nuove tecnologie, si rivela che l'organizzazione è ancora il cuore della manutenzione ed il SIM è lo strumento per orchestrare una manutenzione ben organizzata.
Big Data e la Manifattura 4.0, ossia l'integrazione della ICT (Information and Communications Technology) nella produzione industriale che mira a ridurre il fattore di scala anche nella elettronica di consumo e nella produzione di massa, vanno entrambi nella direzione di un servizio di manutenzione centrato sulla organizzazione.
L'artigiano digitale poi, che sta diventando il protagonista indiscusso della nostra piccola impresa, integra da sempre le competenze di processo e manutenzione, per le quali lui stesso ne rappresenta la sintesi organizzativa.
Ecco che il sistema informativo, alieno dalle più esotiche suggestioni tecnologiche, si sviluppa attorno alla organizzazione, ossia al Manutentore.
La tecnologia quindi servirà a presentare i riassunti e gli indicatori ricavati dagli algoritmi che esplorano Big Data, e a fornire il tutto tempestivamente al Manutentore, specie a coloro che operano sul "campo".
Ma le dinamiche poi sono quelle di sempre, con la Migliorativa al centro dei giochi, dove il manutentore può sfoggiare tutta la sua creatività, e il controllo dei costi risolto da automi che svelano anche di volta in volta quali sono le criticità e le azioni più urgenti da intraprendere.
Il SIM deve adeguarsi a queste esigenze in prorompente crescita, altrimenti la sua inutilità lo renderà inefficace anche solo per ottemperare alle esigenze delle ISO 9000, moltiplicando le non conformità e facendo collezionare all'azienda brutte figure con i clienti, specie nel settore B2B.
Maurizio Cattaneo