Sperimentazione e ricerca sulle nuove tecnologie per una Manutenzione 4.0

Intervista a Silvano Asnaghi, Direttore del Centro Ricerche IRMAP, certificato liv 3 Maintenance Manager EN 15628

  • Gennaio 14, 2022
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  • Silvano Asnaghi, Direttore del Centro Ricerche IRMAP
    Silvano Asnaghi, Direttore del Centro Ricerche IRMAP
 

Anche la manutenzione può godere dei vantaggi della Ricerca condotta sul versante delle tecnologie ­–, dei modelli organizzativi, del ruolo delle competenze.

Già osserviamo il confine stretto tra Manutenzione Predittiva e Industry 4.0, senza dimenticare l’importanza delle prassi operative da sempre dominio della Manutenzione; rileviamo inoltre l’evoluzione delle Politiche di Manutenzione, dove la Manutenzione Correttiva non è più criminalizzata se supportata da una congrua Manutenzione sub-conditio; vediamo, infine, lo sviluppo di competenze sempre più orientate alla Manutenzione Proattiva piuttosto che Reattiva.

Quindi, la Ricerca ha molti indirizzi di approfondimento, ma, per ovvi motivi di spazio, in questo contesto vogliamo occuparci di approfondire, in particolare, gli aspetti legati alla Ricerca sulle nuove tecnologie per la Manutenzione.

Nel quadro delle attività di ricerca sulla Manutenzione, è da due anni che si è affacciato il Centro di Ricerca IRMAP, che costituisce una novità nella panoramica internazionale nel campo sia della ricerca teorica che di quella operativa. Quale personalità più indicata quindi dell’Ingegnere Silvano Asnaghi, Direttore del Centro IRMAP, per approfondire la conoscenza di chi opera oggi per creare le premesse del domani di una Maintenance 4.0, nella quale si possa realizzare la piena integrazione tra gli interessi della Tecnologie e le attese di chi lavora in Manutenzione.

Francesco Gittarelli, Membro Consiglio Direttivo A.I.MAN.

 

 

Prima di iniziare la nostra intervista, vorremmo conoscere il Centro IRMAP. Ce ne può parlare?

IRMAP è un acronimo che sta per Istituto di Ricerca sulla Manutenzione e Produzione. Il progetto nasce qualche anno fa con lo scopo di approfondire e implementare l’applicazione di tutte le nove tecnologie abilitanti di Industria 4.0. Ciò è possibile grazie alla sperimentazione e allo studio che viene portato avanti nei nostri laboratori di Gorgonzola.

Avete quindi dei laboratori nei quali è possibile fare prove empiriche e sperimentali?

Sì, IRMAP in buona sostanza è un insieme di laboratori nei quali si svolgono attività specialistiche in collaborazione sia con aziende che con il mondo accademico. Le aree di interesse che vengono approfondite sono di natura tradizionale come, ad esempio, la saldatura specifica nel mondo maintenance, la meccanica tradizionale, l’idraulica, l’oleodinamica e la pneumatica per le quali esistono laboratori specifici dove si svolgono ricerche sull’affidabilità e sull’innovazione dei componenti. Accanto a queste sono inserite attività più prettamente legate alla robotica avanzata, l’integrazione di processo, la stampa 3D e la realtà virtuale e aumentata.

Quindi c’è la possibilità di sperimentare a tutto tondo?

Certamente. Data la complessità delle attività relative alla smart factory è stato ritenuto necessario introdurre entrambe le visioni, quella tradizionale e quella smart; dal momento che per il raggiungimento della transizione ci vorranno ancora degli anni, è necessario concepire la svolta non come una cancellazione con un colpo di spugna del vecchio ma come una integrazione dei sistemi cyberfisici sull’esistente in ottica di un miglioramento globale delle performance. In buona sostanza, è necessario fare il punto per poi poter tracciare la rotta…

Parlando, invece, di Ricerca nel settore delle tecnologie innovative per la manutenzione, ci può dire qualcosa in merito a una vostra analisi in atto?

Principalmente ci stiamo occupando dello sviluppo di algoritmi di manutenzione predittiva e conseguentemente della loro validazione attraverso la sperimentazione sui nostri impianti di Ricerca. Riteniamo che la parte più importante consista proprio nel processo di validazione, in quanto esso consente il successivo trasferimento degli algoritmi su apparecchiature che andranno prima in produzione e poi entreranno nella vita di tutti i giorni.

Prima ha accennato a collaborazioni con il mondo accademico. A cosa si riferiva?

Dal momento che IRMAP ha siglato una stretta collaborazione con il CNR STIIMA di Milano per il tramite della Fondazione Green – di cui, come IRMAP, siamo parte –, è stato inserito nei nostri spazi un impianto di Ricerca che costituisce la base di una smart factory sulla quale operano sia tesisti e stagisti di varie università, sia studenti di vari ITS, con i quali si stanno portando avanti progetti di ricerca non solo in ambito Industry 4.0 ma anche di Green Economy.

Con IRMAP quindi create anche le condizioni per coltivare nuove risorse a potenziale da indirizzare alla Ricerca nella Manutenzione. Ma quali sono, secondo lei, le skills necessarie per essere dei buoni ricercatori?

Di solito si arriva alla Ricerca dopo una carriera universitaria di eccellenza e questo carica di aspettative il giovane dottorando. Sogni spesso destinati a franare se non si creano le condizioni che possano destare attenzione e interesse nel lavoro che si sta portando avanti. In buona sostanza, sono fondamentali la curiosità e la capacità critica oltre che una buona base accademica. Ovviamente non si può prescindere da competenze trasversali come la comunicazione efficace, il problem solving e la conoscenza di almeno due lingue straniere.

Per concludere, sempre a proposito di skills. Dato che una delle mission di IRMAP è la Ricerca sulla manutenzione, secondo lei, quali skills deve possedere un buon manutentore operativo?

Innanzitutto, c’è da chiedersi: quanto sarà operativo il Manutentore 4.0?  C’è qualcuno che già vede la Manutenzione come un approccio tecnico-scientifico prettamente ingegneristico. In IRMAP noi invece crediamo ancora al “Valore Uomo” come unico interprete capace di coniugare gli interessi della tecnologia con i bisogni del lavoratore. Il Manutentore sarà quindi un professionista in possesso di intraprendenza, pazienza, competenze specifiche, una grande passione e ottima gestione dei rapporti umani.