Conoscere il tempo d’arresto delle parti mobili pericolose di una macchina è di fondamentale importanza. Questo perché in base alla specifica posizione e alla distanza dai punti di accesso della macchina, è possibile definire il tipo di interblocco da utilizzare oppure il tipo di barriera ottica considerandone anche la risoluzione.
La norma EN ISO 14119, specifica per i dispositivi di interblocco associati ai ripari mobili, indica chiaramente che il progettista si deve porre la seguente domanda: “Le prestazioni complessive di arresto del sistema sono superiori al tempo di accesso?”.
Se la risposta è positiva, si è obbligati ad utilizzare un dispositivo di interblocco con funzione di blocco.
Su come eseguire il calcolo del tempo di accesso ci viene in supporto la norma EN ISO 13855; che stabilisce il posizionamento dei mezzi di protezione in funzione delle velocità di avvicinamento di parti del corpo umano. La norma specifica i parametri basati sui valori delle velocità di avvicinamento delle parti del corpo umano e fornisce una metodologia per determinare le distanze minime di una zona pericolosa dalla zona di rilevamento o dai dispositivi di azionamento dei mezzi di protezione.
Se la distanza a cui posizionare i dispositivi di interblocco, senza la funzione di blocco, risulta molto elevata e quindi non realizzabile, perché superiore allo spazio disponibile, è possibile utilizzare dispositivi di interblocco con funzione di blocco. In questo caso, i dispositivi che comandano lo sblocco fanno parte di una specifica funzione di sicurezza; pertanto, dovranno essere scelti con opportune caratteristiche per determinare il relativo Performance Level (PL) o il SIL.
Nel caso di barriere ottiche, il tempo di arresto permette di determinarne la corretta posizione, nonché la risoluzione, per dare un segnale tempestivo di arresto, a seconda che siano intercettate da un dito, una mano, un braccio oppure da tutto il corpo. Tutto ciò in base alla distanza dal punto pericoloso e al tempo per raggiungerlo, che, come precedentemente specificato, deve essere superiore al tempo di arresto delle parti mobili pericolose.
La divisione tec.nicum, che si occupa degli aspetti normativi, è fornita di attrezzature specifiche per rilevare e calcolare il tempo di arresto totale di ogni singola parte, valutandone l’inerzia cinetica. In particolar modo, dove sono installate barriere ottiche, i tempi di arresto degli organi mobili pericolosi devono essere verificati in fase di posizionamento delle barriere stesse e periodicamente. Questo si rende necessario perché un aumento del tempo di arresto potrebbe rendere un certo tipo di barriera non più efficace, dovendone quindi spostare la posizione di installazione o dovendola sostituire con un’altra con differente risoluzione.
Sempre più aziende si stanno tutelando per evitare possibili infortuni, facendo verificare le barriere ottiche, installate sulle loro macchine, dai nostri esperti tec.nicum.